Storia dell’ Ezetimibe
nella prevenzione cardiovascolare :
dalla fisiopatologia agli studi clinici
fino alla nota 13
Gian Piero
Perna*, Ilaria Battistoni*, Gianluigi Saponara**
*Cardiologia
e UTIC “GM Lancisi” , Ospedali Riuniti di Ancona
** Università
degli Studi di Perugia
Introduzione
La riduzione delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
costituisce il principale obiettivo della terapia di prevenzione
cardiovascolare, sia in prevenzione primaria che in prevenzione
secondaria. Per la loro capacità di ridurre le LDL con l’
antagonismo della CoA-reduttasi, le statine hanno assunto un
ruolo centrale nella prevenzione degli eventi , e le
linee-guidar raccomandano con elevato grado di evidenza la
somministrazione di questi farmaci secondo modalità di impiego
finalizzate a raggiungere target lipidici che sono tanto più
“ambiziosi” quanto maggiore è il profilo di rischio del singolo
paziente da trattare. Nei pazienti con elevato rischio
cardiovascolare il target da raggiungere è stabilito in livelli
di LDL-C < 100 mg/dl e preferibilmente < 70 mg/dl nei pazienti a
rischio più elevato come i pazienti con Sindrome Coronarica
Acuta (SCA) o i diabetici con manifestazioni cliniche di
malattia cardiovascolare. Numerosi studi osservazionali e survey
europee mostrano come il raggiungimento del target nella pratica
clinica in pazienti ad alto rischio cardiovascolare sia limitato
a una percentuale di pazienti < 30% nonostante il trattamento
con statine. Il mancato raggiungimento del target nonostante un
trattamento dietetico adeguato può essere determinato da diversi
fattori :
a)
dosi non appropriate di statine per intolleranza agli inibitori
della CoA reduttasi
b)
efficacia parziale di dosi adeguate di statine per distanza tra
target e livelli iniziali di LDL-C > 50%
E’ pertanto necessario disporre di farmaci con meccanismo
diverso dalla inibizione della CoA-reduttasi che possano essere
efficacemente associate alle statine o sostituirle.
L’ Ezetimibe inibisce l'assorbimento del colesterolo biliare ed
intestinale e riduce significativamente il colesterolo LDL (LDL-C)
e non-HDL (non-HDL-C) quando utilizzato da solo o in
combinazione con statine.
Nonostante i benefici della riduzione del colesterolo con
ezetimibe, usato da solo o in associazione, molte polemiche si
sono innescate in passato rispetto al beneficio clinico di
questo farmaco , sia in termini di efficacia che di sicurezza.
Queste polemiche sono state determinate sostanzialmente da 2
studi sperimentali :
à
l’ ENHANCE trial , che non mostrava differenze significative tra
statina e statina + ezetimibe nella riduzione del burden
aterosclerotico stimato con la misurazione dello spessore del
complesso intima-media delle carotidi (C-IMT) in pazienti con
ipercolesterolemia familiare ;
à
lo studio SEAS che in pazienti anziani con stenosi aortica
mostrava un trend negativo , peraltro non statisticamente
significativo, per mortalità da cancro nei pazienti trattati con
ezetimibe, a fronte di un mancato raggiungimento dell’ obiettivo
primario dello studio stesso , costituito dalla progressione
clinico-strumentale della valvulopatia aortica degenerativa.
Sulla base delle controversie generate da questi due studi per
lungo tempo l’ ezetimibe non è stato considerato come un farmaco
“di prima linea” nel trattamento delle dislipidemie e nella
prevenzione cardiovascolare.
La pubblicazione di diverse revisioni cliniche, di metanalisi e
di studi clinici randomizzati che hanno verificato le ipotesi
generate dall’ ENHANCE e dal SEAShanno sostanzialmente
modificato queste iniziali perplessità , e oggi l’ uso clinico
dell’ Ezetimibe da solo o in associazione alle statine è
considerato da tutte le Linee-Guida e dalla ultima nota 13
aggiornata dell’ AIFA.
Appare perciò utile una revisione e una puntualizzazione dei
meccanismi biologici, degli effetti sui lipidi , della sicurezza
e dell’ efficacia clinica dell’ Ezetimibe finalizzata a
definirne il ruolo reale che il farmaco può avere nella pratica
clinica.
Meccanismo di azione
I livelli plasmatici di colesterolo derivano da 2 fonti
primarie : la production da parte del fegato e dei tessuti
periferici e l’ assorbimento intestinale del colesterolo di
origine dietetica e biliare.I livelli plasmatici di colesterolo
sono regolati da una relazione interattivatra la produzione
epatica e l’ assorbimento intestinale. L’Ezetimibe inibisce il
trasporto di colesterolo inibendo la Proteina di Niemann-Pick
C1-Like -1 (NPC1L1) che a sua volta regola il trasporto del
colesterolo nell’ enterocita e l’ interfaccia con l’ epatocita
con un meccanismo non del tutto chiarito a livello molecolare.
