LE S.C.A CON ST “ELEVATO”:
L’ESPERIENZA DEL REGISTRO R.O.S.A.
Aloia Antonio, Maria Maddalena, Materazzo, Igino Oppo,
Filippo Gatto, Giuseppe Bottiglieri, Raffaele Rotunno, Genny
Rinaldi, Giovanni Gregorio
Dipartimento Cardiovascolare Asl SA 3 Vallo della Lucania
Le S.C.A. con ST elevato nel Registro
R.O.S.A.
Dal 1
Maggio 2007 al 30 Aprile 2008 sono stati arruolati 205
pazienti con S.C.A. con ST Elevato, pari al 27.7%
di tutte le S.C.A. arruolate.
S.C.A. |
Numero
pazienti |
Percentuale
pazienti |
S.C.A. ST Elevato |
205 |
27.7% |
S.C.A. ST non Elevato |
275 |
37.3% |
IMA a sede sconosciuta/BBsn |
37 |
5% |
IMA periprocedurale |
12 |
1,6% |
Angina Pectoris Instabile |
210 |
28.4% |
Totale |
739 |
100% |
L’85,3% dei
pazienti ricoverati per Sindrome Coronarica Acuta nelle nostre
U.O. UTIC è residente nell’Asl SA3, il 10,4% proviene dalle
restanti Asl della Regione
Campania,
il 3,1% proviene da altre Regioni d’Italia e l’1,2% risiede
all’estero
|
ASL SA/3 |
Altre ASL Regione Campania |
Italia |
Estero |
Provenienza Pazienti S.C.A. |
85,3% |
10,4% |
3,1% |
1,2% |
I 205 pazienti ST “Elevation”
arruolati nel Registro R.O.S.A. risultano così distribuiti
nelle UTIC della nostra ASL SA/3
|
Vallo |
Agropoli |
Roccadaspide |
Polla |
Sapri |
S.C.A. ST Elevato |
64 |
57 |
13 |
44 |
27 |
L’identikit dei 205 pazienti
con ST “Elevation”, arruolati nel registro in questi dodici
mesi, può essere così definito: età media di 67+13.8
anni, prevalenza del sesso maschile (69.8%)
rispetto al sesso femminile (30.2%), modesto
livello di scolarizzazione (diploma scuola elementare per il
47% dei pazienti) (Fig. 2). I pazienti in attività lavorativa
sono circa un terzo, per due terzi si tratta di
pazienti pensionati.
Dati Anamnestici
Dei pazienti arruolati il
31.2% riferiva familiarità positiva per cardiopatia
ischemica; il 14.6% affermava di essere già affetto
da cardiopatia ischemica, il 6.3% riferiva
un infarto del miocardio pregresso, l’11.2%
episodi di angina pectoris, il 3.9% di essere già
stato sottoposto a PTCA e lo 0.5% a BAC;
lo 0.5% affermava storia di scompenso cardiaco; l’6.3%
riferiva episodio pregresso di TIA e il 2.4%
vascolopatia periferica; infine l’1.5% riferiva
malattia ulcerosa, l’8.8% insufficienza renale
e il 5.8% fenomeni di allergia.
Solo il 4.4% riferiva
ricovero ospedaliero recente.
Fattori di rischio
Un ruolo di primo piano
ovviamente è riservato nel Registro R.O.S.A. alla valutazione
dei fattori di rischio. Dall’analisi dei dati è emerso che il
18.5% dei pazienti era obesa, il 28.8%
presentava obesità viscerale; il 34.6% era affetto
da ipercolesterolemia, il 6.8% da
ipertrigliceridemia, il 22.9% da diabete mellito,
il 38.5% da ipertensione arteriosa. Il 34.1%
era fumatore di sigarette, il 25.4% dichiarava di
aver smesso di fumare da oltre un anno, mentre il 7.8%
riferiva di aver smesso da meno di un anno. Infine lo
0.5% riferiva di far uso di sostanze stupefacenti.
