Terapia di
Resincronizzazione:
il Problema dei non
Responders
P Caso ,AR Martiniello , S Severino,G Tassinario , F Nappi,
MA Macrino , I Caso*, ,R Calabrò
Diagnostica non Invasiva,
Dipartimento di Cardiologia,Azienda Ospedaliera Monadi
Napoli.
*Dipartimento Cardiovascolare,U.O. Utic-Cardiologia
Ospedale San Luca , Vallo della Lucania
Dopo le conclusioni del recente
studio PROSPECT, che ha dimostrato la modesta sensibilità e
specificità (nonostante il training e l’analisi centrale) di
molti parametri usati comunemente per identificare i
responders alla CRT si è andato sempre più diffondendo un certo
scetticismo verso l’ecocardiografia ed i suoi parametri usati
per definire l’asincronia fino alla conclusione semplicistica
che “ l’eco non serve” nella resincronizzazione cardiaca(
1,2).Tuttavia è vero che per impiantare un device biventricolare
l’ecocardiografia può anche non servire perché la classe NYHA
III o IV, la FE < 35%, il QRS > 130 msec,terapia ottimizzata
sono elementi che si possono ricavare dall’esperienza clinica e
da altre tecniche.
Ma in realtà per il clinico che
segue pazienti in scompenso cardiaco l’ecocardiogramma va sempre
effettuato, non tanto per prendere la decisione di impiantare o
non impiantare un device, quanto per capire se il paziente sia
uno in grado di rispondere o non rispondere alla terapia con
pace maker biventricolare.
Circa il 30% dei pazienti
,infatti, non risponde alla terapia e sono definiti non
responders . Vanno ,quindi , identificati i criteri che ci
aiutino a individuare i non responders. A complicare le nostre
valutazione esiste anche il fatto che non tutti sono concordi su
come definire un responder. Diversi sono i criteri per definire
i responder quali:a) la riduzione del volume telesistolico
inferiore al 15% o un miglioramento della FE del 5%(
responder volumetrici);b) miglioramento della Classe NYHA e del
tempo di marcia, miglioramento dello score della qualità di vità(
responder clinici senza riduzione dei volumi) ; mentre i non
Responder non presentano né miglioramento clinico, né
volumetrico. I costi sempre crescenti della Sanità pubblica e
la limitata disponibilità di risorse ci obbliga ad identificare
i non responder in modo da evitare l’impianto di devices
biventricolari non utili.
L ‘ecocardiografia ,tecnica non
invasiva ,ripetibile di basso costo, riacquista in tale linea il
suo ruolo di tecnica di appoggio in grado di definire il
paziente non responder alla CRT. Innanzitutto bisogna premettere
che il paziente con cardiomiopatia dilatativa ischemica risponde
in modo meno brillante alla CRT come dimostrato dallo studio
Miracle(3 ). In tale linea vanno identificati i pazienti che
non hanno miocardio vitale con tecniche di valutazione della
vitalità ( eco-stress dobutamina , spessore dei segmenti o
scintigrafia miocardia perfusionale) in quanto un paziente
senza vitalità sarà certamente un non responder .
L’identificazione di pareti ischemiche non vitali sicuramente
pregiudica il successo della terapia resincronizzante come
dimostrato da Chalil che in uno studio mostra come una cicatrice
sulla parete posterolaterale, sede di piu facile accesso per la
Tabella I
Fattori che si associano ai
pazienti non responders
Ø
EZIOLOGIA ISCHEMICA DELLA CARDIOMIOPATIA
Ø
ACINESIA DIFFUSA E MANCANZA DI ASINCRONIA
Ø
ASSENZA DI ACINESIA E MANCANZA DI ASINCRONIA
Ø
MANCANZA DI VITALITA’ SUI SEGMENTI ESAMINATI
Ø
VENTRICOLO ESTREMAMENTE DILATATO > 7.5 CM
Ø
INSUFFICIENZA MITRALICA SEVERA
Ø
INADEGUATA TERAPIA
Ø
ASSENZA DI VENA UTILE DEL SENO CORONARICO
Ø
NON RAGGIUNTA PARETE PIU’ RITARDATA
Ø
ERRONEO SETTAGIO DEL DEVICE
Ø
ERRATA POSIZIONE DELLO STIMOLATORE
Ø
INAPPROPRIATO SETTAGGIO A-V E V-V DELAY
|
stimolazione biventricolare è
associata ad un peggiore outcome clinico nei pazienti sottoposti
a CRT sopprattutto se essa è transmurale( 4). Già Bleeker GB et
al avevano dimostrato come pazienti che alla risonanza magnetica
presentavano una cicatrice in sede posterolaterale del
ventricolo sinistro mostravano una percentuale di successo alla
CRT appena del 14%. Se alla presenza di cicatrice si aggiungeva
poi l’assenza di significatici ritardi la percentuale di
responder si riduceva ulteriormente fino al 11% in netto
contrasto con i risultati dei pazienti che invece mostravano
ritardi in assenza di cicatrice miocardica con percentuale di
successo del 95%. ( 5-6) TAB I. Inoltre i pazienti con estrema
dilatazione telediastolica del ventricolo sinistro > 7.5 cm o
con grave insufficienza mitralica saranno certamente dei non
responder. Un paziente può essere anche un non responder se non
si riesce a raggiungere la parete identificata
dall’ecocardiografia come ideale per presenza di tessuto vitale
o se non ha un anatomia venosa del cuore favorevole del cuore
specialmente come accade durante infarto anteriore ,se il VS
presenta un diametro telediastolico > 7.5 cm (7,8,9). L
‘asincronia di contrazione ha grande importanza. I pazienti con
scompenso ed asincronia di contrazione intraventricolare hanno
una maggiore mortalità rispetto a quelli che non la presentano ;
L’asincronia non a una relazione lineare con ’ampiezza del QRS.