Riducendo l’ assorbimento di colesterolo nell’ enterocita e
nell’ epatocita , la formazione di chilomicroni e la loro
secrezione e contemporaneamente il flusso retrogrado del
colesterolo dalla bile, l’ ezetimibedepleta il pool epatico di
colesterolo and aumenta la espressione dei recettori per le LDL
sulla superficie degli epatociti. Il risultato è la riduzione
dei livelli serici di LDL.
Dopo essere stato metabolizzato per processo di
glucoronidazionenel piccolo intestino e nel fegato , l’
ezetimibe viene escreto nella bile nuovamente nel lume
intestinale, e può nuovamente inibire la NPC1L1 . Questo
circuito enteroeptaico rende conto della lunga emivita del
farmaco (22 h) L’ Ezetimibenon viene metabolizzato a livello del
cytocromo P450 e di conseguenza non ha interazioni con i farmaci
metabolizzati a questo livello , diversamente dalle statine.
Tuttavia la biodisponiblità dell’ Ezetimibe può essere aumentata
da fibrati e ciclosporina .
La terapia con Statine riduce significativamente le LDL-C
(35%–60%). Tuttavia la inibizione della produzione di
colesterolo nel fegato da parte delle statine determina un
aumento compensatorio nella produzione di recettori LDL nel
fegato ed aumenta l’ uptake epatico delle LDL-C sieriche
aumentando nel contempo il colesterolo intestinale Di converso
, il trattamento con ezetimibe in monoterapia sembrerebbe
indurre la espressione della HMG-CoA reduttasi . In conseguenza
di questi effetti compensatori , il trattamento combinato con
statine ed ezetimibe ha un effetto additivo sulla riduzione dei
livelli di LDL.
Efficacia dell’ Ezetimibe
Una meta-analisi di 8 trials controllati verso placebo (2700
pts con ipercolesterolemia ) indica che in monoterapia l’
ezetimibe a 10 mg die per un minimo di 12 settimane riduce del
18.5% le LDL-C , aumenta del 3% le HDL-C, riduce i
trigliceridi dell’ 8% e del 13% il colesterolo totale . La
terapia di combinazione (ezetimibepiu statine) è maggiormente
efficace rispetto alla terapia con sole statine , incrementando
del 16-20% la riduzione delle LDL-C e del colesterolo totale. La
combinazione con l’ ezetimibe sortisce in realtà effetti diversi
secondo la statina con cui viene associata : i migliori
risultati si ottengono in associazione con la atorvastatina
(LDL-C -80% con atorva 80 + ezetimibe 10 mg) che tra le statine
sembra essere quella che maggiormente attiva il circolo
entero-epatico del colesterolo. La associazione
atorvastatina-ezetimibe , riducendo intensivamente le LDL-C,
riduce anche la hs-CRP (-36% rispetto alla sola statina). La
tabella 1, che riporta la riduzione percentuale delle LDL-C con
le varie statine disponibili in Italia, dimostra come quando sia
necessaria una riduzione delle LDL superiore al 50% la
associazione con ezetimibe sia sempre da considerare,
soprattutto se per favorire il mantenimento dell’ effetto a
distanza si ritenga utile utilizzare dosaggi non massimali di
statine allo scopo di ridurre i potenziali effetti collaterali e
in particolare le mialgie con o senza aumento delle CK
muscolari. Coerentemente con i dati di efficacia, la ultima nota
13 ha approvato la prescrivibilità dell’ Ezetimibe in
associazione con le statine per il raggiungimento del target
terapeutico, e in monoterapia per i pazienti che non tollerano
le statine.
Sicurezza dell’ Ezetimibe
Rispetto a tutti gli altri farmaci utilizzati per la riduzione
dei lipidi (statine, niacina, fibrati) l’ ezetimibe
inmonoterapia appare il farmaco più sicuro. Sia in monoterapia
sia in combinazionecon altri farmaci e in particolare con le
statine la sicurezza dell’ ezetimibe è stata ben documentata .
L’ ezetimibe causa aumento delle transaminasi simili al placebo
inmonoterapia , e anche in combinazione con le statine non si
hanno incrementi superiori rispetto al solo trattamento con
inibitori della CoA-reduttasi. A parità di riduzione delle
LDL-C, utilizzando dosaggi più bassi di statine, l’ aumento
delle transaminasi è inferiore. In una meta-analisi di 18
trailscon statina piùezetimibe o placebo in 14,471 soggetti le
mialgiecon o senza miosite o aumento della CKsono riportate
comunemente con le statine, ma non con l’ ezetimibe; l’
associazione non aumenta il rischio di mialgia o rabdomiolisi.
