L’ Embolia Polmonare
nell’Anziano e nel Grande Anziano
Antonio Aloia,
Filippo Gatto,
Onorina Rizzo,
Giovanni
Gregorio
U.O.
UTIC Cardiologia, Ospedale S. Luca, Vallo della Lucania,
ASL Salerno
L’Embolia
Polmonare è un’emergenza cardiovascolare dovuta ad
un’ostruzione del letto vascolare polmonare causata da un embolo
o da altro materiale che raggiunge i vasi polmonari attraverso
il sistema circolatorio, questo stato di cose può indurre un
grave scompenso acuto del ventricolo destro.



E’ la terza causa di morte dopo l’infarto miocardico e lo stroke.
Rappresenta l’1% delle cause di morte intraospedaliera, con
un’incidenza stimata di un caso per mille nella popolazione
generale non stratificata per età. L’incidenza raddoppia ogni
decade: è rara prima dei 40 anni, sicuramente più frequente
sopra i 65 anni, interessa più frequentemente il sesso maschile
che il femminile, ed è solo lievemente inferiore a quella dello
stroke.
Negli
Stati Uniti, si ritiene che l’embolia polmonare e la sua causa
principale, la trombosi venosa profonda, siano responsabili di
110 000 ricoveri ospedalieri ogni anno, nei pazienti di età > 65
anni. I tassi annuali di incidenza, per 1000 persone di età
compresa tra i 65 e i 69 anni, sono rispettivamente di 1,3 per
l’embolia polmonare e di 1,8 per la trombosi venosa profonda.
Queste percentuali aumentano di pari passo con l’età. Secondo
stime anglosassoni, confermate da recenti italiane, l’ 1% della
popolazione ospedaliera presenta una manifestazione di
tromboembolismo venoso. L’incidenza totale per ogni età della
malattia tromboembolica negli Stati Uniti è stata stimata in
circa 600000-750000 casi l’anno con 200000-300000 ricoveri
ospedalieri, mentre in Italia si stima che ogni anno si
verifichino 60.000 nuovi casi.
Un
terzo degli episodi è fatale e la quasi totalità dei decessi
avviene precocemente entro 1 ora dall’esordio dei sintomi.
L’aumento dell’età media della popolazione ed il più elevato
numero di pazienti che hanno una prolungata sopravvivenza in
corso di malattie, neoplastiche, cardiache o polmonari, farà sì
che nel prossimo futuro l’incidenza di tale severa patologia
possa aumentare.
Nell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania sono state
ricoverarti dal 1 gennaio 2010 al 31 maggio 2013, 64 pazienti,
così distribuiti: 16 nel 2010, 15 nel 2011, 22 nel 2012 e 11
fino al 31 maggio 2013.
Dei 64 pazienti 42 erano femmine e 22 maschi, con un’età media
di 72 anni. I pazienti con età maggiore di 65 anni sono stati
47. I ricoveri sono stati effettuati nelle seguenti U.O. : CRTI
10, UTIC 30, Medicina Generale 2, Medicina Urgenza 16,
Ostetricia 1, Chirurgia d’Urgenza 2, Chirurgia Vascolare 2,
Urologia 1.
PRESENTAZIONE CLINICA
Poiché i sintomi e i segni dell’embolia polmonare sono
aspecifici, e la presentazione clinica può essere variabile,
la malattia può essere sovrastimata o sottostimata, in
particolare negli anziani. Nei pazienti affetti da malattie
cardiache e respiratorie, il rischio di misconoscere questa
condizione è particolarmente elevato. Per tale ragione una
valutazione clinica attenta e accurata nel paziente con sospetto
di embolia polmonare, in particolar modo se sono presenti
fattori di rischio, può portare ad una corretta diagnosi. La
sintomatologia è estremamente variabile ed è la giusta
conseguenza dell’entità dell’impegno vascolare. Nelle forme
non massive i sintomi più frequenti sono rappresentati dalla
dispnea, dal dolore toracico, mentre la sincope
è più frequente nelle forme massive. Talora il paziente può
lamentare anche dolore di tipo pleurico, causato da
infarto polmonare o da embolia dei rami distali con conseguente
irritazione pleurica. Una tachicardia inspiegata,
l’improvvisa comparsa di tosse secca, specie notturna,
possono essere gli unici elementi clinici che possono far
orientare verso una microembolizzazione polmonare. L’interessamento
di vasi di maggior calibro si manifesta invece con la
comparsa di dispnea grave ed improvvisa, mentre un
dolore toracico simil anginoso, da verosimile ischemia del
ventricolo destro, è spesso espressione di una maggiore
compromissione emodinamica. Un episodio sincopale o una
grave ipotensione fino allo shock sono infine
espressione di una embolia polmonare massiva e si
associano a segni e sintomi di ipoperfusione quali cianosi
periferica e/o oliguria. La tabella 1 indica
sintenticamente i principali markers per la stratificazione
del rischio nell’ embolia polmonare
Tabella I
I |
L’immediata valutazione clinica al capezzale del paziente della
presenza o meno dei markers clinici consente di stratificare
il rischio in elevato e non elevato

