La sincope nell’ anziano e nel grande anziano
Michele Santoro, Francesco D’Agosto,
Marianna Laurito,
Giovanni Gregorio
U.O. UTIC-Cardiologia Ospedale San Luca Vallo della Lucania
ASL Salerno
DEFINIZIONE –
FISIOPATOLOGIA - EZIOLOGIA
La sincope
è un sintomo definito clinicamente come “ perdita di
coscienza transitoria e a fine spontanea, che in genere causa
caduta. La sincope inizia in modo relativamente rapido, il
successivo recupero è spontaneo, completo e generalmente pronto”.1,2,3
Il
meccanismo fisiopatologico sottostante è un’ipoperfusione
cerebrale globale transitoria. I fattori specifici in grado di
determinare la sincope sono diversi e variabili da paziente a
paziente, ma alcuni meccanismi generali sono degni di nota. Nei
soggetti giovani sani, con un flusso cerebrale medio di 50-60
ml/100 gr di tessuto cerebrale/m’, pari a circa 12-15% della
gittata cardiaca a riposo, la richiesta minima di O2 necessaria
per mantenere la coscienza (circa 3,0-3,5 ml O2/100 gr/m’) può
essere agevolmente soddisfatta,4 mentre nei soggetti
più anziani o nei paziente con sottostante patologia cardiaca,
la possibilità di avere un sicuro approvvigionamento minimo di
O2 può risultare meno garantita. L’improvvisa cessazione del
flusso cerebrale per 6-8 secondi è in grado di provocare una
completa perdita di coscienza.
In alcune
condizioni la perdita di coscienza transitoria può insorgere con
modalità non del tutto chiare ed essere assimilabile ad un
episodio sincopale; si parla quindi di “condizioni che possono
mimare la sincope”, a loro volta da distinguere in forme con
perdita di coscienza come epilessia, disordini del metabolici o
senza perdita di coscienza, quali le cadute, l’attacco ischemico
transitorio carotideo, ecc.5Nel paziente anziano è
frequente la presenza di amnesia retrograda, che può rendere
complessa la diagnosi differenziale, soprattutto con le cadute.6,7
Si definisce invece “ presincope”, lo stato che mima la fase
premonitrice della sincope, ma non è seguito da perdita di
coscienza.5
Con
un’incidenza di circa il 6% per anno, ed un tasso di recidiva a
2 anni del 33%, la sincope è una condizione clinica di rilievo
nella popolazione geriatrica. La popolazione anziana è, infatti,
particolarmente soggetta a sincope, sia per le modifiche
fisiopatologiche legate all’invecchiamento (ridotta compliance
cardiaca responsabile dell’aumentata dipendenza della funzione
di pompa ventricolare del precarico e della contrattilità
atriale, alterato controllo della volemia, diminuita sensibilità
barocecettoriale, minor efficienza dei sistemi di
autoregolazione cerebrale), sia per l’elevata prevalenza di
malattie croniche (insufficienza cardiaca, diabete, BPCO), così
come per la frequente assunzione contemporanea di molti farmaci.
La
rilevanza clinica della sincope è notevole, per la possibile
compromissione della qualità della vita e per l’elevata
frequenza di ricoveri ospedalieri che possono conseguire a
sincopi ripetute. Nella popolazione geriatrica la sincope, oltre
ad essere più frequente, ha anche ripercussioni molto più
rilevanti rispetto al paziente giovane. Infatti, la morbosità e
la mortalità ad essa correlate sono nettamente superiori, in
gran parte per le conseguenze delle cadute che frequentemente
complicano la sincope. Può determinare anche una disabilità per
lo svilupparsi di una sindrome ansioso-depressiva legata alla
perdita della fiduciae dell’ autonomia.
