LE S.C.A. CON ST ELEVATO :
DATI PRELIMINARI DEL REGISTRO ROSA
Francesco Turturiello Antonio Aloia
Luigi Petraglia Francesco Giordano (*) Francesco Manieri (**)
Rosa Penna(**) Donato Addesso (**)
Sergio Bruno (***) Paola Chiariello
(***) Ernesto Pace (****)
M.Maddalena Matarazzo (****)
Raffaele Rotunno (***)
Pasquale Sarnicola (****) Giovanni
Gregorio
U.O. Utic-Cardiologia Ospedale San Luca Vallo della Lucania
Dipartimento Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania
(*) U.O. Utic-Cardiologia Ospedale Civile di Agropoli Dipartimento
Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania
(**)U.O. Utic-Cardiologia Ospedale L. Curto di Polla Dipartimento
Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania
(***) U.O. Utic-Cardiologia Ospedale Civile Roccadaspide Dipartimento
Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania
(****) U.O. Utic-Cardiologia Ospedale di Sapri Dipartimento
Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania
Le SCA con ST elevato nel Registro
ROSA. Nei primi tre mesi di attività del Registro R.O.S.A.
(1) sono stati arruolati 48 pazienti affetti da Sindrome
Coronarica Acuta con ST elevato(pari al 30 % di tutti i
pazienti arruolati, rispetto al del Blitz 1 e il 48,3 %della
ricerca compiuta in Campania nel 2004 (2,3) . Nell’anno
2007,dall’01/05/07 al 31/07/07 abbiamo ricoverato 48 pazienti
(32 maschi - 66,7%- e 16 femmine - 33,3% -) con diagnosi di
SCA con ST sopraslivellato, di con età media di 65,1
± 15,2 anni (
rispettivamente di 59,5 + 13 per i maschi e 76,4 per le
femmine).
Degenza. La mediana delle
giornate di degenza è stata di 5 giorni, 4 in UTIC e 2,5
giorni in altra degenza rispetto al 7,1 della degenza totale e
del 4,7 della degenza in UTIC registrata nel BLITZ 1.
Fattori di rischio.
tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un’attenta valutazione
dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare.
Dall’analisi dei dati è emerso che il 43,6% della nostra
popolazione era in una condizione di sovrappeso (BMI >25 e <30)
mentre il 20,5% era francamente obeso (BMI >30); il 31,3% era
affetto da diabete mellito e di questi, il 6,7% non assumeva
alcuna terapia, mentre il 53,2% assumeva ipoglicemizzanti orali
ed il 39,9% insulina; il 45,8% era un fumatore di sigarette,
tuttavia, il 20,8% dichiarava di essere un ex fumatore già da
tempo, mentre il 2,1% riferiva di aver smesso di fumare
recentemente; il 25% riferiva di essere affetto da
ipercolesterolemia che ben nell’83,2% non era trattata con
alcuna terapia ipocolesterolemizzante; inoltre, il 50% era
affetto da ipertensione arteriosa e di questi, il 33,3% non
assumeva terapia antipertensiva; infine, solo l’8,3% lamentava
ipertrigliceridemia ma che nel 75,9% dei casi non era trattata.
Dati anamnestici.
Il 29,2% della popolazione riferiva una familiarità positiva per
CAD; l’8,3% dei pazienti sosteneva di essere già affetto da
malattia coronarica, la cui diagnosi, in circa il 72,8% dei
casi, era stata fatta meno di 2 settimane dal ricovero; inoltre,
il 2,1% dei pazienti riferiva un’anamnesi positiva per scompenso
cardiaco o un precedente episodio di ischemia cerebrale
transitorio; è emerso, infine, che il 10,4% era affetto da
vasculopatia periferica, il 6,3% da insufficienza renale
cronica, il 4,2% da allergia e l’8,3% da ulcera peptica.
L’ingresso.
all’ingresso, rispetto alla classe Killip, l’82,6% dei pazienti
era in I Classe, il 13% era in II Classe, il 2,2% in III Classe
ed altrettanti in IV Classe. La frequenza cardiaca media
registrata è stata di 69,2
±
24 bpm, mentre la pressione sistolica media è stata di 125,5
±
37,4 mmHg e quella diastolica media di 78,4
±
22 mmHg.. L’ECG all’ingresso mostrava un sopraslivellamento del
tratto ST nel 91,1% dei pazienti, il 4,4% mostrava onde q di
necrosi, mentre un ST sottoslivellato e un blocco di branca
sinistra sono stati registrati nel 2,2% dei casi
rispettivamente. Sempre all’ECG d’ingresso abbiamo osservato che
il 91,1% dei pazienti era in ritmo sinusale, il 6,7% mostrava
una aritmia sopraventricolare (nel 4,4% della popolazione era
una fibrillazione atriale), il 2,2% una fibrillazione
ventricolare e sempre il 6,6% una bradiaritmia nel 2,2 % dei
casi.
