La
Qualità
in Cardiologia
Pasquale Caldarola, Oreste
Pitocchi*
U.O. Cardiologia Ospedale San
Paolo Bari
* O.P.T. Milano
Il complesso tema della qualità
all’interno dell’organizzazione sanitaria non può che essere
affrontato partendo dai due principi base dell’efficienza e
dell’efficacia: rapportando infatti le procedure effettuate
rispetto alle risorse impiegate ragioniamo in termini di
efficienza, così come rapportando i risultati clinici ottenuti
rispetto alle procedure effettuate affrontiamo il tema
dell’efficacia. Il sistema nel suo complesso deve essere altresì
sempre più in grado di trovare il giusto equilibrio tra queste
due componenti, coniugando ed integrando l’efficienza con
l’efficacia, giungendo quindi al concetto di rendimento ossia
del rapporto tra risultati clinici ottenuti e risorse
utilizzate. Un concetto certamente non solo matematico ma
strettamente collegato con quanto, quotidianamente, ci troviamo
ad affrontare nei nostri reparti ed a discutere con le nostre
Direzioni.
Si rende necessario quindi
inquadrare il modo migliore per ridurre eventuali sprechi di
risorse ed accrescere i risultati, misurati attraverso opportuni
indicatori.
Un approccio vincente è quello
di effettuare una completa rilettura delle nostre attività in
ottica di Percorsi Paziente, valutando se ed in che misura il
modo in cui attualmente gestiamo i ns. Pazienti sia migliorabile
in termini di omogeneità di trattamento, di riduzione dei
rischi, di valorizzazione delle risorse umane e tecnologiche
utilizzate, di misurazione dei risultati ottenuto

Per non cadere in una pericolosa
autoreferenzialità è necessario continuamente confrontarsi con
se stessi e con gli altri attraverso la definizione e
misurazione di indicatori di processo, di appropriatezza e di
esito, quale unico e vero sistema per validare le decisioni,
siano esse di tipo organizzativo o clinico.
Per garantire affidabilità alle
elaborazioni degli indicatori è indispensabile mettere a punto
un sistema di rilevazione e registrazione dei dati in grado di
coinvolgere tutto il personale in termini di sensibilità ed
attenzione ai “fenomeni determinanti” cui prestare attenzione
durante l’intero percorso del paziente. La disponibilità di dati
oggettivi rende peraltro possibile attivare un importante
processo di comunicazione sia verso
Dobbiamo correttamente
inquadrare la logica sottesa dalla “Clinical Governance”,
integrando approcci spesso frammentari, consolidando la
responsabilità e l’autonomia delle figure professionali sia
mediche che infermieristiche, favorendo l’integrazione della
U.O. di cardiologia con il resto dell’Ospedale e con il
Territorio.


l’interno della U.O.
(condivisione delle performance) sia con l’esterno verso i vari
portatori di interesse, incluso ovviamente il Paziente (carta
dei servizi).
Con riferimento a quanto sopra
riportato, ANMCO intende fornire un contributo nella diffusione
della cultura e dei concetti legati alla Clinical Governance ed
alla Gestione dei Rischi nell’ambito delle UU.OO. di
Cardiologia, proponendo indirizzi e risposte concrete agli
Associati, in accordo con le istituzioni e gli enti regionali.
La nostra Società Scientifica
intende infatti supportare gli ambiti specialistici e clinici
con modelli organizzativi in linea con i requisiti di qualità,
sicurezza ed economicità.
Il modello organizzativo che
ormai da tre anni, assieme alla OPT Consulenza di Direzione, sta
diffondendo in diverse cardiologie italiane sta rispondendo
pienamente ai criteri di semplicità – fruibilità – misurabilità
dimostrando nel concreto di essere in grado di definire ed
affinare Regole, impostare ed aggiornare la Strategia per il
miglioramento e verificare il raggiungimento dei Risultati. Tale
modello organizzativo è certificabile secondo i criteri della
ISO 9001:2008 ed accreditabile secondo i requisiti istituzionali
regionali (27 sono le UU.OO. di Cardiologia sinora certificate
ISO 9001:2008).
La Certificazione ISO 9001 non
deve però essere perseguita con il solo scopo di raggiungere un
attestato di cui effigiarsi ma con la volontà di accrescere una
cultura organizzativa capace di mettere in discussione e di
verificare l’efficienza e l’efficacia consolidati del nostro
modo di operare.
Alcuni esempi di azioni di
miglioramento riconducibili alla implementazione del progetto:
•
Analisi, revisione ed aggiornamento di:
- modello di Cartella
Clinica
- Scheda Terapeutica Unica
- modelli per i Consensi
Informati
- modello per il Consenso
al Trattamento dei Dati
•
Definizione dei criteri per il controllo e registrazione
degli esiti dei controlli riguardo farmaci, dispositivi,
apparecchi elettromedicali e dei dispositivi per l’emergenza
(carrello, defibrillatore, aspiratore, materiale alla testata
dei letti in UTIC..)
•
Mappatura dei rischi per ciascun percorso paziente e
definizione delle azioni preventive (Buone Pratiche per la
Sicurezza del Paziente)
•
Definizione di un modello per la registrazione dei dati e
misurazione degli indicatori (di esito, di appropriatezza, di
struttura e di attività)
In conclusione, è ormai
indispensabile perseguire in maniera decisa una uniformità di
azioni e di linguaggi, tesa a:
·
ricerca di
qualità nell’assistenza
·
riduzione del
rischio clinico
·
coinvolgimento e
responsabilizzazione degli operatori
·
valorizzazione
delle professionalità e dell’impegno degli operatori
al fine di inquadrare ed avviare
un processo di miglioramento continuo per la sicurezza, qualità
ed appropriatezza nella cura del Paziente cardiopatico, nel
rispetto degli obiettivi di tutte le Parti interessate.
