L’ Infermiere in Utic:  dati del I censimento nazionale infermieristico delle delle  U.T.I.C.

 

Gian Paolo Scorcu

 

U.O. Utic-Cardiologia Ospedale  San Michele A.O. Brotzu Cagliari

 

            Da sempre siamo stati consapevoli della decisiva importanza del lavoro infermieristico ma al riguardo, le nostre conoscenze sono state sempre molto limitate. Mai abbiamo potuto disporre di dati che permettessero di analizzare e comprendere la realtà infermieristica nell’area intensiva cardiologica. In un momento in cui la  evoluzione della organizzazione sanitaria, il differente approccio gestionale alle patologie cardiovascolari, la riqualificazione professionale degli infermieri determinano una mutazione dei processi assistenziali, questo vuoto di conoscenze appariva poco giustificabile.

            I risultati del censimento infermieristico delle UTIC colmano, almeno in parte,  questo vuoto. Per la prima volta una ricognizione del lavoro infermieristico ci consegna la fotografia dettagliata di un sistema in profonda evoluzione cogliendo gli aspetti virtuosi e le criticità, in rapporto a variabili che vanno dalla tipologia delle strutture alla organizzazione assistenziale, dai carichi di lavoro alla attività formativa.

            Sono stati raccolti dati di 349 Unità di Terapia Intensiva Cardiologica che costituiscono il 90,6% delle UTIC ospedaliere italiane. Ciò che maggiormente caratterizza questa elevata risposta è la uniforme ed omogenea distribuzione per area geografica, così che ne scaturisce una corretta interpretazione non solo a livello di macroarea ma a livello nazionale

            Un risultato lusinghiero che conferma la puntuale e fattiva collaborazione dell’area infermieristica, che va comunque interpretato in tutte le sue sfaccettature: il chiaro entusiasmo per il coinvolgimento in una ricerca nazionale ma anche la necessità di segnalare,ove presenti, i disagi e le difficoltà quotidiani che si incontrano nella gestione assistenziale delle UTIC.

            E per capire dove nascono i disagi è sufficiente considerare i dati relativi al personale in servizio : circa il 60% delle UTIC,  ognuna con una media di 6 posti letto, ha una dotazione organica incompleta . Solo due UTIC su dieci dispongono di personale infermieristico esclusivamente dedicato e ben il 70% non sostituisce il personale per assenze superiori ad un mese.

            In questo panorama non stupisce l’ampio ricorso al lavoro straordinario in oltre il 95% dei casi . Il lavoro straordinario comunque non è solo la logica conseguenza della carenza di personale.  Il suo ricorso, seppure in misura minore, si verifica anche in UTIC con dotazione organica completa, a testimonianza del fatto che l’alta complessità  assistenziale lo rende uno strumento spesso inevitabile.

             Sempre in ambito di dotazione organica il censimento ha evidenziato un rapporto spesso sfavorevole tra numero di posti letto di terapia intensiva e numero di infermieri presenti in servizio specie nei turni del pomeriggio e della notte .

            Considerando la sempre maggiore complessità  dei casi clinici questo aspetto non può non sollevare preoccupazione e sollecitare una attenta analisi da parte del decisore istituzionale al quale in prima istanza spetta il compito di affrontare il problema.

            Nonostante i disagi le Terapie Intensive Cardiologiche riescono ad operare con ottimi standard di qualità delle cure e gli infermieri si adoperano per offrire la migliore assistenza possibile: lo dimostra la sempre maggiore attenzione alla documentazione infermieristica, fondamentale per il passaggio delle informazioni. E’ sempre più diffuso l’utilizzo di cartelle infermieristiche e cartelle integrate; diffusissimo il ricorso a protocolli assistenziali condivisi tra infermieri e tra infermieri e medici; oltre il 50% delle UTIC aderiscono a progetti di Risk Management: in otto casi su dieci per iniziativa aziendale, in due su dieci per iniziativa di reparto.

             Aver delineato gli aspetti di interesse infermieristico assume oggi una importanza decisiva; il censimento si è rivelato lo strumento giusto per evidenziare le criticità e riaffermare le virtù del mondo infermieristico. Costituisce una banca dati interpretabili ed utilizzabili per tutte le esigenze di valutazione, programmazione e formazione relative all’area cardiovascolare sia in ambito locale che nazionale e pone le basi per progetti di ricerca mirati ed orientati a dare indicazioni, indirizzi per la stesura di linee guida o standard assistenziali. In questa ottica deve essere considerato non il punto di arrivo bensì la linea di partenza di un percorso che mira a soddisfare in modo più completo l’esigenza di qualità delle cure.