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ANZIANI E FARMACI CARDIOVASCOLARI
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Dalla scheda unica di terapia alla somministrazione del farmaco
: problematiche assistenziali nell’Anziano e nel Grande Anziano
con Malattia Cardiovascolare
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La terapia anticoagulante nell’Anziano e nel Grande Anziano,
tra vecchi e nuovi farmaci
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La terapia antiaggregante piastrinica nell’Anziano e nel Grande
Anziano, tra vecchi e nuovi farmaci
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La terapia trombolitica dell’Anziano e del Grande Anziano
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Storia dell’ Ezetimibe nella prevenzione CV: dalla
fisiopatologia
agli studi clinici fino alla nota 13
Dalla scheda unica di terapia
alla somministrazione del farmaco: problematiche assistenziali
nell’anziano e nel grande anziano con malattia cardiovascolare
Gallo Gerardo, Gnarra Enrico,Tangredi Aniello Puglia Antonio,
Curcio Francesca, Citera Anna, Rizzo Maria, Musto Antonio,
Cirillo Piero, Orlanno Annamaria, Gregorio Giovanni
U.O. UTIC
Cardiologia, Ospedale S. Luca, Vallo della Lucania, ASL Salerno
L’età
cronologica è un indicatore poco preciso dell’invecchiamento
biologico, invecchiare oggi non è più sinonimo di decadimento
fisico anzi, a volte, è l’esatto contrario in quanto con
l’anzianità si aprono nuovi scenari di vita, di pensiero, di
azioni e nuove prospettive.
Il modo in
cui si invecchia dipende da tanti fattori: il corredo genetico,
le abitudini di vita, il livello culturale ed economico la
condizione sociale, il sostegno familiare o solitudine.
Nel rapporto
coi farmaci nell’anziano è facile trovare due atteggiamenti
opposti: un atteggiamento “farmacodipendente” dove le più
normali attività fisiologica devono essere regolarizzate da un
farmaco: le gocce per dormire, quelle per calmarsi, una pillola
per normalizzare le funzioni intestinali, un flaconcino per
aiutate la memoria e, all’opposto, un atteggiamento contrario ai
farmaci: “i farmaci fanno più male che bene” dimezzamento
spontaneo della dose consigliata o addirittura abbandono della
terapia prescritta (complianze bassa).
La virtù
sarebbe assumere i farmaci nel modo corretto e quando veramente
necessario. Spesso, con l'età, aumentano i problemi di salute e
nuovi malanni si sommano ad altri. Al rialzo della pressione
arteriosa si aggiunge l'artrosi; in un paziente diabetico
possono subentrare problemi cardiaci o difficoltà respiratorie.
Gli anziani, in genere, consumano più farmaci perché hanno più
patologie contemporaneamente, in molti casi croniche, che
richiedono trattamenti continuativi. Aumentando il numero di
farmaci assunti, aumenta anche il rischio di effetti negativi
legati alla terapia stessa.
È in questo
contesto che si inserisce l’opera dell’ infermiere nella
somministrazione dei farmaci nell’anziano tenendo presente che
le reazioni avverse nell’età compresa da 60 – 70 anni sono due
volte più frequenti rispetto a soggetti con un età compresa dai
30 – 40 anni. Non solo, ma bisogna anche tener presente che gli
effetti indesiderati legati alla terapia, sono spesso trascurati
o misconosciuti poiché tali manifestazioni sono saghe e poco
riferite quali confusione e ansia. Bisogna anche tener presente
che la normale fisiologia nell’anziano pregiudica l’azione del
farmaco sia per variazioni farmacocinetiche che farmacodinamiche
legato all’età. Le malattie del cuore rappresentano un
importante causa di morbilità e mortalità nel soggetto anziano.
