Cardiorete 2011


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Gregorio

AZIENDE, MANAGER E…

Giovanni Gregorio
U.O.Utic-Cardiologia Ospedale San Luca Vallo della Lucania ASL SALERNO

" Chi di voi, volendo costruire una torre non si siede prima a calcolarne la spesa,
se ha i mezzi per portarla a compimento?
Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro,
tutti coloro che vedono comincino a deriderlo dicendo
"costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro"
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re ,
non siede prima a esaminare se può affrontare
con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila.
Se non, mentre l'altro è ancora lontano
gli manda un'ambasceria di pace"
Luca 14:28:33


La Sanità, con la gran mole di problemi che la affliggono, è diventata il campo di incursioni da parte di una moltitudine di pseudo esperti che dispensano pareri, giudizi e sentenze.
Il circuito della buona sanità parte dai cittadini e ritorna ai cittadini attraverso un percorso che può essere virtuoso o dannoso.
Sono i Cittadini a scegliere la classe politica e sono i politici che scelgono i manager della Sanità ai quali è affidato il compito di scegliere i professionisti sulla base della competenza e non dell'appartenenza e che sono in definitiva i responsabili dei servizi e delle prestazioni erogate al Cittadino che diventa così origine e terminale del Sistema.
Del resto la buona sanità nasce dalla formula:

S = R x I x G x P x C

Dove S sta per Salute o Buona Sanità, R per rappresentanza politica, I per istituzioni, G per governo, P per professionisti, C per cittadini. Trattandosi di un prodotto basta che uno dei fattori abbia segno negativo perché il risultato della formula sia dello stesso segno.
La performance di un Sistema Sanitario dipende in grande parte da due fattori principali:
- la architettura strutturale e funzionale delle Aziende Sanitarie;
- la capacità dei manager chiamati a governarle.
La Architettura strutturale e funzionale della Azienda consente di realizzare la specifica attività, permettendo alla professionalità degli operatori di esprimersi a pieno e ai cittadini di usufruire in maniera appropriata dei servizi erogati.
Per chiarire il concetto mi riporto ad un esempio.
E' compito della politica disegnare la geografia sanitaria regionale definendo confini, dimensioni e compiti di ciascuna Azienda Sanitaria sulla base delle omogeneità geodemografica e della domanda sanitaria.
La litoranea che da Paestum conduce a Salerno è probabilmente una delle più belle passeggiate d'Italia . Per chi nella mente aveva la immagine delle piste ciclabili dei paesi del centro e nordeuropa l'annuncio della costruzione tra Salerno e Paestum della più lunga ciclabile d'Europa, più di dieci anni fa, sembrò uno di quegli eventi che segnano una svolta epocale.
In poco tempo, sfidando una tradizione millenaria di opere incompiute, la pista ciclabile è diventata realtà. Ma se il buongiorno si vede dal mattino… non occorreva essere dei maestri di preveggenza per capire che nonostante fosse stata realizzata in un lampo, la ciclabile portava in se il seme della approssimazione e della faciloneria. Fu subito chiaro che mancava un progetto unitario ed una visione di insieme dell'opera cosicché ogni comune ha pensato bene di personalizzarla a suo piacimento: chi adornandola con piantine sparite nel giro di qualche mese, chi delimitandola con guard-rail in acciaio, chi con aste di legno, chi rivestendola di brecciolino con eco-recinzione stile villaggio alpino. Il tutto condito con grande dosi di approssimazione con tratti non completati, rovi, buche, ostacoli vari disseminati un pò dovunque, recinzioni distrutte e manutenzione inesistente. Un disastro. Così in oltre un decennio sono pochi gli automobilisti che passando hanno potuto osservare ciclisti pedalare sulla ciclabile più lunga d' Europa, diventata luogo di ritrovo per lavoranti stranieri e postazione di lavoro per prostitute nordafricane o dell est europeo, mentre indigeni, turisti ed extracomunitari, che popolano la piana del Sele, continuano a percorrere in bici la litoranea rischiando la vita sull'asfalto. La condizione della ciclabile della litoranea Paestum-Salerno ricorda per molti versi le vicende della Sanità Italiana in generale e di quella Campana in particolare, da anni dominata da progetti irrealizzati o senza senso e da fiumi di danaro finiti nel nulla. La Regione Campania, all'incirca due anni orsono, per dare una svolta al disastro sanitario campano decise di esportare in tutta la regione il modello di disorganizzazione sanitaria della ASL Napoli 1, la ASL più indebitata d'Italia accorpando in Mega Aziende le ASL della Regione e mettendole nelle mani di funzionari regionali con l'intento di frenarne gli sprechi e con il risultato di una gestione di sperpero e assenza di risposte ai bisogni sanitari della popolazione . Tutto questo basato sul principio che per fare una grande Sanità occorrono grandi ASL. E' la storia traslata delle tante piste ciclabili sulle quali non si trova gente in bicicletta (pazienti), lasciati al loro destino sull'asfalto.
La capacità dei manager chiamati a governare le Aziende è l'altro fattore determinante per il successo di un Sistema Sanitario. E' vero che da qualche tempo si sta assistendo ad un sovvertimento delle regole del gioco con le Regioni, tese più a mettere in atto provvedimenti di controllo delle clientele che non a programmare e a svolgere le funzioni di indirizzo che le sono proprie. Così sempre più i Direttori Generali, salvo le dovute eccezioni, finiscono per essere i servi sciocchi di una classe politica, più attenta ai giochi di potere, agli intrallazzi e alle clientele che non alle esigenze della collettività.
Come argutamente nota M. Crozier "I nostri tecnocrati e i nostri uomini politici ritengono di essere superoccupati per un lavoro reale. Certo essi passano troppo del loro tempo presi dal gioco affascinante della potenza e della ricostruzione del mondo. Ma non analizzano mai seriamente il terreno sul quale operano, non preparano mai con la cura necessaria la messa a punto e il monitoraggio della riforma che pretendono di realizzare per il bene degli amministrati che poi la respingono o la vanificano. Ciechi e sordi al mondo reale, pontificano in funzione di principi e di visioni a piori, lasciando agli altri lo spazio per dibattiti di pura retorica."
La scelta dei manager della sanità, è fatta, nella stragrande maggioranza dei casi, privilegiando il criterio della appartenenza rispetto a quello della competenza, con drammatiche conseguenze sulla qualità del servizio sanitario. Di modo che non c'è da stupire se il principale pensiero dei tecnocrati della Sanità è rappresentato dalla preoccupazione di non dispiacere al potente di turno mentre vengono relegate in soffitta la organizzazione di un servizio in grado di rispondere alle necessità dei cittadini e di creare condizioni tali da favorire la espressione della professionalità degli operatori.