Criteri clinici predittivi
di embolia polmonare: score di Wells e il Geneva
modificato

DIAGNOSI
La diagnosi di embolia polmonare è difficile. Per poter fare
diagnosi di embolia polmonare bisogna innanzitutto sospettarla,
ma dal momento che i segni e i sintomi sono aspecifici è
necessario avvalersi di una serie di dati strumentali.
Elettrocardiogramma:
in genere, i reperti elettrocardiografici sono aspecifici; il
33% dei pazienti con embolia polmonare ha un ECG normale;
è importante per escludere la presenza di IMA e pericardite, può
essere normale nelle forme sub-massive. Le anomalie più
frequenti sono: tachicardia sinusale persistente;
presenza di S1-Q3 con ST sottoslivellato in D2 (prominenza
dell’onda S nella derivazione I, dell’onda Q nella derivazione III
e inversione dell’onda T nella derivazione III) suggerisce
un’embolia polmonare, questo quadro di sovraccarico delle
sezioni di destra ed eventuale ipertrofia è accompagnato, in
genere, da alte onde R di voltaggio decrescente da V1 a V4
con sottoslivellamento del tratto ST ed onde T negative; onde
P polmonari; BBdx completo o incompleto di recente
insorgenza; contrazioni premature atriali e/o
ventricolari, fibrillazione atriale parossistica di
recente insorgenza, ipertrofia con sovraccarico
ventricolare destro
Emogasanalisi:
l’embolia polmonare spesso provoca un’ipossiemia arteriosa,
dovuta alla riduzione del rapporto ventilazione/perfusione che
si instaura in seguito alla chiusura delle vie aeree e alla
broncocostrizione nei segmenti polmonari adiacenti all’embolo.
Vi contribuiscono anche gli shunt ematici intrapolmonari e la
riduzione della tensione di ossigeno nel sangue venoso misto.
Raramente, si può verificare uno shunt ematico destro-sinistro
attraverso un forame ovale pervio, causato dall’ipertensione
atriale destra conseguente a un’embolia polmonare massiva. Il
riscontro di un gradiente alveolo-arterioso elevato è aspecifico
nella popolazione anziana e non viene utilizzato quasi mai per
la diagnosi di embolia polmonare acuta. D’altro canto, un
gradiente alveolo-arterioso di ossigeno normale non consente di
escludere la diagnosi. Pertanto all’emogasanalisi si evidenzia
un' ipossiemia (PaO2 < 80 mmHg) con un' ipocapnia
(PaCO2 < 40 mmHg) e tendenza all' alcalosi respiratoria
per l' iperventilazione del paziente. L’ipossiemia è un reperto
molto frequente in corso di embolia polmonare, ma circa il 20%
dei soggetti con EP (specie quelli giovani) presentano una
normale pressione parziale di ossigeno.
Rx torace:
è utile per escludere la presenza di altre patologie:
pneumotorace, polmonite, edema polmonare acuto, atelettasia.
Nell' embolia polmonare può essere normale; solo in alcuni casi
senza infarto polmonare può fornire elementi utili:
improvvisa interruzione dell' ombra di un ramo arterioso con
iperdiafania della relativa zona polmonare, dilatazione
del tronco dell' arteria polmonare e del ventricolo destro
con possibile ingrossamento ilare, atelettasia basale
a piastra. In caso d'infarto polmonare non prima di
24-36 ore dal fatto acuto può mostrare opacità
rotondeggianti, lineari, di rado tipicamente triangolari,
localizzate più frequentemente nei lobi inferiori soprattutto a
destra. Talora le opacità si accompagnano ad un versamento
pleurico che può mascherare l' infarto (più frequente a
destra) o l' innalzamento dell' emidiaframma omolaterale.
Le immagini dell'infarto persistono per 8-12 settimane, a
differenza di quelle dell’emorragia polmonare che scompaiono
dopo una settimana, e poi si riducono a lievi strie fibrotiche o
scompaiono del tutto. Altre caratteristiche compatibili con EP
sono il versamento pleurico (38%, con la caratteristica
di essere piccolo, spesso interessante solo l’angolo
costo-frenico), l’atelettasia subsegmentaria, l’infiltrato
polmonare; raramente si osserva la oligoemia (
Westermarkís sign. 11 %), l’oligoemia regionale con dallo stesso
lato lo slargamento dell’arteria polmonare (Fleischerís sign).
Ecocardiogramma:
può risultare di notevole utilità nella diagnosi di embolia
polmonare.
Con l’ecocardiogramma potremmo trovare: un ingrandimento del
ventricolo destro ed ipocinesia della parete libera; un
aumentato rapporto RV/LV (causato dal bulging del setto
nella cavità ventricolare sinistra); un anormale movimento
diastolico del setto interventricolare (SIV) verso la cavità
ventricolare sinistra (sovraccarico di pressione acuto del
ventricolo destro) od un movimento sistolico paradosso del
SIV (sovraccarico di volume acuto del ventricolo destro)
reversibili col migliorare delle condizioni cliniche;
dilatazione dell'arteria polmonare; dilatazione e mancato
collasso inspiratorio della vena cava inferiore (segno che
precocemente si normalizza col miglioramento delle condizioni
cliniche), un aumentato rigurgito tricuspidalico (di
solito a velocità intorno a 3-3,5 m/sec) significativamente