Il processo di invecchiamento provoca modificazioni funzionali
delle attività cardiache a volte difficili da distinguere da
quelle dovute spesso a ulteriori malattie. Infatti nell’anziano
possono manifestarsi segni e sintomi tipici di malattie
cardiovascolari, ma anche segni atipici che siconfondono, per
esempio, con le più comuni sindromi influenzali. Di solito il
trattamento farmacologico delle malattie cardiovascolari
comporta l’uso di farmaci che un soggetto anziano può tollerare
meno bene rispetto ad un soggetto giovane, anche perché spesso
l’anziano assume altri farmaci per il coesistere di più malattie
contemporaneamente. Questa è la ragione per cui tutti i farmaci
da somministrare ai soggetti anziani devono essere accuratamente
valutati al fine di evitare possibili interazioni inutili ed
effetti collaterali importanti. La popolazione anziana risulta
essere più esposta alle reazioni avverse. Secondo alcuni dati
americani il 30% dei ricoveri ospedalieri è legato a reazioni
avverse da farmaci le quali rappresentano la quinta causa di
morte nei pazienti ricoverati.
La
somministrazione del farmaco ai pazienti ricoverati presso la
nostra U.O. rappresenta, ovviamente, un momento fondamentale
nell’erogazione dell’assistenza infermieristica. In passato la
terapia farmacologia veniva prescrittadal medico annotandola
sulla cartella clinica e poi trascritta dall’infermiere sulla
foglio di terapia. Di conseguenza le possibilità di errore
erano rappresentate dalla mancata e/o errata trascrizione oltre
che da errori posologici legati a difficoltà grafico
interpretativi. Per ovviare questo problema, già da diversi
anni, si è messa a punto la scheda unica di terapia. Questa si
compone di un foglio dove sono riportate, oltre ai farmaci da
somministrare, tutte le informazioni principali che l’infermiere
deve conoscere prima di poter somministrare la terapia
prescritta. Innanzitutto è necessario l’identificazione del
paziente; a tale scopo è previsto uno spazio dove incollare il
bollino con i dati identificativi del paziente stampato all’atto
del ricovero. Si segnalano, oltre al numero di letto
assegnatogli, anche eventuali allergie ai medicinali e/o ad
altre sostanze, se il paziente è diabetico o è in trattamento
fisioterapico necessario per la riabilitazione post evento. La
scheda viene cambiata ogni giorno ed è possibile annotarvi
prescrizioni di farmaci per via orale, endovenosa, sotto cute e
una tantum per la terapia estemporanea. La data e gli orari di
terapia sono riportati in calce alla scheda ed è prevista la
sigla dell’infermiere che somministra la terapia. La sua
compilazione è assegnata al medico che quotidianamente visita
il paziente, e oltre alla prescrizione del farmaco egli appone
la propria firma nello spazio previsto. La prescrizione del
farmaco si registra specificandolo per iscritto nell’apposito
rigo, si specifica la via di somministrazione presceltae si
appone il segno convenzionale della prescrizione. A tale
proposito è necessario ricordare che la scheda unica di terapia
si compone anche di una legenda, di seguito specificata i cui
segni convenzionali indicano lo stato della terapia in corso.
(figura 2).Se la terapia non dovesse essere somministrata, se ne
segnaleranno le motivazioni secondo il numero riportato di
seguito (figura 3)
Conclusioni.
La
prescrizione di terapia farmacologica nel paziente anziano, in
particolare in quello affetto da patologia cardiovascolare, è un
atto medico/infermieristico importante che deve tener conto di
possibili effetti collaterali dei farmaci, della loro
farmacodinamica e farmacocinetica che nel paziente anziano si
sono documentati negli anni.

Figura 1 Scheda Unica di Terapia
Figura 2 legenda stato della terapia in corso
Figura 3 legenda terapia non somministrata
Ai fini di
ridurre al minimo il rischio clinico legato ad errori di
prescrizione/somministrazione dei farmaci, che in pazienti
anziani potrebbero rivelarsi particolarmente deleteri, uno dei
provvedimenti presi è stato la messa a punto della scheda unica
di terapia in modo che essa costituisca un unico riferimento per
la gestione della terapia farmacologica. La soluzione grafica di
tale scheda, (figura 1) è finalizzata ancora una volta, a
facilitare la gestione della terapia e a ridurre al minimo il
rischio di errore. Nella nostra U.O. tale scheda, adottata già
da qualche anno, si è rivelata utile e funzionale allo scopo che
ci si è prefissato.
BIBLIOGRAFIA
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Infermieristica Il Cuore Oggi e Domani 2007 Paestum 4-5- ottobre
2007 Atti
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Q.Tozzi, P. Di Giulio, L. Sabbadin Manuale Cardionursing Centro
Scientifico Editore 2005