In sanità più che in ogni altro settore è evidente il limite culturale della stragrande maggioranza dei manager "pronti a fare del bilancio, una religione, ma spesso incapaci di comprendere la realtà che li circonda".
Come argutamente nota Pier Luigi Celli è "illusione manageriale pensare di poter affrontare la crisi del sistema, senza riferimento all'ambiente esterno che è la società - è il principio che troviamo alla base della teoria dei sistemi, secondo la quale ogni sistema che, vivendo in un ambiente, non si lascia influenzare e disordinare dall'ambiente, per ricostruirsi a un livello superiore proprio a partire da questa influenza e da questo disordine, è destinato fallire."
Appare chiaro che per un S.S.N. tarato sui bisogni di salute dei cittadini e della società , è indispensabile disporre di un sistema di valutazione concreto, pratico e affidabile dei risultati conseguiti dal manager della Azienda. Non vi è alcun dubbio che attualmente i controlli sui risultati sono ridondanti e formalistici. La logica dei controlli dovrebbe essere quella che è alla base della parabola dei talenti. La parabola (Vangelo secondo Matteo 25,14-30) parla di un uomo che parte per un viaggio ed affida i suoi averi ai suoi servi. Ad un servo affida cinque talenti, ad un secondo due talenti e ad un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l'importo; il terzo invece sotterra il talento ricevuto in modo che riconsegna al padrone la stessa moneta ricevuta. L'insegnamento che si può trarre dall'esempio che è cattivo servitore della cosa pubblica sia chi dilapida sia chi non fa fruttare nel modo giusto le risorse ricevute e che ogni manager dovrebbe porsi la domanda "che cosa ho fatto dei talenti che mi sono stati assegnati". Troppo spesso il governo della Sanità è nelle mani di manager dilapidatori delle risorse o dominati dall' immobilismo.
Il paradosso è assistere alla pratica costante di vedere gli stessi tecnocrati responsabili del fallimento proporsi come strateghi del cambiamento e dell'innovazione. Nella maggior parte si assiste allo spettacolo di manager autoreferenziali, propensi più all'autocelebrazione che non alla soluzione dei problemi e alla motivazione del personale ignorando come sottolinea Celli che "Il successo e l'insuccesso dell'impresa dipendono sempre più dagli uomini che la compongono e dai modi con cui la élite di comando riescono a tenerli, tutti, dentro una storia che li faccia sentire protagonisti …e non in quello spazio privilegiato dei tiepidi, di coloro che hanno una vera passione per il rischio zero"
Ciò in dispregio dei dettami costituzionali sanciti dall' art 4 che testualmente recita "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società."
E dall'Art 32 dove si legge che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"
Sarebbe importante che ciascuno imparasse a porsi delle domande su chi è al governo della Azienda e a darsi delle risposte, ricordano come nota Tiziano Terzani " che se " nessuno ha più risposte che contano" è "perché nessuno si pone le domande giuste". Rispondendo alle domande contenute nella Tabella I ci si potrà fare un idea di che "pasta" è fatto il proprio manager.
Infatti esiste un singolare parallelismo tra la tipologia di questo alimento e la "pasta" dei manager. Riferendoci ai più comuni tipi di pasta il manager potrebbe essere assimilato a "u' spaghetto" , "a' tagliatella", "a' farfalla", " u' gnocco", "u' maccarone re zita", " a' menuzzaglia" .
"U' spaghetto" è nato a Napoli. Fu Antonio Viviani nel 1842 a chiamarlo così, perché sembrava un piccolo pezzo di spago. Oggi gli Spaghetti sono ovunque sinonimo di italianità: nessuno resiste alla loro forma sinuosa ed elegante, e al fascino di arrotolarli intorno alla forchetta. Il manager "spaghetto" ha grandi capacità di movimento e di interpretazione delle situazioni. Riesce ad adattarsi e a piegarsi alle diverse esigenze dell'azienda. Unisce l'eleganza alla competenza ed ha come orizzonte costante lo sviluppo della Azienda, la soddisfazione dell'utenza e la crescita dei professionisti. E' il tipico leader, con una visione anticipata della evoluzione degli avvenimenti,che fa propria la responsabilità del cambiamento
"A' tagliatella" è un tipo tradizionale di pasta della Emilia-Romagna e delle Marche. La tagliatella può essere servita con una gran varietà di salse. La leggenda vuole che le tagliatelle siano state create da uno chef di corte di gran talento, ispiratosi alla pettinatura di Lucrezia d' Este in occasione del suo matrimonio con Annibale II Bentivoglio, nel 1487. Il manager "tagliatella" è una persona di larghe vedute, riesce ad adattarsi alle diverse condizioni ma se si accompagna a particolari sughi, come quando è cucinato alla bolognese, può perdere la visione complessiva dei problemi ed arrotolarsi su se stesso per meglio crogiolarsi nella salsa. E' pertanto fondamentale la scelta di collaboratori capaci in grado di fargli rispettare la sua caratteristica di persona lungimirante ed attenta ai bisogni della utenza.
"A' farfalla" è un tipo di pasta, comunemente nota come "pasta cravatta a farfalla".
L'origine risale al 16 ° secolo, in Lombardia, in Emilia-Romagna e nel Nord Italia. Farfalle sono disponibili in diverse dimensioni e sono utilizzabile con le salse più varie. Il manager "farfalla" riesce ad adattarsi alle diverse condizioni ambientali ma ha un grande limite nella sua vanità che lo porta a dichiararsi "esperto e competente" anche in campi nei quali brilla per la sua ignoranza. Egocentrico e vanesio tratta problemi di vitale importanza con superficialità. Tuttavia se ha la fortuna di incontrare collaboratori capaci è in grado di rimanere con i piedi per terra e dare buona prova di se.