Quadro clinico.
Durante la degenza il 79,5% era in I Classe Killip, il 10,3% era
in II Classe, il 5,1% in III Classe ed altrettanti in IV Classe.
Per quanto riguarda il decorso clinico, il 23,1% dei pazienti ha
mostrato segni di scompenso cardiaco, il 2,6% dei pazienti si è
complicato con un versamento pericardico, mentre il 7,7% è stato
interessato da un re-infarto (5,1% con ST sopraslivellato
all’ECG). Episodi di ischemia ricorrente si sono verificati in
circa il 10,3% dei casi, e in tutti l’ischemia è stata
accompagnata da modifiche ECGgrafiche. In circa un terzo dei
pazienti si sono verificati episodi di natura aritmica,
rappresentati da una tachicardia di origine atriale in circa il
10,3% della popolazione (BESV in 5,1% dei pz, TPSV in 2,6% e FA
in 2,6%), da una tachicardia di origine ventricolare in circa il
20,5% della popolazione (BEV in 7,7% dei pz, TVNS in 10,3% e FV
in 2,6%) ed, infine, da una bradiaritmia in circa 6,6% .
bradiaritmia (2,2 BAV di 1 grado, 2,2 BAV di 2 grado,2,2, BAV di
3 grado).Inoltre, riguardo alle complicanze extracardiache,
abbiamo osservato che il 5,1% dei pazienti ha mostrato segni di
insufficienza renale e il 7,7% un sanguinamento che in circa il
66% dei casi (5,1% dei pz) è stato classificato come minore.
Dati di laboratorio.
un esame ecocardiografico è stato effettuato in tutti i
pazienti. Abbiamo osservato, all’ingresso del paziente in Unità
Coronarica, che il valore medio di frazione d’eiezione del
ventricolo sinistro è stato di 43,8
±
7.4 % ed il valore medio più basso, riscontrato durante la
degenza, è stato di 32,4
±
9,7%. Un altro parametro ecocardiografico valutato in tutti i
pazienti è stato il wall motion index (WMI) il valore
riscontrato è stato 1,7
±
0,3 (v.n. = 1). Come da protocollo sono stati effettuati
prelievi di sangue venoso all’ingresso, dopo 6 ore, 12 ore e 24
ore dall’ingresso, per la valutazione dei più importanti
parametri ematochimici. Il valore della Troponina all’ingresso è
stato di 2,4
±
8,3 mg/dL (v.n. < 0,03) mentre il picco a 24 ore è stato di 28,8
±
53,3 mg/dL. Oltre alla troponina, come indici di danno cellulare
cardiaco, sono stati valutati la mioglobina, il CK-MB e la sua
variante CK-MB (massa) con il riscontro dei seguenti valori:
Mioglobina all’ingresso di 224
±
225 mg/dL con picco a 6 ore di 428,9
±
623,2 mg/dL; il picco di CK-MB è stato di 190,7
±
202,9 mg/dl (v.n. 0-25 mg/dL), mentre il picco di CK Massa è
stata di 267,1 + 542,4 Oltre al dosaggio dei markers di danno
cellulare, sono state analizzate la glicemia, la creatininemia,
il profilo lipidico, l’emocromo e la proteina C reattiva.Il
valore medio riscontrato è stato di 18,5
±
36 mg/dL.
Terapia.
La trombolisi farmacologica è stata, praticata in 13 pazienti
pari al 27,1% della popolazione, (nel 73% dei casi mediante TNK
e nel 23% mediante RTPA), rispetto al 42,1 % dell’indagie
Campana del 2004 e al 50,1% dei pazienti arruolati nel Blitz 1
(2, 3). La morfina è stata utilizzata nelle prime 24-48 ore nel
23,8% dei pazienti, durante la degenza nel 4,8%. L’acido
acetilsalicilico è stato utilizzato nelle prime 24-48 ore nel
95,2% dei pazienti, durante la degenza nel 71,4%. Il Clopidogrel
è stato utilizzato nelle prime 24-48 ore nel 28,6% dei pazienti,
durante la degenza nel 57,1%. L’eparina non frazionata è stata
utilizzata nelle prime 24-48 ore nel 42,9% dei pazienti, durante
la degenza nel 9,5%. Invece, l’eparina a basso peso molecolare è
stata utilizzata nelle prime 24-48 ore nel 47,6% dei pazienti,
durante la degenza nel 71,4%. Il Tirofiban è stato utilizzato
nelle prime 24-48 ore nel 38,1% dei pazienti, durante la degenza
nel 9,5%. La terapia con anticoagulanti orali è stata impiegata
nel 4,8% dei pazienti. Gli ACE-Inibitori sono stati utilizzati
nelle prime 24-48 ore nel 71,4% dei pazienti, durante la degenza
nel 76,2%. I beta-bloccanti sono stati utilizzati nelle prime
24-48 ore nel 76,2% dei pazienti, durante la degenza nell’81%.