correlato con l'aumento delle pressioni in arteria polmonare.
L’entità della compromissione funzionale del ventricolo destro
risulta il fattore prognostico dotato di maggior potere
predittivo di mortalità a breve termine. Nessuno dei reperti
ecocardiografici appare caratterizzato da elevata sensibilità e
solo la diretta visualizzazione dell’embolo a livello
dell’arteria polmonare, con l’ecocardiografia transesofagea,
consente di fare diagnosi di certezza di embolia polmonare.
In pazienti con shock o ipotensione l’assenza di segni
ecocardiografici di sovraccarico o disfunzione del VD consente
effettivamente di escludere l’embolia polmonare quale causa di
instabilità emodinamica. Per quanto riguarda tutte le situazioni
intermedie (che costituiscono in realtà la maggior parte delle
forme di embolia polmonare), il ruolo dell’ecocardiografia nella
diagnostica dell’embolia polmonare merita di essere pienamente
valutato, soprattutto nell’ambito di studi clinici prospettici,
in particolare al fine di identificare pazienti con embolia
polmonare che possano beneficiare di un trattamento trombolitico
piuttosto che della terapia eparinica nonostante l’assenza di
ipotensione sistemica o di shock.
Dosaggio D-dimero:
il D-Dimero (DD), è un prodotto di degrado della fibrina;
esprime la attivazione della trombina e della fibrinolisi.
Può essere misurato con metodi quantitativi (ELISA) o
serniquantitativi (latex e simili, utilizzando monoclonali).
Mentre i test quantitativi in ELISA hanno bisogno di 5-6 ore per
poter arrivare al risultato, i test semiquantitativi richiedono
solo 20-30 minuti. Il DD ha un valore predittivo negativo del
98% contro però una specificità del 35%, legata al fatto che la
coagulazione può essere attivata da molte condizioni come il
cancro, infezioni, malattie epatiche, scompenso cardiaco,
interventi chirurgici, malattie infiammatorie. Numerosi sono
i motivi che rendono problematici il dosaggio del DD e la sua
interpretazione clinica probabilistica nei pazienti che si
presentano con sintomi, nei pazienti che si presentano
asintomatici per TVP non è considerato utile dosare il DD in
quanto: l) la presenza di altre malattie attivanti la
coagulazione rendono il DD positivo, 2) dipende dal tempo di
comparsa dei sintomi, perchÈ anche se ci troviamo di fronte ad
un paziente che non presenta patologia concomitante dopo 10 gg
dall’evento trombizzante il DD risulta a1 95% negativo, pur in
presenza di malattia. Circa il 60% dei pazienti di età
< 50 anni con sospetta diagnosi di embolia polmonare ha
un’alterazione dei valori di d-dimero. Per contro, il 92% dei
pazienti di età > 70 anni ha una concentrazione di d-dimero
alterata, probabilmente a causa di patologie concomitanti. Di
conseguenza, se il test del d-dimero è negativo, la presenza di
una trombosi venosa profonda o di un’embolia polmonare è
improbabile, ma il riscontro di un test positivo non è di alcuna
utilità nei pazienti > 70 anni. Pertanto un test del D-dimero
negativo con un metodo altamente specifico consente di escludere
con sicurezza la presenza di embolia polmonare.
L'eco color Doppler venoso,
deve essere subito disponibile per non rallentare il processo di
conferma diagnostica, può documentare una TVP dell' asse
femoro-iliaco, sensibilità 93%, specificità 98%.
La scintigrafia polmonare ventilatoria e perfusionale,
La scintigrafia polmonare ha un ruolo chiave nella diagnostica
dellíembolia polmonare, essendo un esame non invasivo,
ampiamente valutato in grandi trial clinici. talora di difficile
esecuzione la ventilatoria per le condizioni critiche del
paziente che non permettono una corretta esecuzione
dell'indagine e per le difficoltà tecniche legate all' indagine
stessa. Una scintigrafia ad alta probabilità di embolia (difetti
di perfusione con ventilazione normale) non necessita di
angiografia per la conferma diagnostica. Una scintigrafia
normale esclude la diagnosi di embolia. Una scintigrafia a
probabilità intermedia o bassa necessità di controllo
angiografico.
La TC spirale del torace con m.d.c.
permette di identificare embolie anche nelle arterie polmonari
di IV ordine. E' una metodica di rapida esecuzione che si va
sempre più diffondendo nella diagnostica della TEP.
L' angiografia polmonare,
meglio se digitale a sottrazione d'immagini, è una flebografia
ascendente con mezzo di contrasto per lo studio della cava
inferiore e della vascolarizzazione polmonare. E' il gold
standard per la diagnosi di embolia polmonare. Le indicazioni
riguardano: 1) pazienti con scintigrafia polmonare scarsamente
diagnostica ma con quadro clinico altamente sospetto, 2)
pazienti in cui sia indicato il trattamento trombolitico o l'
embolectomia, 3) pazienti in cui sia necessario confermare la
diagnosi per un notevole rischio emorragico legato all'impiego
del trattamento anticoagulante per via sistemica.