Figura 1


" U' gnocco" è un piccolo pezzo di impasto, solitamente di forma tondeggiante, che viene bollito in acqua o brodo e quindi condito con salse varie. Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, preparato con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie. A seconda dell'impasto utilizzato possono risultare particolarmente indigesti. Il manager "gnocco" è chiuso in se stesso, generalmente proviene da un mondo diverso dalla sanità. In apparenza è un buon uomo; in effetti è diffidente, ignorante e nutre un sentimento di rivalsa nei confronti degli operatori della sanità. Ad una apparente disponibilità fa riscontro l'incapacità di portare avanti qualsiasi iniziativa. La sua caratteristica dominante è l'immobilismo assoluto.
" U' maccarone re zita" o " pasta da zita" è la pasta classica per il pranzo di nozze. Gli Ziti sono dunque un formato di pasta un tempo destinato alle occasioni solenni, ma oggi grazie alla loro irresistibile bontà, gli Ziti hanno saputo conquistare un posto importante sulle tavole di tutta Italia.
Il modo migliore di gustarli è, secondo la tradizione partenopea, spezzati in quattro e conditi con sughi densi e corposi come il ragù alla napoletana, ma sono anche perfetti per la preparazione di timballi e pasticci al forno. Il manager " maccarone re zita" interpreta il suo ruolo come una festa, un compito da svolgere nei ritagli di tempo, ama crogiolarsi nel sugo e nel formaggio (affarucci non sempre leciti), convinto di essere il più bravo e competente degli amministratori. Risponde al padrone di turno specie se dalle situazioni riesce a ricavare ragù e formaggio per se. Unisce alla scarsa volontà di lavorare e alla ignoranza la convinzione e la presunzione di essere il migliore dei manager possibili.
" A' menuzzaglia" Dal latino "minutalia" è l'insieme delle varie qualità di pasta, ottima per minestre con fagioli o patate. Pietanza popolare si è andata con il tempo affermandosi come ingrediente di menù gustosi e piacevoli. E' un piatto povero che se si sposa con gli ingredienti giusti e cuochi all'altezza diventa un piatto da signori. Il manager minuzzaglia è la risultanza delle diverse componenti e della prevalenza del tipo di pasta. Può essere il migliore o il peggiore dei manager possibili a seconda del mosaico di caratteristiche che vi si ritrovano. Per orientarsi e verificare di che pasta è fatto il proprio manager rispondete alle domande contenute nella Tabella I, assegnando un punto per ogni SI.
Nella Figura 1 è indicato la tipologia di manager con cui si ha a che fare: per un punteggio tra 1 e 15 affidatevi al padreterno in quanto vi sono molte probabilità che il vostro manager sia "gnocco" o "maccherone re zita", con un punteggio intorno a 18 siete nel dominio delle "farfalle", intorno ad un punteggio di 25 si trovano le tagliatelle e se il punteggio si avvicina al 30 avete la fortuna di avere un manager " spaghetto", leader competente e lungimirante. Il manager "minuzzaglia" ha una collocazione diversificata: dall'infermo del "maccarone re zita" e dello "gnocco" al purgatorio della "farfalla" al limbo della "tagliatella" fino al paradiso dello "spaghetto".

BILIOGRAFIA
Celli P.L. L'illusione manageriale Editore Laterza Bari,1997
Celli P.L. Passioni fuori corso Editore Mondadori Milano 2000
Crozier M. Stato Moderno,stato modesto Edizioni Lavoro Roma 1988
Galimberti U. I miti del nostro tempo Editore Feltrinelli 2009
Gregorio G. Pasta di Manager Cardiologia negli Ospedali 179 Gennaio-Febbraio 2011, 74-78
Gregorio G. : Cuore e Cilento.Riflessioni su società , Sanità e Cardiologia nel Sud della Campania Il Cuore Oggi e Domani 2010; 68-80

Gregorio G. Cuore, camici e pigiami. Riflessioni su cardiologia, medici e pazienti Il Cuore Oggi e Domani 2008, 8 -9 Ottobre 2008 ATTI, 27 -42.

Handy Charles L'epoca del paradosso dare un senso al futuro Editore Olivares 1994

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