UTILITA’ E LIMITI DELLA TC CORONARICA
Alessandro Boccanelli
Dipartimento per le malattie dell’apparato cardiocircolatorio
A.O.S.Giovanni-Addolorata-Roma
Dall’epoca della sua
introduzione la tomografia computerizzata multistrato (MSCT) per
uso cardiologico ha subito una evoluzione costante. Le ultime
generazioni di scanner MSCT hanno migliorato in modo consistente
la risoluzione spaziale e temporale nell’esame delle arterie
coronarie (Tab 1).
Tab.1 L’evoluzione della MSCT
cardiaca

L’aumento di qualità dell’
immagine ottenibile mediante una più elevata risoluzione
spaziale
e temporale consente una migliore
valutazione delle calcificazioni vascolari severe, aumento di
sensibilità e specificità, migliore qualità d’immagine nei
pazienti con elevata frequenza cardiaca,
riduzione del tempo di apnea,
riduzione del volume di mezzo di contrasto, riduzione degli
artefatti dovuti alla mancata apnea.
Nonostante il sensibile
miglioramento delle informazioni desumibili dalla MSCT, l’uso
allargato della metodica non appare raccomandabile, soprattutto
in considerazione della esposizione a radiazioni ionizzanti e
del costo dell’indagine. Ci si pone pertanto il problema del
corretto e oculato utilizzo della metodica, sfruttandone
soprattutto l’elevato valore predittivo negativo.
Analizzeremo le indicazioni in
tre principali contesti clinici:
-
Studio del circolo nativo
-
By pass aorto-coronarico
-
Stent coronarico
Studio del circolo nativo
La sensibilità della metodica
nel rilevare la presenza di stenosi coronariche si è rivelata
pari al 94% e la specificità al 96%. La principale fonte di
errore falso positivo è rappresentata dalla presenza di
calcificazioni coronariche, che, per un effetto di
iperriflettenza, possono indurre a porre diagnosi di stenosi
coronarica. Pertanto, quando la probabilità pre-test di stenosi
coronarica è elevata (paziente ad alto rischio, angor tipico)
non appare indicato il ricorso a MSCT, in considerazione del
fatto che il paziente può aver bisogno di altre indagini che
comportano esposizione a radiazioni ionizzanti.
Si può pertanto proporre la MSCT
per pazienti con dolore toracico e bassa probabilità di
coronaropatia per escludere la presenza di stenosi coronariche.
Un’altra categoria di pazienti
candidabili a MSCT sono quelli a rischio basso
intermedio di CAD candidati a chirurgia non coronarica,
cardiaca e non.
Nei pazienti con dolore
toracico atipico sono diverse le innovazioni tecnologiche che
hanno reso più attendibile la MSCT:
-
Aumento del numero di
strati per rotazione (64 vs. 16)
-
Incremento della velocità
di rotazione ( 330 ms/rot vs 375)
-
Aumento della risoluzione
spaziale (0.4 vs. 0.75 mm)
-
Incremento della
risoluzione temporale (165 vs. 188 ms).
Questo ha reso possibile una
riduzione dimensionale dei voxel, riduzione degli artefatti da
volume parziale, riduzione dell’effetto blooming nelle lesioni
calcifiche, riduzione degli artefatti da “indurimento del
fascio”. Si sono pertanto ridotti il numero dei pazienti
esclusi, il numero dei segmenti vascolari non esplorati, l’
incidenza degli artefatti da movimento, con conseguente migliore
visualizzazione di placche calcifiche e di segmenti di calibro
inferiore ai 2 mm.
Uno dei vantaggi della MSCT
rispetto all’esame coronarografico è l’informazione sul
rimodellamento vascolare, ovvero sulla entità della alterazione
di parete anche in presenza di un lume apparentemente normale.
Infatti, contrariamente alla coronarografia, che da informazioni
esclusivamente sul lume del vaso, la MSTC è uno studio
stratigrafico in grado di distinguere il lume dalla parete
vascolare. Non siamo comunque tuttora in grado di ottenere dalla
MSTC informazioni sulla vulnerabilità di placca, ma solo sulla
sua morfologia,
calcifica\non calcifica, simmetrica\asimmetrica.
.
By-pass vs Circolo nativo
Lo studio MSTC dei by-pass
aorto-coronarici , rispetto a quello del circolo nativo,
comporta alcuni vantaggi, dovuti alla
minore presenza di artefatti da
movimento, al diametro maggiore degli innesti e alla minore
presenza di calcificazioni. In particolare, l’innesto di arteria
mammaria può essere analizzato interamente con discreta
facilità.
Quanto sopra rende la MSCT una
indagine a cui può essere ragionevole ricorrere in casi
selezionati per la verifica della pervietà degli innesti.
Occorre comunque tenere conto che, nella maggior parte dei casi,
quando c’è indicazione clinica allo studio morfologico dei
by-pass, l’esecuzione di coronarografia offre il vantaggio
aggiuntivo di un accurato controllo del circolo nativo.
Studio degli stent
coronarici
Lo studio con MSCT degli stent
coronarici comporta attualmente alcuni limiti, legati
soprattutto alle dimensioni e alla struttura degli stent. Questi
ultimi sono valutabili con discreta approssimazione se di
diametro superiore ai 3 mm e se di nitinolo o acciaio. Stent di
diametro inferiore ai 3mm o di tantalio non sono ben valutabili
In conclusione.
