l’ ecostress :
Quando, perché E COME ESEGUIRLO
Quando, e perchè non
ESEGUIRLO
Sergio Severino, Antonello D’Andrea, Maria Macrino, Marco Pascotto,
Agata Lamberti, Alfonso Martiniello, Sergio Padula, Pio Caso
U.O.S.D. Diagnostica Non Invasiva Dipartimento di Cardiologia
Azienda ad Alta Specialità Monaldi (Napoli)
L’ecostress, sia fisico sia
farmacologico, è considerata la tecnica di elezione (Classe 1)
per la diagnosi di ischemia miocardica e per la stratificazione
del rischio in pazienti con elettrocardiogramma non
interpretabile e/o non in condizioni di eseguire un esercizio
fisico. Numerose sono le ragioni che pongono l’ecostress in
pool position fra i test di induzione di ischemia :
-Ampia disponibilità sul
territorio (tutti gli ospedali sono dotati di un ecocardiografo)
-Elevata efficacia
(sensibilità/specificità/accuratezza diagnostica)
-Elevata sicurezza (studi
multicentrici randomizzati)
-Basso costo economico e basso
rischio biologico
Il marker di ischemia è
meccanico e consiste nella riduzione
dell’ispessimento/movimento dell’endocardio normalmente
valutata soggettivamente (“visual estimation”) grazie al fatto
che l’occhio umano è capace di integrare informazioni in
brevissimo spazio di tempo.
Persistono perplessità circa
l’eccessiva soggettività dell’interpretazione che viene
comunque considerevolmente ridotta con il training e la
standardizzazione della lettura e con l’utilizzo di tecniche
quali seconda armonica tissutale ed i mezzi di contrasto. Molto
promettenti sono le tecniche di quantizzazione tissutale
(soprattutto strain Doppler e strain bidimensionale).
L’induzione d’ischemia viene provocata o con esercizio fisico
(cicloergometro in posizione semisupina) o con dobutamina a dosi
crescenti (aumento dell’inotropismo/frequenza e pressione
arteriosa), o con dipiridamolo (0.84/mg/Kg in 6’, per
vasodilatazione inappropriata). Esistono poi una serie di
condizioni cliniche oltre la cardiopatia ischemica
(cardiomiopatie, valvulopatie, scompenso ecc.) in cui il ruolo
dell’Ecostress si sta sempre più affermando. In tal caso vengono
valutati con il Doppler Continuo e Pulsato altri parametri quali
gradienti transvalvolari, pressione polmonare, ampiezza dei
rigurgiti ecc.). Al fine di qualificare il rapporto costo/
beneficio e rischio/ beneficio di qualsiasi prestazione
sanitaria è stato introdotto in clinica il concetto di
“appropriatezza“. Un esame (così come un intervento
terapeutico) viene definito appropriato se i benefici
attesi superano in maniera rilevante i rishi/costi derivanti
dalla sua esecuzione. L’appropriatezza delle cure e
delle prestazioni è diventato un tema che richiama l’attenzione
sempre crescente del mondo sanitario in generale (erogatore
pubblico, pazienti e sanitari) e delle società scientifiche in
particolare. È stato ribadito quindi che il rispetto
dell’appropriatezza è un requisito indispensabile sia sotto il
profilo clinico (qualità dell’assistenza) sia economico nella
gestione delle liste di attesa. Sono stati recentemente
pubblicati i criteri di appropriatezza per l’ecostress dall’AHA
ed ACC. Viene attribuito uno score di appropriatezza da 1 a 9
per i vari scenari clinici: gli esami vengono definiti
appropriati se realizzano un punteggio da 7 a 9, non appropriati
da 1 a 3 e di incerta appropriatezza da 4 a 6. Ai fini della
valutazione della appriapratezza vengono tenuti in considerazone
anche i livelli di rischio del singolo paziente.
Cardiopatia ischemica
Paziente sintomatico (angina o
equivalente anginoso)
Quando l’ecg non è
interpretabile e/o vi è inabilità all’esercizio fisico o a
prescindere dall’ecg e dalla capacità di esercizio ed il
paziente ha una elevata probabilità pre- test di coronaropatia.
(score di appropriatezza 7-9).
L’ecostress non è appropriato
invece (score 1-3) in pazienti a bassa probabilità pre-test e
con ecg interpretabile e capacità di esercizio.
Pz asintomatico (coronaropatia
nota o sospetta)
Nei pz asintomatici (anche se
con cardiopatia ischemica nota), non è appropriata
l’esecuzione dell’ecostress ai fini della valutazione
dell’efficacia della terapia medica anche in presenza di
precedenti test patologici.(score < 5).