Lo studio GIS
Trasversale del Gruppo Italiano per lo studio della Sincope
nell’ Anziano (GIS) ha dimostrato che, in 163 pazienti afferenti
a strutture geriatriche per sincope, analizzati per classi di
età, le singole forme più frequenti sono quelle neuro-riflesse
(51%) e da ipotensione ortostatica (12%). Le sincopi di origine
cardiaca sono più frequenti nei più anziani ed in totale
rappresentano il 12% (Tabelle 1)8. I dati dello
studio GIS Longitudinale dimostrano ancora una volta che le
sincopi neuromediate sono le più frequenti in una popolazione di
231 pazienti anziani di età molto avanzata (67%), in
particolare, le forme riflesse sono le più frequenti tra 65 e 75
anni (62%), mentre le forme ortostatiche sono più rappresentate
nei soggetti >75 aa (30.5%), dato questo che rafforza l’
indicazione alla misurazione della pressione arteriosa sia in
clino- che in ortostatismo, soprattutto nell’anziano.In questa
popolazione le forme da ipersensibilità seno-carotidea erano l’
8.5% del totale, le cardiogene il 14.7%, e solo nel 10.4% dei
casi la sincope rimaneva indeterminata.

Oltre a
definire la prevalenza delle differenti cause di sincope nella
popolazione geriatrica, lo studio ha dimostrato applicabilità e
la sicurezza dell’algoritmo diagnostico delle linee guida della
Società Europea di Cardiologia (ESC) anche nell’anziano (Figura
1).

PRESENTAZIONE
CLINICA NELL’ANZIANO
La sincope si
manifesta generalmente in ortostatismo o nei cambiamenti
posturali, aspetto di particolate rilevanza nella popolazione
anziana, data la ridotta sensibilità barocettoriale e la
frequente ipovolemia9. Il 69% dei pazienti presenta
almeno un sintomo premonitore, soprattutto di tipo
neurovegetativo. La dispnea è il sintomo prodromico più
frequentemente associato alla sincope cardiogena nell’anziano.
APPROCCIO
DIAGNOSTICO
La
valutazione di primo livello (anamnesi, esame obiettivo, ECG
standard, prove di ipotensione ortostatica) ha lo scopo di
identificare il paziente a rischio di sincope cardiogena o
sincope maligna, a prognosi peggiore rispetto alle altre forme,
indipendentemente dall’età, che, quindi, deve essere
attentamente monitorato e valutato (mortalità ad 1 anno 18-33%).
La presenza di cardiopatia strutturale rappresenta l’unico
fattore predittivo di mortalità, indipendentemente dal
meccanismo sottostante la sincope. Nella stratificazione del
rischio un’età >45 anni, il riscontro all’anamnesi di scompenso
cardiaco ed un ECG patologico predicono aritmie o morte. La
probabilità di eventi maggiori ad 1 anno varia infatti dal 4-7%
nei pazienti che non hanno nessuno dei 3 precedenti fattori di
rischio al 58-80% in quelli che li hanno tutti. E’ stato
validato uno score in grado di predire il rischio di
sincope cardiaca e di mortalità alla valutazione iniziale,
derivato dai risultati dello studio EGSYS-210. L’EGSYS
score11 è un metodo di stratificazione del rischio
che considera come predittori clinici indipendenti di sincope
cardiogena l’ECG anormale e/o cardiopatia, la presenza di
palpitazioni prima della sincope, la sincope ad insorgenza
durante lo sforzo o in posizione supina, l’assenza di prodromi
neuroautonomici, di fattori precipitanti e/o predisponenti. Ad
ognuna di queste variabili è assegnato un punteggio (Tabella 2).
Uno score maggiore o uguale a 3 è indicatore di sincope
cardiogena, con una sensibilità del 92-95% ed una specificità
del 61-69%. Durante il follow-up (614+/- 73 giorni)i pazienti
con uno score maggiore o uguale a 3 hanno presentato una
maggiore mortalità12.
Tabella 2.Predittori
clinici di sincope cardiogena: EGSYS score.
Un punteggio
maggiore o uguale a 3 indica un rischio aumentato di sincope
cardiogena. Modificata da Del Rosso et al.11.
La scarsa
specificità dei prodromi e frequente presenza di sincope neuro
mediata rendono molto importante la valutazione neuroautonomica
(tilt test, massaggio dei seni carotidei in clino- ed
ortostatismo) proprio nei pazienti anziani, nei quali spesso
invece non viene eseguita.
