Storia naturale della
stenosi aortica nell’anziano
Aurelio Caruso
U.O. Utic-Cardiologia A.O. A.Cardarelli Napoli
La
stenosi valvolare aortica nell’anziano rappresenta, in epoca
attuale, un problema “epidemiologico” emergente, sia per
l’allungamento della vita media nei paesi sviluppati, sia per la
patogenesi stessa della malattia, che ne fa una patologia tipica
dell’età avanzata. Infatti, al contrario di quanto avviene nella
malattia reumatica, la stenosi aortica dell’anziano si verifica
per un processo degenerativo di “aterosclerosi” dei lembi (la
cosidetta “sclerosi aortica”) molto simile a quello che succede
a livello dei vasi: non vi è quindi fusione delle commissure, ma
irrigidimento calcifico dei lembi. La sclerosi aortica è molto
diffusa nella popolazione al di sopra dei 65 anni (25%; 45% nei
pazienti sopra gli 84 anni)(1) e il 16% sviluppa una stenosi
(2).Si calcola pertanto che il 2-7% della popolazione sopra i 65
anni sia affetta da stenosi aortica, la quale rappresenta la
valvulopatia attualmente più diffusa nei paesi sviluppati e
rende conto di circa 50 mila interventi chirurgici/anno per
stenosi aortica serrata negli Stati Uniti. Circa il 50% delle
stenosi aortiche dell’anziano, tuttavia, si verifica su valvole
bicuspidi.
Attualmente l’indicazione alla sostituzione valvolare aortica
per stenosi serrata è condivisa (raccomandazione di classe I)
per i pazienti sintomatici e per quelli asintomatici che
dovranno essere sottoposti a intervento chirurgico per altra
patologia (esempio cardiopatia ischemica o patologia dell’aorta
ascendente) o che sviluppino sintomi durante test ergometrico o
che abbiano un frazione di eiezione inferiore al 50% (3-4).
Pur
tuttavia esistono motivi di preoccupazione tra gli studiosi per
il fatto che, allorchè iniziano i sintomi, la progressione verso
eventi clinici importanti (exitus compreso) diviene rapida e gli
eventi si verificano anche nei primi mesi dopo l’esordio:
secondo alcuni studi il 50% circa dei pazienti muore entro i due
anni dall’esordio dei sintomi (5); circa il 50% dei pazienti
asintomatici sviluppa sintomi entro i 5 anni e circa un terzo di
quelli che rimangono asintomatici muore entro lo stesso periodo
(6).
Pertanto si cerca di definire quali criteri possano guidare il
clinico nel prevenire, per quanto possibile, l’esito infausto e
intervenire per tempo, anche su pazienti asintomatici.
Tra
i diversi parametri considerati si dà oggi importanza all’età,
ai fattori di rischio per aterosclerosi, alla entità delle
calcificazioni valvolari, alla velocità di progressione della
stenosi misurata al doppler (=/> a 0.3 m/sec di velocità di
picco/anno).
In
presenza dei parametri su indicati le linee guida danno
l’indicazione chirurgica con un livello di raccomandazione IIa.
In
conclusione la valutazione del paziente anziano con stenosi
aortica richiede un’accurata analisi non solo dei fattori
clinici (oltre all’età va data particolare attenzione ai
sintomi, spesso sottostimati nel paziente anziano), ma anche di
fattori strumentali (ecocardiogramma, test ergometrico) e di
concomitanti eventi che possano anticipare l’indicazione
all’intervento chirurgico sulla valvola (es. chirurgia per altra
patologia cardiovascolare): la storia naturale di tali pazienti
ne risulterà decisamente modificata.
Bibliografia
1)
Freeman e Otto: Circulation 2005; 111:3316-3326
2)
Cosmi et al.Arch Intern Med 2002;162:2345-2347
3)
ACC/AHA guidelines (valvular heart diseases); J Am Coll
Cardiol 2006; 48:e1-148
4)
ESC guidelines (valvular heart diseases); EHJ 2007;
5)
Kelly
et al. Am J Cardiol 1988;61:123-130
6)
Pellika et al.
Circulation 2005;111:3290-3295