Non è inoltre indicata la
ripetizione annuale dell’esame anche in pz a rischio elevato.
Solo in caso di un peggioramento e/o variazione delle
condizioni cliniche è consigliabile eseguire un eco stress.
(score 8).
Pz sintomatico post
rivascolarizzazone coronarica (PTCA/BY-PASS A-C)
E’ consigliabile l’ecostress
(score 8) nei pazienti sottoposti ad intervento di PTCA e
By-pass aorto coronarico e che presentano angina o equivalenti
ischemici (ma non nell’immediatezza della procedura).
Pz asintomatico dopo
rivascolarizzazione coronarica (PTCA/BY-PASS A-C)
Nonostante la prassi consolidata
dei clinici di sottoporre i pazienti a controlli periodici dopo
procedure di rivascolarizzazione con test di induzione di
ischemia (a prescindere dalla sintomatologia) le linee guida ci
ricordano che non è appropriato sottoporre ad ecostress
(score < 4) pz asintomatici (anche se asintomatici ma con
ischemia silente prima dell’intervento) entro cinque anni
dal by-pass aorto coronarico o 2 anni dalla PTCA.
. Pz con accertata
coronaropatia ma di incerto significato (alla coronarografia o
alla MSCT)
Spesso nei casi di stenosi
coronariche intermedie (50-70) e sintomatologia non chiara è
necessaria una dimostrazione di ischemia. In tal caso appare
molto utile un test di imaging quale l’ecostress. (score 8).
Pz con Cardiomiopatia ischemica
per la ricerca della vitalità miocardica
Nei pz con precedenti infartuali
(soprattutto se con severa compromissione della funzione
sistolica) viene consigliato (score 8) l’ecostress (dobutamina )
per identificare il miocardio disfunzionante ma che se
rivascolarizzato (quando sotteso da coronarie severamente
stenotiche) ha la possibilità di riprendere la funzione
contrattile (la risposta bifasica sembra essere la più
predittiva di ripresa contrattile).
OLTRE LA CARDIOPATIA ISCHEMICA
Pz con nuova diagnosi di
Scompenso Cardiaco o di disfunzione ventricolare sn
Nell’accertamento
dell’etiologia dello scompenso cardiaco o nella disfunzione
ventricolare asintomatica appare utile sottoporre i pazienti ad
ecostress innanzitutto per escludere un’ origine ischemica e
valutarne la riserva contrattile (incremento della frazione
d’eiezione al picco dello stress).
Pz con fibrillazione atriale di
nuova insorgenza o di tachicardia ventricolare non sostenuta
(ecostress fisico)
Sempre ai fini dell’accertamento
dell’etiologia delle aritmie è ritenuto opportuno (score 7)
eseguire l’ecostress per accertare/escludere la presenza di
coronaropatia.
Valutazione pre-operatoria
(chirurgia maggiore non cardiaca)
L’ecostress viene sempre più
spesso richiesto in previsione di interventi chirurgici
complessi in considerazione del fatto che in caso di positività
del test la terapia con betabloccanti riduce l’incidenza di
eventi cardiovascolari. L’ecostress è indicato nei pz con
rischio intermedio/alto di coronaropatia e ridotta capacità di
esercizio. (score 7-8). Non è invece appropriato nei pz a
rischio basso/intermedio anche se con ridotta capacità di
esercizio
Pz con valvulopatia
Nei pz affetti da stenosi
mitralica giudicata severa ( per area mitralica) ma in assenza
di sintomi o viceversa se considerata di grado lieve-moderato
ma in presenza di sintomi, è opportuno eseguire l’ecostress
(preferibilmente fisico) limitato alla valutazione del
gradiente medio e della pressione polmonare durante esercizio
(score 7-8).Nei pz.con stenosi aortica associata a disfunzione
ventricolare sn (bassa frazione d’eiezione) è consigliabile
eseguire un ecostress con dobutamina a bassa dose per valutare
la riserva contrattile (incremento della frazione d’eiezione)
e differenziare una pseudostenosi aortica (incremento
dell’area aortica con l’infusione di dobutamina) da una
stenosi aortica fissa associata a disfunzione ventricolare sn
secondaria alla valvulopatia.(score 8).
Nell’insufficienza aortica e
mitralica severa in pz asintomatici quando non sono soddisfatti
i criteri di operabilità, l’ecostress (con esercizio o
dobutamina) è considerato appropriato (score 7 valuta il
comportamento del rigurgito e della frazione d’eiezione con lo
stress.
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