Gli antagonisti recettoriali dell’Angiotensina I sono stati
utilizzati nel 4,8% dei casi. I diuretici sono stati utilizzati
nelle prime 24-48 ore nel 28,6% dei pazienti, durante la degenza
nel 38,1%. I nitrati sono stati utilizzati nelle prime 24-48 ore
nel 57,1% dei pazienti, durante la degenza nel 47,6%. Le statine
sono stati utilizzati nelle prime 24-48 ore nel 76,2% dei
pazienti, durante la degenza nel 71,4%. Insulino terapia è stata
impiegata nel 23,8% dei casi. Gli ipoglicemizzanti orali sono
stati utilizzati nelle prime 24-48 ore nel 9,5% dei pazienti,
durante la degenza nel 14,3%. Antiaritmici come la Lidocaina e
l’Amiodarone sono stati utilizzati durante la degenza
rispettivamente nel 4,8% dei casi. In circa il 9,5% dei pazienti
è stato necessario somministrare la dopamina come inotropo
positivo, mentre la dobutamina è stata utilizzata nel 4,8% dei
casi. L’atropina è stata somministrata in 4,8% dei pazienti,
mentre gastro-protettori sono stati somministrati nel 52,4% dei
pazienti. Reazioni avverse a farmaci (ADR) sono state registrate
nel 4,8% dei casi.
Stratificazione del Rischio.
In tutti i pazienti arruolati nel Registro R.O.S.A. per SCA con
ST elevato è stata eseguita all’ingresso la stratificazione del
rischio medinate calcolo del Timi Score e del Timi Index.
I pazienti
arruolati nel Registro R.O.S.A. per SCA con ST elevato sono
risultati sulla base del Timi Risk Score:
- per il 68,2 % a rischio basso-mesio
- per il 31,8 % a rischio elevato
Il calcolo del
Timi Risk Index ha fornito i seguenti risultati:
-
il 44,1% dei pazienti presentava un valore di inferiore
a 17
-
il 17,6 % presentava un valore compreso tra 17 e 23
-
il 29,4 % presentava un valore compreso tra 23 e 33
-
l’8,8 % presentava un valore oltre 33
La Mortalità Intraospedaliera.
I decessi totali sono stati 6
pari al 12.5% con età media di 75,7
± 16,6 anni (
rispettivamente di 78,7 + 5,8 per i maschi e 72,7 + 25,1 per
le femmine)I decessi sono comprensivi di 2 pazienti ricoverati
direttamente in Rianimazione. In tutti i pazienti la mortalità
dei soggetti sottoposti a trombolisi è stata del 7,7% ,
in quelli non tombolisati del 14,3 % , nei pazienti
sottoposti ad un percorso precocemnete invasivo del 3,7% a
fronte del 28,6 % dei pazienti che non hanno seguito un
percorso invasivo. Per i pazienti ricoverati in UTIC la
mortalità è del 8,33 %, (7,7% dei pazienti sottoposti a
trombolisi e 12,1% dei pazienti non trombolisati). I dati di
mortalità registrati nella popolazione generale del Registro
R.O.S.A. sono significativamente più alti a quelli registrati
in altri studi, per il motivo che la colazione selezionata è
una popolazione meno “protetta” rispetto alle altre. Anche più
alta è la mortalità dei pazienti ricoverati in UTIC. Una
possibile spiegazione di ciò va ricercata sia nella età della
popolazione sia nei tempi di ricovero che rimangono ancora alti.
La terapia trombolitica si è mostrata in grado di ridurre
drasticamente la mortalità in linea con quanto osservato in
altre esperienze italiane: la mortalità dei pazienti
trombolisati è stata del 7,7 %, rispetto a 6,4 % del Blitz 1, a
7,2 % del registro Mistral, a 6,9% del Registro Venere e al
7,3% del progetto GestIMA (4,5,6,7)
Conclusioni.
I dati preliminari del Registro R.O.S.A., pur nei limiti della
eseguità della casistica, dimostrano come la strada da
percorrere nel trattamento dell’Ifrato miocardio acuto richieda
risoste organizzative precise in modo da assicurare la diagnosi
ed il trattamento tempestivo.
Winston Churchill
sosteneva che l’uomo prima o poi
“inciampa
nella verità ma solitamente è in grado di rialzarsi e di
proseguire per la propria strada”.
I dati del Registro R.O.S.A. dimostrano quanto spesso i grandi
trials, con la loro popolazione selezionata e l’asetticità
della impostazione, siano spesso lontani dal mondo reale e come
sia di fondamentale importanza in questo campo un approccio
realistico e concreto così come per primi hanno dimostrato I
ricercatori del Gissi 1 (8,9,10,11)
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