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T C spirale
polmonare:
è
una metodica eccellente per l’identificazione degli emboli
polmonari nelle arterie polmonari di calibro maggiore
(sensibilità, 94%; specificità, 94%; valore predittivo positivo,
93%; valore predittivo negativo, 95%).
La TC spirale Ë in grado di riconoscere gli emboli a livello dei
tronchi polmonari ed a livello delle arterie segmentarie che
vengono evidenziati come difetti di riempimento. Recenti
affinamenti nella tecnica può portare la risoluzione anche a
livello sub-segmentario.
La percentuale degli emboli
sub-segmentari Tale tecnica è sicuramente meno complessa della
angiografia polmonare e sicuramente di più rapida esecuzione. La
sensibilità e specificità per i trombi segmentali e centrali è
alta (92%)
STRATEGIE DIAGNOSTICHE
Embolia Polmonare a
Rischio Elevato

Embolia Polmonare a
Rischio Non Elevato

TERAPIA


BIBLIOGRAFIA
Linee guida pere la diagnosi e il
trattamento dell’embolia polmonare – G. Italiano Cardiologia
2009; 10 (5); 303 – 347
Task Force on Pulmary
Embolism, European Society of Cardiology Guidelines on diagnosis
and management of acute pulmonary embolis.. Eur Heart J 2000;
21: 1301-36
Braunwald Trattato di Medicina
Cardiovascolare Piccin Editore