La MSCT consente una
visualizzazione chiara delle coronarie in un gran numero di
soggetti come anche la definizione del calcio coronarico,
quest’ultimo in relazione diretta con il carico di placca.
Tuttavia occorre sottolineare che 1) il calcio coronarico non è
espressione della instabilizzazione della placca; 2) sebbene la
TC multistrato abbia dimostrato un alto valore predittivo
negativo, non sono disponibili allo stato attuale studi
prospettici in grado di determinare quali categorie di soggetti
possano trarre effettivo vantaggio dall’applicazione su larga
scala di questa metodica (linee guida Prevenzione ESC 2007); 3)
i costi della TC sono elevati per poter essere considerato un
test di screening; 4) il rischio biologico legato
all’esposizione radiologica non è in genere valutato
correttamente dagli operatori sanitari, ma dovrebbe essere
considerato per ogni paziente nel rapporto
rischio/beneficio/costi insieme alle indicazioni all’esame.
Questa considerazione è valida anche per la scintigrafia
radionuclidica.
Rischio da
esposizione radiologica a scopo diagnostico
Il rischio
correlato all’esposizione alle radiazioni derivanti da indagini
strumentali invasive o non invasive eseguite a scopo diagnostico
è un problema rilevante che deve essere tenuto nella dovuta
considerazione nell’algoritmo decisionale diagnostico in
relazione ai benefici attesi dalla diagnosi.
E’ stato riportato
che il rischio di sviluppare neoplasie attribuibili a
esposizione radiologica a scopo diagnostico nel corso della
vita, varia, nei paesi sviluppati, dallo 0.6 al 3.2% ([i]).
Il rapporto del BEIR VII ([ii]),
che monitorizza il rischio derivante dall’esposizione a basse
dosi di radiazioni ionizzanti, definisce bassa un’esposizione a
dosi di radiazioni a bassa penetranza comprese tra zero e circa
100 milliSievert (mSv). Negli Stati Uniti la popolazione media è
esposta ad un livello medio annuale di radiazioni pari a circa 3
mSv. Se si considera che l’esposizione ad una Rx del torace è
di circa 0.1 mSv e quella di una TC total body di circa 10 mSv
(oltre 3 volte l’esposizione annuale media), mentre l’esecuzione
di una scintigrafia da stress al sestamibi equivale circa 13
mSv, si può comprendere che il rischio complessivo di sviluppare
un effetto dannoso a lungo termine (cancro fatale o non fatale,
sviluppo di danni genetici trasmissibili) che è di circa 1/1000,
potrebbe non essere trascurabile ([iii]).
A tale proposito
la Direttiva 97/43/Euratom ([iv])
sancisce che gli esami diagnostici che espongono a radiazioni
ionizzanti vengano prescritti solo se mostrano di essere
ampiamente giustificati e sufficientemente efficaci, tenendo
conto non solo dei vantaggi diretti per la salute del paziente,
ma anche del danno che l'esposizione potrebbe causare.
Particolare attenzione va posta pertanto alla valutazione
dell’effettiva necessità di esami radiologici soprattutto se
ripetuti nel tempo. L’utilizzo di metodiche radiologiche
impegnative come la TC multistrato ([v])
per la diagnosi di malattia coronarica in popolazioni non
selezionate, non appare comunque giustificabile.
Sono comunque in
avanzato stato di progettazione e immissione in commercio
apparecchiature che riducono fortemente il rischio di
esposizione a radiazioni con la tecnica dello snap-shot(tab 2).
Tab. 2 Valutazione comparativa dell’esposizione a radiazioni
ionizzanti
Protocolli ad alta qualità d’immagine |
Dose |
Cardiaca Spirale |
20-25 mSv* |
Cardiaca Spirale con protocollo standard di modulazione
dose |
15-20 mSv* |
Cardiaca Spirale con protocollo estremo di modulazione
dose |
10-15 mSv* |
Cardiaca SnapShot Pulse tipica riduzione del Ma |
4-6 mSv* |
Cardiaca SnapShot Pulse con riduzione estrema del mA |
1-2 mSv* |
Cateterismo coronarico |
1-10 mSv |
RIFERIMENTI
[i]
Berrington De
Gonzales A, Darby S. Risk of cancer form diagnosic X-rays:estimates
for the UK and 14 other countries. Lancet
2004;363:345-351.
[ii]
BEIR VII: Health
Risks from Exposure to Low Levels of Ionizing Radiation.
Brief Report June 2005.
National
Academies Press, 500 Fifth Street, NW, Washington, DC
20001; 800-624-6242; www.nap.edu.
[iii]
Brenner Dj, Elliston Cd. Estimated Radiation Risks
Potentially Associated with Full-Body CT Screening.
Radiology 2004;
232:735–738.
[iv]
Direttiva 97/43/EURATOM del Consiglio del 30 giugno 1997
riguardante la protezione sanitaria delle persone contro
i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse a
esposizioni mediche .
Gazzetta
Ufficiale n. L 180 del 09/07/1997, PAG. 0022 – 0027.
[v]
Dewey M, Dübel
Hp, Schink T, Baumann G, Hamm B. Head-to-head comparison
of multislice computed tomography and exercise
electrocardiography for diagnosis of coronary artery
disease. Eur Heart J 2006. Pub ahed to print.