Sintomatologia di Esordio
La
sintomatologia all’esordio è stata:
v
tipica:
70.2% dei casi rispetto all’ 80 % del Blitz 1
v
atipica:
6.8% rispetto all’11% del Blitz 1
v
epigastralgia
: 13.2 %
v
sincope:
4.9%
v
dispnea:
5.4 %
v
edema polmonare
acuto: 1%
v
sintomatologia
assente: 4.9%
v
altro:
9,1 %
Di tutti i
pazienti arruolati lo 0.5% ha presentato arresto
cardiaco prima dell’ingresso in ospedale, l’ 1.5%
prima dell’ingresso in UTIC. Di questi l’1% ha
richiesto D.C. shock e 1.5% solo manovre di
RCP.
Luogo di Esordio della
Sintomatologia
Il luogo di
esordio della sintomatologia è stato: il domicilio del
paziente nel 73,6 % rispetto al 75 % del Blitz 1,
intraospedaliero nel 4,9%, altro 21,5%
Modalità di Ricovero
Nel
46,8% dei casi il paziente decide da solo il ricovero,
mediante il Medico di Medicina Generale nel 11,2%,
la Guardia Medica nel 3,9%, il Cardiologo
nel 10,2%, attivando il Sistema di Emergenza
Territoriale 118 nel 19.5%, interpel-lando i
familiari nel 5,9%
Accesso in Ospedale
L’arrivo in Ospedale è avvenuto
nel 58% dei casi mediante auto propria contro il
53% del BLITZ 1 e il 71 % nell’indagine svolta in Campania nel
2004 e nel 34,7% dei casi con autoambulanza
rispetto al 40% del BLITZ 1 e il 17 % della Campania.
Ancora il 1,6% dei pazienti ha raggiunto l’ospedale a
piedi, il 2,6% con auto non propria, e
il 1,6% altro.
Di tutti i pazienti arruolati l’1,6%
è stato trasferito da altro ospedale.
Tempo
Precoronarico
Il tempo precoronarico
totale è stato di 150 minuti (mediana),
rispetto a 238 minuti dell’indagine Campania.
La mediana del tempo
esordio sintomi-arrivo PS 107,5 minuti, il
ritardo intraospedaliero (PS-UTIC) 20 minuti.
Il tempo pre-coronarico è di
140 minuti (mediana) se a decidere il ricovero è
direttamente il paziente, 135 minuti se interviene
il Medico di Medicina Generale, 300 minuti
Guardia Medica, 177 minuti il Cardiologo,
118,5 minuti se interviene il 118, 290 minuti se
decidono i familiari.
Quindi il tempo
dall’esordio dei sintomi all’arrivo in Ospedale è più
breve quando interviene il 118 e il Medico di
Medicina Generale o a decidere il ricovero è direttamente il
paziente; è più lungo quando intervengono la
Guardia Medica, il Cardiologo e i Familiari.
Considerando le frazioni orarie
del ricovero per SCA con ST elevato, possiamo vedere che il
14% dei pazienti si è ricoverata alla prima ora,
il 24,8% alla seconda ora rispetto al 34% del
GISSI-1, al 49% del BLITZ 1 e il 25 % dell’indagine Campania.
Tra la seconda e la sesta ora si ricovera il 38,2%
dei pazienti rispetto al 29% del GISSI-1, al 28% del BLITZ 1 e
al 34 % dell’indagine Campania; pertanto nella nostra ASL il
77% dei pazienti affetti da S.C.A. ST “Elevation” si ricovera
entro la sesta ora, rispetto al 63% del GISSI-1, al 77%
del BLITZ 1 e il 59 % dell’indagine Campana. Tra la sesta e
dodicesima ora si ricovera 12,7% dei pazienti, rispetto al
14% del GISSI -1, al 10% del BLITZ 1 e il 14 % della Campania.
Oltre la dodicesima ora si ricovera il 10,2% dei pazienti
rispetto al 23% del GISSI-1, al 14% del BLITZ 1 e il 27 5 della
Campania.