Alcuni trials e metanalisi hanno segnalato un rischio aumentato
di cancro associate a bassi livelli di LDL-C .
Nello studio SEAS una aumentata incidenza di cancro è stata
riportatanel gruppo trattato con ezetimibepiu statina rispetto
al gruppo trattato con sola simvastatina : 11.1% vs 7.5%.
Tuttavia una analisi combinata di trial più ampi (SHARP,
IMPROVE-IT e lo stesso SEAS) non ha supportato questo dato.
La mancata correlazione tra ezetimibe e aumentata incidenza di
cancro è stata confermata anche da studi osservazionali nella
pratica clinica quotidiana.
Diverse metanalisi hanno successivamente smentito la
correlazione tra assunzione di statine e cancro, evidenziando
come l’ incidenza di cancro fosse semplicemente correlata alla
età avanzata e ai bassi livelli di LDL-C indipendentemente dalla
assunzione di statine o altri farmaci ipolipemizzanti.

Figura 1 . Riduzione degli eventi cardiovascolari nello SHARP e
nel SEAS, in relazione alla riduzione delle LDL. I dati sono
espressi in comparazione con la metanalisi del Cholesterol
Treatment Trialist.
Trial Clinici con Ezetimibe
La efficacia dell’ ezetimibe in associazione alle statine è
stata valutata in diversi contesti clinici.
Nello studio SEAS pazienti con stenosi aortica lieve-moderata e
senza indicazione a terapia con statine venivano trattati con
simvastatina40 mg + ezetimibe 10 e confrontati con un gruppo in
placebo. Riducendo il colesterolo LDL del 61% , pur non
modificando il decorso clinico della stenosi aortica , la
associazione simvastatina/ezetimibe riduceva del 41% gli eventi
cardiovascolari complessivi, con una proporzionalità diretta tra
entità della riduzione delle LDL e riduzione degli eventi e con
una maggiore evidenza nel sottogruppo di pazienti con minore
entità della stenosi aortica (Figura 1). Nello studio SHARP
pazienti con insufficienza renale cronica (dializzati e non
dializzati) venivano trattati con simvastatina 20 mg + ezetimibe
10 mg , e confrontati con pazienti in placebo. Dopo 5 anni di
trattamento i pazienti trattati con la associazione mostravano
una significativa riduzione degli eventi cardiovascolari
maggiori (-17%, p = 0.0021),con stretta correlazione tra
riduzione delle LDL e riduzione della mortalità e in assenza di
effetti sfavorevoli significativi, inclusi rabdomiolisi e
miopatie. La efficacia della associazione Ezetimibe/Simvastatina
nello SHARP è apparentemente in contrasto con i risultati
ottenuti con la rosuvastatina (AURORA) e con la atorvastatina
(4D) , trials nei quali gli effetti neutri sono spiegati dalla
selezione di pazienti più gravi , già in dialisi, mentre nello
SHARP solo 1/3 dei pazienti era già stato avviato alla dialisi :
tale considerazione indica che in generale i benefici del
trattamento ipolipemizzante possono essere ottenuti nei pazienti
con stadio meno avanzato di malattia. Nello studio IMPROVE-IT ,
il cui arruolamento si è chiuso in giugno 2013, la associazione
Ezetimibe/Simvastatina è stata testata in 18.000 pts con SCA
recente. Al momento sono solo noti i dati di safety . L’ ipotesi
di lavoro è che la riduzione ulteriore delle LDL rispetto al
gruppo placebo , con livelli attesi in entrambi i gruppi
inferiori ai target dell’ ATP III per i pazienti ad alto rischio
(52 vs 66 mg/dl ) possa condizionare una ulteriore riduzione del
numero di eventi. Per tale motivo è stato necessario un disegno
di studio “event-drive” , di adeguata potenza statistica, e l’
attesa per questi dati si è necessariamente allungata.
Conclusioni
Le controversie che hanno accompagnato la introduzione dell’
Ezetimibe nella terapia cardiovascolare sono ormai superate. L’
Ezetimibe è un farmaco sicuro, ed efficace nel ridurre le LDL-C
sia in monoterapia che in associazione ad altre statine, ed è
risultato efficace nel ridurre gli eventi cardiovascolari anche
in pazienti “complessi” quali i pazienti con insufficienza
renale. Gli ambiti di impiego dell’ ezetimibe nella terapia
cardiovascolare – in monoterapia nei pazienti che non tollerano
le statine e in associazione alle statine per il raggiungimento
del target – sono stati anche “sanciti” dalla nuova nota 13, che
ha riconosciuto il favorevole profilo costo/efficacia del
farmaco in queste due importanti condizioni cliniche di impiego.
