LA GESTIONE FARMACOLOGICA DEL PAZIENTE
CON FIBRILLAZIONE ATRIALE
Gerolamo Sibilio, Luigi Cavuto
U.O. Utic Cardiologia P.O. S. Maria delle Grazie- Pozzuoli
ASL Na2 Nord
Epidemiologia
La fibrillazione atriale (FA)
rappresenta l' aritmia più comune nella pratica clinica.
La sua prevalenza aumenta con l'
età:dal 3,8% nei pazienti con età maggiore di 60 anni, fino a
circa il 9% nei pazienti ultraottantenni.
Nel 2050 la FA sarà presente nel
2% della popolazione generale ed in proporzione maggiore in
quella anziana.
La FA è spesso associata a
patologie cardiovascolari:tale coesistenza determina una
prognosi peggiore.
Terapia antiaritmica
Gli obiettivi del trattamento
farmacologico della FA sono rappresentati dalla riduzione del
rischio tromboembolico (oggetto di un' altra relazione) e dal
controllo della sintomatologia clinica.
La riduzione dei sintomi si
ottiene con il controllo della frequenza ventricolare e/o con il
ripristino ed il mantenimento del ritmo sinusale.
Non sembra al momento esserci
una chiara superiorità tra le due differenti strategie
terapeutiche (controllo della frequenza versus controllo del
ritmo).
La strategia globale di
trattamento deve essere differenziata per ogni paziente (“tailored
therapy”), tenendo conto della sintomatologia determinata
dallo scarso controllo della frequenza cardiaca, dalla perdita
della sincronia AV o della contrazione atriale, e tenendo conto
dei sintomi secondari agli effetti collaterali dei farmaci
(rischio proaritmico).
Le strategie farmacologiche per
la cardioversione della FA sono raccomandate dalle linee-guida
dell' AHA/ACC/ESC del 2006 (Guidelines for the Management of
Patient with Atrial Fibrillation).Tra gli agenti
farmacologici di “provata efficacia”per il trattamento della
FA, fino a 7 giorni dalla sua comparsa, sono raccomandati
(Classe I; Livello di Evidenza A) la dofetilide (orale), l'
ibutilide (e.v.),il propafenone (orale ed e.v.),la flecainide
(orale ed e.v.).
L' amiodarone (orale ed e.v.) ha
una Classe di raccomandazione IIa con un livello di Evidenza A.
Se la FA è di durata > 7 giorni,
i farmaci consigliati per cardioversione farmacologica sono:la
dofetilide (Classe I; Livello di Evidenza A); l' ibutilide e l'
amiodarone ( Classe IIa; Livello di Evidenza A).Tutti gli altri
antiaritmici non sono raccomandati (Classe IIb e III).
Per quanto concerne il
trattamento farmacologico, mirato al controllo della frequenza
cardiaca dei pazienti con FA, senza evidenza di via accessoria,
in un setting acuto, sono consigliati:beta bloccanti,
quali l' esmololo,il propranololo ed il metoprololo (Classe I;
Livello di Evidenza C) e calcioantagonisti, quali verapamil e
diltiazem (Classe I; Livello di Evidenza B).
Se è presente una via accessoria
è utilizzabile l' amiodarone (Classe IIa; Livello di Evidenza
C).
Il controllo della frequenza
cardiaca dei pazienti con scompenso cardiaco, senza via
accessoria, deve essere effettuato con digossina (Classe I;
Livello di Evidenza B) o con amiodarone (Classe Iia;Livello di
Evidenza C).
In un setting non acuto
il trattamento farmacologico a lungo termine, per ridurre la
frequenza cardiaca, deve essere effettuato con beta bloccanti e
calcio antagonisti; mentre nei pazienti con scompenso cardiaco,
senza via accessoria,va utilizzata solo la digitale (l'
amiodarone ha una Classe di raccomandazione IIb con un Livello
di Evidenza C).
Terapia non antiaritmica
La FA determina di per se'
modifiche strutturali ed elettrofisiologiche degli atri, che
determinano l' innesco ed il perpetuarsi della FA (“Atrial
fibrillation begets atrial fibrillation”).
Alcuni farmaci (ACE-I; ARBs;
statine; Omega3; spirolonattone; pirfenidone) hanno dimostrato
efficacia antiaritmica, in modelli animali, riducendo la fibrosi
atriale.
Pertanto è stata proposto, da
alcuni autori, l' utilizzo di tali farmaci come ”upstream
therapy” per prevenire il rimodellamento strutturale ed
elettrico dell' atrio.
L' analisi retrospettiva di
molti studi controllati (SOLVD,TRACE,LIFE VALHEFT,VALUE,LIFE,MADRID)
ha evidenziato una riduzione degli episodi di FA nei pazienti in
trattamento con ACE-I ed ARBs.
Tuttavia il GISSI AF -uno studio
multicentrico, prospettico e randomizzato,disegnato per
valutare l' effetto del valsartan sulla prevenzione della
ricorrenza di FA- non ha confermato le suddette evidenze.
Nel GISSI AF non si è
riscontrata alcuna differenza, nell' endpoint primario (tempo
alla prima recidiva di FA), tra il trattamento farmacologico con
valsartan e quello con placebo; né vi era alcuna differenza tra
le ospedalizzazioni cardiovascolari e quelle per tutte le cause
(endpoint secondari) nei due bracci esaminati.
Proiezioni future
I nuovi farmaci antiaritmici,
oggetto di studio, si possono dividere in:
1)
Agenti che “rallentano la ripolarizzazione dell' atrio” (Vernakalant;Xend0101);
2)
Agenti che sono analoghi modificati di tradizionali
antiaritmici (Dronedarone;celivarone;ATI- 2042);
3)
Agenti che agiscono con meccanismo non tradizionale
(antagonismo degli stretch receptors; blocco dello
scambio Na-Ca; inibizione del canale lento del Na; modulazione
delle gap junnctions ).
Nelle prospettive future, un
ruolo importante sarà affidato alla terapia genica.