Stratificazione del Rischio.
A tutti i pazienti arruolati nel
Registro R.O.S.A. per S.C.A. ST “Elevation” è stata eseguita
all’ingresso la stratificazione del rischio utilizzando il TIMI
RISK SCORE e il TIMI RISK INDEX.
Se prendiamo come riferimento il
TIMI RISK SCORE abbiamo i seguenti risultati:
-
il 72,2% presenta
rischio medio-basso (punteggio 0-4)
-
il 27,8% presenta
rischio elevato (punteggio 5-14)
Se prendiamo come riferimento il
TIMI RISK INDEX abbiamo i seguenti risultati:
-
il 27,2% presentava
un indice di rischio minore di 17
-
il 22,1% presentava
un indice di rischio tra 17-23
-
il 23,1% presentava
un indice di rischio tra 23-33
-
il 27,7% presentava
un indice di rischio oltre 33
La percentuale di
mortalità in rapporto alle classi su riportate è stato:
0,6% con indice di rischio minore di 17, del
3,2% con indice di rischio tra 17-33, e del 8,3%
con indice di rischio oltre 33.
Quadro clinico.
Tenendo conto delle Classi
Killip all’ingresso il 75,1% dei pazienti
presentavano una Killip I, il 20,5% una Killip
2, il 2,9% una Killip 3 e il 2% una
Killip 4.
Tra gli altri parametri misurati
all’ingresso: PAS: 134,2 + 28,3, PAD 80,6 + 16,6,
F.C. 74,5 + 22,7, B.M.I. 27,3 + 5,4
Durante la degenza il 87,8% ha
presentato una Killip 1, il 4,4% una Killip 2, il 4,9% una
Killip 3 e il 2,9% una Killip 4.
Terapia Preospedaliera.
Di tutti i pazienti arruolati il
58,5% già praticava a domicilio terapia farmacologica
cardioattiva; rispettivamente: ASA 5,9%, Ticlopidina 1%,
EBPM 0,5%, TAO 0,5%, ACEI 9%, Alfalitici 1,2%, Betabloccanti
4,9%, AATI 3,4%, Ca-antagonisti 6,4%, Diuretici 5,6%, Nitrati
1%, Statine 5,6%, PUFA 0,7%, Insulina 2,2, Antiabetici orali
5,4%, Antiaritmici 0,2%, Digitale 0,5%, Gastroprotettori 1,2%,
altro 1%.
Solo l’8,2% ha praticato
terapia a domicilio in rapporto all’evento acuto;
rispettivamente: Analgesico 7,1%, ASA 21,4%, Ticlopidina 7,1%,
EBPM 14,3%, ACEI 14,3%, Betabloccanti 7,1%, AATI 7,1%,
Ca-antagonisti 42,9%, Diuretici il 14,3%, Nitrati 35,7%, Statine
7,1%, Insulina 7,1%, Antidiabetici orali 7,1%.
Appena il 9,4% ha
praticato terapia in ambulanza, più specificatamente il
6,3% dei pazienti ha praticato Morfina, il 50 % Nitrati, il 50
% ASA, il 6,3 % Clopidogrel, il 12,5 % EBPM, il 12,5% Diuretici,
il 6,3% Ca-antagonista, il 6,3% Gastroprotettori.
A nessun paziente è stata
praticata trombolisi preospedaliera.
Terapia Ospedaliera
Quale terapia riperfusiva è
stata praticata ai 205 pazienti arruolati nel Registro R.O.S.A.
affetti da S.C.A. ST “Elevation” ?
E’ stata eseguita
trombolisi nel 54,1% e
PTCA Primaria nel 4,9%
dei pazienti arruolati.
Al 41% dei
pazienti non è stata eseguita nessuna terapia riperfusiva.