I dati dello
studio SUP (Syncope Unit Project) condotto in 9 Syncope Unit
italiane, strutture dedicate allo studio del paziente con
sincope in cui si applica l’approccio diagnostico delle linee
guida ESC, confermano che al termine di una valutazione clinica
ed neuro autonomica completa, la sincope rimane comunque
indeterminata nel 18% dei casi. Questa elevata percentuale
indica la necessità di avvalersi di strategie diagnostiche più
avanzate, quali loop recorderimpiantabile, che permette
di valutare il ritmo cardiaco al momento della sincope. Utile
nell’ identificare una diagnosi causale quando le sincopi
recidivanti non sono così frequenti da essere evidenziate con le
tecniche convenzionali di monitoraggio. Si stima che la sua
reale efficacia diagnostica sia intorno al 35% (range 26-51%) su
un periodo di osservazione di 10-18 mesi. In considerazione
dell’elevato potere diagnostico, spesso poco correlato alla
clinica e ai risultati dei test diagnostici, l’utilizzo del
loop recorder può essere considerato anche in fase iniziale
in pazienti con sincope ricorrente o di natura incerta a basso
rischio. Nei pazienti ad alato rischio la ricerca di
un’eziologia cardiologica della sincope va sempre eseguita prima
dell’impianto del loop recorder, anche nell’anziano.
PRINCIPI DI
TRATTAMENTO
La sincope
è la manifestazione di una condizione clinica sottostante,
pertanto è dirimente chiarire la reale eziologia, al fine di
impostare il trattamento più adeguato.
L’ipotensione ortostatica è una frequenta causa di sincope
nell’anziano. Di primaria importanza è l’identificazione di
fattori di rischio, quali l’assunzione di farmaci ipotensivanti,
tipicamente utilizzati in età geriatrica, come benzodiazepine,
neurolettici, nitrati, diuretici ed alfa litici. E’ stato
infatti dimostrato che la sospensione di farmaci che
incrementano il rischio di caduta è in grado di migliorare
l’omeostasi cardiovascolare e ridurre le recidive di sincope e
cadute13. Si raccomanda, nell’ ambito delle misure
comportamentali, di evitare bruschi cambiamenti posturali, di
incrementare l’ introito idrico, di utilizzare calze elasto-
compressive e di praticare l’head-up tilt sleeping con un
angolo di almeno 10°. La terapia farmacologica si avvale
principalmente di due sostanze : midodrina (alfa-agonista con
effetto vasocostrittore su arteriole e vene) mostratasi efficace
rispetto al placebo in un trial randomizzato controllato e
fluidrocortisone (steroide mineral-attivo).
In caso di
sincope riflessa , in tutti i pazienti deve essere chiarita la
diagnosi, fornita la rassicurazione sulla sua natura benigna ed
illustrati i rischi di recidiva. L’impianto di pacemaker ha
un’indicazione di classe IIa nella sindrome seno-carotidea
cardio-inibitoria, nella sincope frequente, con risposta
cardio-inibitoria al monitoraggio ECG prolungato, come
recentemente dimostrato nei pazienti con età > 40 anni dallo
studio ISSUE-314.
ASPETTI
ORGANIZZATIVI: LA SYNCOPE UNIT MULTIDISCIPLINARE
Per una
migliore stratificazione prognostica ed una scelta mirata delle
indagini strumentali è stata istituita la Syncope Unit,
organizzazione funzionale multidisciplinare con competenze
specifiche, a distribuzione orizzontale all’interno
dell’ospedale. Nello studio EGSYS-2 l’applicazione
standardizzata delle linee guida ESC ha ridotto l’uso improprio
di indagini a bassa resa diagnostica, come TC cerebrale, EEG,
eco-color Doppler TSA. In Italia sono state istituite 47
Syncope Unit coordinate dal Gruppo Italiano
Multidisciplinare per lo studio della Sincope (GIMSI,
www.gimsi.it),
sia a direzione cardiologica, che geriatrica o di medicina
d’urgenza. In queste realtà vi è una stretta collaborazione tra
le varie discipline, ponendo quindi le basi per un vero
laboratorio cardio-geriatrico.
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