FUMO,
IPERTENSIONE ARTERIOSA, IPERCOLESTEROLEMIA E DIABETE MELLITO IN
UNA POPOLAZIONE DI SINDROMI CORONARICHE ACUTE: DATI DAL REGISTRO
R.O.S.A.
Francesco
Turturiello, Ernesto Pace, Antonio Aloia , Luigi Petraglia, Rosa
Penna , Genny Rinaldi, Giovanni Gregorio
Dipartimento
Cardiovascolare ex ASL SA 3 ASL SALERNO
Il
controllo dei fattori di rischio rappresenta uno dei problemi
più rilevanti nella lotta alle recidive ischemiche cardiache. Al
fine di valutare l’importanza di quattro tra i più frequenti
fattori di rischio (fumo, ipertensione arteriosa,
ipercolesterolemia e diabete mellito) ne abbiamo analizzato la
prevalenza ed il controllo nei pazienti affetti da sindrome
coronaria acuta arruolati nel registro R.O.S.A. (Registro
Osservazionale Sindromi coronariche Acute ASL SA3)
MATERIALI E METODI. In
508 soggetti, di cui 358 maschi (71,3%) e 144 femmine (28,7 %)
con età media di 68,9
12,2 anni, affetti da sindrome coronaria acuta (41 % STEMI;
34,0% NSTEMI; 21,9% angina instabile e 3,1% con BBS di nuova
insorgenza) arruolati nel Registro R.O.S.A. tra l’1 Maggio 2007
e il 30 Aprile 2009, è stata valutata la prevalenza
dell’abitudine tabagica, dell’ipertensione arteriosa,
dell’ipercolesterolemia e del diabete mellito nonché il livello
di controllo di tali fattori di rischio cardiovascolare.
FUMO. 136 soggetti (27%
della popolazione totale) hanno dichiarato all’ingresso di
essere fumatori, 22 (4,4%) di aver smesso da meno di un anno e
128 (25,8%) di non fumare da oltre un anno.
Inoltre, dei 148 soggetti
affetti da cardiopatia ischemica già nota ben 33 (22,3%) hanno
dichiarato di essere ancora fumatori.
IPERTENSIONE ARTERIOSA.
259 soggetti (51,6% della popolazione totale) avevano
un’anamnesi positiva per ipertensione arteriosa. Di questi, 181
(69,9%) erano in trattamento con farmaci antipertensivi. 118
pazienti (23,5% della popolazione totale) hanno presentato
valori pressori all’ingresso superiori ai limiti della norma. In
65 pazienti (25,1%) dei 259 con anamnesi positiva per
ipertensione arteriosa sono stati riscontrati valori pressori
superiori alla norma. Tuttavia, anche in 44 pazienti (24,3%) dei
181 che erano in terapia antipertensiva si è riscontrato un
insufficiente controllo dei valori pressori.
Dei 148 pazienti con
cardiopatia ischemica nota, 89 (60.1%) avevano un’anamnesi
positiva per ipertensione arteriosa e, di questi, 81 (91%) erano
in trattamento antipertensivo ma in un quarto dei casi sono
stati riscontrati valori pressori superiori ai limiti della
norma.
IPERCOLESTEROLEMIA. 141
soggetti (28,1% della popolazione totale) avevano un’anamnesi
positiva per ipercolesterolemia. Di questi 141 pazienti, solo 20
(14,2%) presentavo dei valori di colesterolo adeguati. Inoltre,
72 pazienti (51%) erano in trattamento con
ipocolesterolemizzanti ma solo in 15 casi (20,2%) i valori di
colesterolo LDL erano a target.
Dei 148 pazienti con
anamnesi positiva per cardiopatia ischemica nota, 57 (38,5%)
avevano anche un’anamnesi positiva per ipercolesterolemia e di
questi, 46 (80,7%) erano in trattamento con
ipocolesterolemizzanti. Infine, dei 148 pazienti con anamnesi
positiva per cardiopatia ischemica nota, 32 (21,6%) presentavano
livelli di colesterolo LDL a target.
DIABETE. 128 pazienti
(25,5%della popolazione totale) avevano un’anamnesi positiva per
diabete mellito ma 92 (71,9%) erano in trattamento
ipoglicemizzante e solo 20 (15,6%) avevano valori di glicemia in
buon compenso farmacologico. Anche nei pazienti in terapia sono
stati trovati valori di glicemia al di sopra della norma,
infatti dei 77 soggetti in terapia solo 15 avevano normali
valori glicemici (19,5%). Tuttavia in corso di ricovero, 319
soggetti (63,5% della popolazione totale) hanno presentato
valori glicemici patologici.
Dei 148 pazienti con
cardiopatia ischemica nota, 56 (37,8%) avevano un’anamnesi
positiva per diabete mellito, e 49 dei quali (87,5%) erano in
terapia con ipoglicemizzanti. Tuttavia, 93 soggetti (62,8%) su
148 cardiopatia ischemica nota presentavano all’ingresso valori
di glicemia al di sopra della norma.
CONCLUSIONI: tali
risultati dimostrano chiaramente l’alta prevalenza di questi
quattro principali fattori di rischio cardiovascolare nella
popolazione studiata. Inoltre, il dato ancor più allarmante
emerso dallo studio è l’inadeguato controllo di tali fattori di
rischio sia nella popolazione generale sia nei soggetti che
assumono già una terapia. E’ altrettanto importante sottolineare
che, anche nei soggetti con cardiopatia ischemica nota, vi sia
un insufficiente controllo dei principali fattori di rischio con
una prevenzione secondaria spesso inadeguata, esponendo pertanto
tale popolazione ad un elevato rischio di reciva di accidenti
cardiovascolari.