La Trombolisi
è risultata efficace nel 98,6% dei casi in cui è stata
paticata. La mediana del tempo porta-ago è stata
di 30 minuti. Se consideriamo le frazioni orarie
del tempo porta-ago vediamo che il 17,2% dei pazienti
arruolati presenta un tempo di 15 minuti, il
35,4% di 16-30 minuti, il 17,2% di
31-45 minuti, il 12,1% di 46-60 minuti,
12,1% di 61-120 minuti, ed il 6,1%
di oltre 120 minuti.
Il TNK è stato utilizzato
nel 88,3% dei pazienti trombolisati, il RTPA è
stato utilizzato nel 11,7% dei casi.
In molti casi per svariati
motivi non è stata eseguita la trombolisi, più
specificamente: il 17,6% per una diagnosi incerta, il
35,1% per un tempo pre-coronarico elevato, il 5,4% per
manovre di RCP o invasive eseguite immediatamente prima o
durante il ricovero, il 2,7% per TAO, il 2,7% per
anemia, il 1,4% per emorragia, il 13,5% per
patologia cerebrovascolare, il 4,1% per ulcera
gastrica o duodenale, il 2,7% per shock, il 13,5% per
PTCA primaria e il 1,4% per altro.
La PTCA Primaria
è stata praticata nel 4,9% dei pazienti arruolati. La mediana
del tempo porta-pallone è stata di 72 minuti.
Se consideriamo le frazioni orarie del tempo porta-pallone
vediamo che il 50% dei pazienti arruolati presenta un
tempo di 1 ora, il 20% di 2 ore,
il 10% di 4 ore ed il 20% di
oltre 4 ore.
Corre l’obbligo ricordare che di
tutti i pazienti affetti da S.C.A. ST “Elevation” arruolati nel
Registro R.O.S.A. nei dodici mesi presi in esame il 72,9%
è stato sottoposto a coronarografia, e di questi
il 32,5% è stato sottoposto a PTCA elettiva
e, come già abbiamo detto, il 4,9% a PTCA
Primaria.
Per il resto i pazienti
arruolati hanno praticato la seguente terapia in ambiente
ospedaliero: Morfina 14,6%, altro Analgesico 2,3%, ASA
70,2%, Clopidogrel 45%, Ticlopidina 3,5%, ENF 37,4%, EBPM 49,1%,
ABCXIMAB 1,8%, Tirofiban 21,6%, TAO 4,7%, ACEI 54,4%,
Betabloccanti 61,4%, AATI 4,7%, Ca-antagonista 12,3%, Diuretici
12,9%, Nitrati 43,3%, Statine 60,2%, PUFA 4,1%, Insulina 11,7%.
Mortalità Ospedaliera.
La mortalità ospedaliera
totale per tutti i pazienti con S.C. A. arruolati nel
Registro R.O.S.A. è del 4,7%.
Il gruppo di pazienti arruolati
nel gruppo delle S.C.A. con ST “Elevation” hanno
avuto una mortalità totale del 9,3%. La mortalità
dei pazienti a cui non è stata eseguita alcuna “terapia
riperfusiva” è pari al 10,7%. Invece la mortalità dei
pazienti “riperfusi” è stata del 8,3% . La terapia
trombolitica, in linea con quanto osservato in altre esperienze
italiane, si è mostrata in grado di ridurre drasticamente la
mortalità, infatti: la mortalità dei pazienti sottoposti a
trombolisi è stata del 6,3%, rispetto al 6,4% del
Blitz 1, al 7,2% del Registro Mistral, al 6,9% del Registro
Venere e al 7,3% del progetto GestIMA (4,5,6,7). I pazienti
non trombolisati hanno avuto una mortalità del 12,8%.
I pazienti che avevano eseguito
una PTCA Primaria hanno fatto registrare una mortalità
del 10%.
Significativo è il dato della
mortalità dei pazienti che hanno seguito un “percorso
invasivo” che è stata del 3,1% rispetto a chi non
ha seguito un “percorso invasivo” che è stata del 19,7%.
