l’angioplastica nella
Sindrome Coronarica Acuta con ST Non Elevato
Gaetano Quaranta
Emodinamica Ospedale. Umberto I – Nocera Inferiore (SA)
L’approccio
diagnostico-terapeutico alla Cardiopatia Ischemica soprattutto
nelle sue presentazioni acute (Sindrome Coronarica Acuta con o
senza ST elevato) prevede, nella quasi totalità dei casi, il
ricorso allo studio coronarografico che spesso si completa con
intervento di rivascolarizzazione miocardica percutanea (PTCA).
Le Sindromi Coronariche Acute,
infatti, come è stato ampiamente dimostrato da studi clinici
pubblicati in letteratura che hanno prodotto aggiornamenti delle
Linee Guida sia americane che europee, richiedono nella
stragrande maggioranza dei casi un approccio diagnostico
invasivo precoce, per poter effettuare il trattamento adeguato
sulla base della precisa conoscenza dell’anatomia coronarica e
poter quindi ridurre il rischio del ripetersi di eventi negativi
(recidiva di ischemia/infarto, mortalità).
Per quanto riguarda il
trattamento delle sindromi acute senza ST elevato (NSTEMI) le
linee guida, supportate ormai da molteplici studi clinici,
consigliano un approccio invasivo precoce nei pazienti a maggior
rischio (e considerando l’incremento delle troponine cardiache
si tratta di un numero elevato), che per queste caratteristiche
vengono ricoverati in UTIC e vanno sottoposti ad esame
coronarografico ed eventuale rivascolarizzazione miocardica
nelle prime 48-72 h.
Le recentissime Linee Guida per
il trattamento delle Sindromi Coronariche Acute senza ST
Sopraslivellato (SCA-NSTE) pubblicate dalla Società Europea di
Cardiologia nel luglio 2007 pongono ancor più l’accento sulla
valutazione del rischio per stratificare i pazienti in tre
gruppi di trattamento in base al profilo di rischio

:
Le Linee Guida per le SCA-NTE
delle società americane ACC-AHA (Agosto 2007) valutano il
rischio con il Timi Risk Score e, ancora, inseriscono tra i
singoli criteri sufficienti ad identificare pazienti ad alto
rischio la presenza di angina con modifiche ECG e/o il rialzo
della Troponina I (in riferimento al TACTICS-TIMI 18, in cui
l’analisi per sottogruppi identifica il rialzo di Troponine come
un fattore di rischio indipendente e quindi un indicatore adatto
ad identificare l’alto rischio).

CASO CLINICO 1: SCA-NTE con
presentazione iniziale a basso rischio
V.G., ♂ aa 42 (Aprile 2006)
Familiarità per cardiopatia
ischemica, ipertensione arteriosa, fumo, dislipidemia
Angina tipica nei giorni
precedenti, con episodio spontaneo durato 10 min,
associato a sudorazione algida. Giunge al P.S. asintomatico, con
ECG esente da alterazioni significative ed esame obiettivo nella
norma.
Terapia domiciliare: Telmisartan
80 mg/die
Esami ematochimici: markers di
necrosi miocardica nella norma.
Ricovero in UTIC
Ecocardiogramma: modesta
ipocinesia del SIV distale, FE globale circa 60%.
Terapia : TNG e.v., ASA,
Clopidogrel (dose carico 300 mg), LMWH, beta-bloccante
TIMI RISK SCORE all’ingresso = 2
(multipli FDR, angor tipico spontaneo), per cui l’approccio
iniziale è conservativo
Rivalutazione a 6 ore:
ECG: Evoluzione con progressiva
inversione delle T in sede anterolaterale
Esami ematochimici: minimo rialzo
della TNI (0.36)
Terapia: si aggiunge Tirofiban
e.v. indirizzando il pz verso un approccio invasivo precoce
CORONAROGRAFIA:
Coronaropatia bivasale (IVA, CDx) trattata con PTCA(filmato)
CASO CLINICO 2: SCA – NSTE con
presentazione iniziale ad alto rischio
L.S., ♂ aa 71 (Agosto 2007)
Familiarità per cardiopatia
ischemica, ipertensione arteriosa, fumo, dislipidemia, DMNID,
obesità
Maggio 2007: controllo
cardiologico per ipertensione mal controllata e sintomatologia
toracalgica con : riscontro di BBDx all’ECG; Ecocardiogramma: FE
conservata, non significative alterazioni della cinesi
segmentarla; Test ergometrico submassimale negativo.
Esordio, due settimane prima, di
dolori retrosternali ricorrenti, sia da sforzo che, talora,
spontanei, etichettati come “dolori artrosici”. Giunge al P.S.
riferendo una sintomatologia anginosa tipica insorta un’ora
prima: oppressione epigastrica e retrosternale violenta
irradiata posteriormente in regione interscapolare, associata a
sudorazione profusa, ad esordio spontaneo circa 20 min prima, in
via di risoluzione ma ancora presente.
L’ ECG all’ammissione mostra:
Ritmo sinusale 90 bpm, BBDx; Sottoslivellamento ST 3 mm in sede
antero-laterale.
Terapia domiciliare: ASA 100 mg;
Metformina 1 g x 2; Ramipril 5 mg-HCT; Simvastatina 20 mg
Ricovero in UTIC
Esame obiettivo all’ingresso: PA
160/85 mmHg, soffio sistolico 2/6 all’ascoltazione cardiaca,
riduzione del MV al torace, con crepitii diffusi.
Terapia: TNG e.v., Metoprololo 5
mg e.v., LMWH s.c., con remissione dell’angor e delle
alterazioni all’ECG in pochi minuti
Esami ematochimici: CK MB massa
11, TNI 1.4, Glicemia 220, Azotemia 68, Creatininemia 2.0
Terapia: Tirofiban bolo rapido +
infusione e.v.
TIMI RISK SCORE all’ingresso = 6,
per cui si programma un approccio invasivo precoce.
Dopo 2 h dall’ammissione in UTIC
nuovo episodio di angor con alterazioni ECG nonostante terapia
e.v., con PA 150/70 mmHg, scarsamente responsivo all’incremento
della velocità di infusione della TNG e alla somministrazione di
bolo di metoprololo e.v.: APPROCCIO INVASIVO URGENTE.
CORONAROGRAFIA:
Coronaropatia trivasale (IVA, Cx, CDx) trattata con PTCA per
sintomi ed alterazioni ECG refrattari a terapia nonostante
terapia medica e.v. ed i.c.(filmato)