L’ecocardiografia riesce a riconoscre l’asincronia con diversi
metodi alcuni semplici altri molto complessi:
a) Doppler Flussimetrico .Legge
la dissincronia interventricolare intesa come differenza di
tempo tra l’eiezione ventricolare sinistra e destra, valutata
attraverso lo studio delle velocità Doppler nel tratto di
efflusso ventricolare sinistro e destro ponendo come cut-off un
valore maggiore di 40-50 mmsec
b)Indice di Cazeau : valuta il
Doppler flussimetrico transmitralico e la contrazione della
parete posteriore. Quando la contrazione sistolica di
quest’ultima “invade” la diastole per ritardo di contrazione si
identifica l’asincronia( 10);
c) M-mode ( Pitzalis): La valuta
l’asincronia intraventricolare che registra il ritardo di
attivazione del setto e della parete posteriore definendo come
cut off un valore uguale o maggiore di 130 mmsec( 11);
d) f) Doppler Pulsato spettrale
miocardio ( .Con il Doppler pulsato miocardio è possibile
misurare il tempo tra l’onda Q dell’ECG e l’inizio dell’onda
S(tempo di pre-contrazione) dei segmenti basali in sezione 4
camere e long-axis e la parete libera del ventricolo destro. Un
ritardo intraventricolare piu interventricolare superiore a 100
mmsec identifica con buon successo i responder alla terapia
resincronizzante(12).
d) DTI ricavato dall’immagine
bidimensionale color è sicuramente il miglior approccio
utilizzato per valutare la dissincronia. Utilizza i segmenti
basali nella sezione 4 camere apicali per valutare il ritardo
tra setto e parete laterale .Il tempo misurato è il time to peak
,tempo tra onda q del QRS e picco di contrazione. La
dimostrazione di un ritardo tra queste pareti maggiore o uguale
a 65 mmsec individua i paziente che traggono beneficio dalla
terapia resincronizzante (13) Questo approccio è stato,, poi
esteso aggiungendo all’analisi della dissincronia anche le
sezioni 2 camere apicale e 3 camere apicale. Yu ha
successivamente sviluppato tale approccio individuando un
modello a 12 segmenti , utlizzando la sezione 4 camere, 2 camere
e long-axis ponendo come cut-off un valore maggiore uguale a
32.6 mmsec ,ricavato dalla deviazione standard del
time-to-peak dei segmenti valutati (14);.
g)
Deformazione miocardia La relazione tra il movimento regionale
miocardico espresso come parametri di velocità e la deformazione
espressa come parametri ricavati dallo strain rate è complessa
(15). Le cause della dissincronia non sono completamente
rappresentate dalle velocità miocardiche, soprattutto nel
miocardio
ischemico,ma dalla deformazione
che rappresenta il metodo migliore per la valutazione della
dissincronia in quanto la deformazione valuta non la motilità (
soggetta a trascinamento e a movimenti passivi) ma la vera
contrazione .Un valore >60 msec identifica i responders tra
setto e patrete piu ritardata
Lo strain risulta applicabile
anche con la scala dei grigi ,offrendoci, in più , la
valutazione dello strani radiale . Questo è possibile grazie
all’applicazione della tecnica dello speckle-tracking . La
dissincronia ,valutata con lo strain radiale(>130), consente di
predire un significativo miglioramento della funzione sistolica
ventricolare in pazienti sottoposti a CRT(16).
Tabella II
CUT-OFF DI ASINCRONIA CHE
IDENTIFICANO I NON RESPONDER
RITARDO
INTERVENTRICOLARE DOPPLER |
< 40 MSEC |
EIEZIONE
AORTICA (CAZEAU) |
< 140 MSEC |
RITARDO SETTO-PARETE POSTERIORE (PITZALIS) |
< 130 MSEC |
DOPPLER PULSATO TISSUTALE INTRAVEN+INTERV (PENNICA) |
< 100 MSEC |
RITARDO VELOCITA ‘ AL PICCO SETTO-PARETE LAT. (BAX) |
< 65 MSEC |
STRAIN SETTO-PARETE PIU’ RITARDATA ( Mele) |
< 60 MSEC
|
DEVIAZIONE
STANDARD DEL TIME-TO-PEAK (YU) |
< 33 MSEC |
SPECKLE
TRACKING (RADIAL STRAIN)( SUFFOLETTO)
|
< 130 MSEC |
Un ruolo senz’altro importante
dell’ecocardiografia applicata alla CRT è la scelta della parete
ventricolare da utilizzare come sito di pacing ,scelta che è
fatta in base a diverse variabili tra cui presenza di
miocardio vitale o cicatrice, dal tipo di anatomia dei rami del
seno coronario , dal la ricerca della parete con ritardo
maggiore come dimostrato da Ansalone con il DTI Pulsato e il
DTI m-mode color(17).
Altra causa che identifica i non
responders è la cattiva settazione del A-V delay e del VV
delay.Un AV delay troppo corto risulta in assenza o
interruzione del contributo atriale ed un AV troppo lungo
peggiora il precarico ventricolare o il il rigurgito mitralico.
Il migliore AV delay è quello che consente un’adeguata
separazione tra l’onda E ed A ed una corretta terminazione
dell’onda A approssivativamente tra 40-60 mmsec prima
dell’inizio del QRS successivo(18,19) TAB II .In conclusione
l’approccio per una evidenziazione dei non responder deve essere
inizialmente clinico suffragato da parametri di ecocardiografia
clinica e solo successivamente orientato ad identificare
l’asincronia ventricolare . Quest’ultima va ricercata in
maniera pluriparametrica non essendovi ancora un parametro
ideale riconosciuto dalla letteratura medica.
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