Conclusioni
Lo scopo del Registro
R.O.S.A. è quello di acquisire informazioni sui
pazienti ricoverati per S.C.A. presso le U.T.I.C. della nostra
ASL SA/3, un vasto territorio a Sud della Provincia di Salerno,
con una bassa densità abitativa e con collegamenti spesso
fatiscenti, in maniera da definirne l’epidemiologia,
verificare i percorsi e l’outcome dei pazienti, conoscere
la terapia praticata, studiare il follow up
post-evento e conseguenzialmente ottimizzare le risposte
organizzative ed il trattamento.
I dati di questo primo anno di
vita del Registro R.O.S.A., documentano che:
-
i tempi di ricovero,
dall’insorgenza dei sintomi all’accesso in ospedale, sono
ancora elevati,
-
sul territorio nella
maggioranza dei casi non viene eseguita alcuna terapia;
-
manca di fatto un progetto
di “trombolisi pre-ospedaliera”, che viste le
caratteristiche del nostro territorio, sarebbe la terapia
ideale e di più facile esecuzione per i pazienti affetti da
SCA-STEMI;
-
i pazienti affetti da SCA
STEMI non praticano la terapia riperfusiva più adeguata
e/o una quota di questi non pratica addirittura
alcuna terapia riperfusiva;
-
una percentuale importante
di pazienti raggiunge l’ospedale con mezzi propri, senza
l’utilizzo del Sistema di Emergenza Sanitaria, con un reale
sottoutilizzo del 118;
-
la mancanza di una rete
integrata di assistenza cardiologica che permetta di
coordinare le attività ospedaliere e territoriali, e
gestire, avendo creato le adeguate sinergie, l’emergenza
cardiologica territoriale
-
la terapia trombolitica,
in linea con quanto osservato in altre esperienze italiane,
si è mostrata in grado di ridurre drasticamente la
mortalità
-
i pazienti che hanno seguito
un “percorso invasivo” hanno fatto registrare una
mortalità molto più bassa rispetto a chi non ha seguito
un “percorso invasivo”
La sfida che la Cardiologia del
nostro territorio è chiamata a raccogliere in un prossimo futuro
consiste essenzialmente in una razionalizzazione dei percorsi
diagnostico-terapeutici del paziente affetto da S.C.A. e ciò
può avvenire soltanto attraverso una adeguata
riorganizzazione dei servizi di emergenza, sia territoriali che
ospedalieri, quale quella realizzabile con un’adeguata
rete integrata di assistenza cardiologia, sulla scorta di
quanto indicato nei documenti di consenso e di quello che
si è realizzato in diverse realtà italiane negli ultimi anni
5-10. “La fase preospedaliera, comprendente il
riconoscimento, la diagnosi, il processo di precoce
stratificazione del rischio e l’inizio di una appropriata
terapia che contempli anche l’esecuzione di una trombolisi
extraospedaliera, deve rappresentare la sfida e l’obiettivo dei
prossimi anni” (Documento di Consenso ANMCO-SIC, 2002).
Questo nella certezza che la
sfida al trattamento delle S.C.A. in fase iniziale si combatte
innanzitutto in area extraospedaliera e l’abbattimento della
mortalità dovuto ai progressi compiuti dalla cardiologia moderna
trova un limite nella organizzazione dell’assistenza sanitaria e
nella impossibilità di assicurare a tutti i pazienti colpiti da
IMA una assistenza adeguata fin dall’esordio della malattia.
Ma indispensabile per poter
ottenere i migliori risultati nel trattamento dei pazienti
affetti da S.C.A. è quella di creare un sistematico collegamento
tra le varie UTIC della nostra ASL, ma soprattutto tra la
medicina del territorio e l’Ospedale, queste nostre realtà
dovranno crescere e camminare insieme, realizzando tra di loro
un “network operativo”, nella consapevolezza che nella concordia
le piccole cose crescono, nella discordia le grandi cose
finiscono. Tutto questo per poter “servire” al meglio il nostro
malato ricordando quello che qualche lustro fà asseriva A.
Trousseau “Non esistono le malattie, non esistono i casi
clinici, esistono solo i malati”.
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