LA CARTELLA INFERMIERISTICA
G. Gallo,
L. Di Fluri G.L. Di Sevo A. Nicoletti D. Gatto F. Passaro,
M. Rizzo
E. Vassallo A. Gugliucci A. Orlanno E. Gnarra A. Elia
A.
Tancredi G. Gregorio
U.O. Utic-Cardiologia
Ospedale San Luca Vallo della Lucania Dipartimento
Cardiovascolare ASL SA 3 Vallo della Lucania
Premessa
La figura
dell’infermiere si è evoluta nel corso degli ultimi anni
passando da una condizione di “ausilio” nei riguardi della
professione medica ad una condizione di autonomia professionale
con percorsi complementari alla professione medica stessa, ma
anche specifici ed autonomi riguardo l’organizzazione
dell’assistenza al paziente. Questo ha trovato riscontro già da
qualche anno in alcuni provvedimenti legislativi quali per es.
il DMS del 14 Settembre 1994, n. 739 “Regolamento concernente
l’individuazione della figura e del relativo profilo
professionale dell’infermiere”. All’articolo 1 tale
provvedimento, infatti, definisce l’infermiere come colui che:
a)
Partecipa
all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della
collettività formulando i relativi obiettivi
b)
Pianifica,
gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;
c)
Garantisce la
corretta applicazione delle prescrizioni
diagnostiche-terapeutiche.
Inoltre, la
legge n. 42 del 26/02/99 definisce altri due importanti elementi
della vita professionale dell’infermiere:
1)
La
sostituzione della definizione “professione sanitaria
ausiliaria” con la definizione “professione sanitaria”
2)
L’abolizione
del DPR 225/74 conosciuto come il “mansionario”
La
professione ed i compiti dell’infermiere sono radicalmente
mutati negli anni in ragione della evoluzione culturale,
tecnologiche ed organizzative che ha investito il mondo della
sanità in generale e della cardiologia in particolare.
Cenni
storici: Le
Le prime
tracce di “documentazioni cliniche” risalgono all’’’ Era
Paleolitica come è documentato dalla presenza di graffiti in
una caverna spagnola. Nel 2000-3000 a.C., nella cosiddetta era
delle piramidi,nel papiro Edwin Smith il medico egiziano Imhotep
registra la propria attività relativa a 48 casi di traumi.
Compare la successione di: titolo, esame obiettivo con la
descrizione della tecnica di esame e i risultati, diagnosi,
prognosi, terapia. Nel 460 - 377 a.C. Ippocrate prima e Galeno
sottolineano la importanza della documentazione sanitaria.
Nel Medioevo:
raccolta dei dati sui malati effettuata dai monaci delle
infermerie dei monasteri. Nel‘600 la strutturazione della
cartella clinica come storia della malattia viene attribuita al
medico inglese Thomas Sydenham, definito l’Ippocrate inglese.
Nella seconda metà ‘800 si delinea la cartella clinica secondo
il suo attuale significato, divenendo il supporto di raccolta di
tutte le informazioni relative alla malattia e alla sua
evoluzione
In Italia la
prima disposizione normativa sull’obbligo della cartella clinica
è contenuta nel regolamento igienico-sanitario del Pio Istituto
di Santo Spirito, iralente al 1899.
16
agosto 1909. Regio decreto relativo alle norme sui manicomi
introduce tratta il fascicolo personale degli ammalati di mente
Nel 1917
nella Definizione dell Programma di standardizzazione degli
ospedali“ ACS sviluppa gli Standard minimi per gli Ospedali e
allo stabilisce che per ogni paziente deve essere redatta una
cartella clinica accurata, completa e accessibile. – Tra le
informazioni che devono essere registrate vi sono: i dati
anagrafici, il disturbo lamentato, l’anamnesi familiare e
personale, l’anamnesi patologica prossima, i risultati
dell’esame obiettivo e di ulteriori valutazioni specifiche quali
i consulti, gli esami di laboratorio, I referti radiografici,
ecc., il sospetto diagnostico (che va aggiornato nel corso
dell’inquadramento); i trattamenti medici o chirurgici eseguiti;
i referti istologici, il diario medico, la diagnosi finale, le
condizioni al momento della dimissione, il follow-up e, in caso
di decesso, il referto dell’autopsia
La
cartella infermieristica
Da quanto
sopra si evince che è sempre più viva la necessità di adottare
strumenti volti a documentare nel miglior modo possibile
l’assistenza erogata al paziente, anche ai fini medico-legali,
in quanto la conquista dell’autonomia professionale
dell’infermiere va di pari passo con l’assunzione di una
maggiore e meglio definita responsabilità giuridica. Uno degli
strumenti più discussi e condivisi a tale riguardo è senz’altro
la cartella infermieristica, che va intesa come presidio volto a
documentare i bisogni della persona assistita, la quantità e la
qualità dell’assistenza erogata; è da considerare altresì come
atto pubblico ( la sua adozione è stata riconosciuta dal DPR
384 del 1990) in quanto redatto da incaricato di pubblico
servizio nell’esercizio delle sue funzioni e, riguardo al
segreto e alla conservazione delle informazioni in essa
contenute, sono applicabili le stesse normative alla cartella
clinica. Ai fini della documentazione dell’assistenza globale
erogata al paziente, la cartella infermieristica è da
considerare parte integrativa essenziale della cartella clinica.
Dal punto di
vista pratico, strumentale, la cartella infermieristica può
essere pensata come costituita da diverse parti, alcune
“universali”, cioè utilizzabili in qualsiasi Unità Operativa,
altre specifiche che corrispondono ad esigenze peculiari di
reparti specialistici. Le componenti della cartella
infermieristica dovrebbero rispecchiare un approccio mentale,
razionale, al paziente bisognoso di cure cosi articolato:
1)
ACCERTAMENTO
INIZIALE
2)
PIANIFICAZIONE DELL’ASSISTENZA
3)
ATTUAZIONE
DELL’ASSISTENZA
Nella prima
fase si tratta della raccolta di dati necessaria ad individuare
i bisogni delle persone che hanno comportato il suo ricovero
presso la struttura, nonché i suoi dati anagrafici e la diagnosi
d’ingresso. Particolare attenzione va posta anche alla raccolta
dei dati relativi ai contatti con in familiari o con altre
persone vicine al paziente cui potersi rivolgere in caso di
necessità. È evidente che in situazioni di emergenza i dati da
rilevare immediatamente sono quelli relativi alle condizioni
cliniche del paziente, mentre la raccolta di qualsiasi altro
dato può procrastinato nel tempo.
Indipendentemente da come è strutturata la cartella
infermieristica, sia nella forma che nel contenuto,
l’accertamento iniziale deve considerare anche la valutazione
dei bisogni del paziente che giustificano il ricovero.
A conclusine
dell’accertamento si passa alla formulazione di una diagnosi
infermieristica che costituirà la base per la pianificazione
dell’assistenza infermieristica.
L’attuazione dell’assistenza infermieristica è la fase più
importante di tutto il ciclo, in quanto è in questa fase che si
eroga in concreto l’assistenza sanitaria. Importante è la
documentazione, semplice, facilmente intelligibile, di tutto
quanto praticato al paziente in termini di igiene personale,
monitoraggio, terapia, esami strumentali e quant’altro
necessario.
È ovvio che
la strutturazione pratica, tecnica, della cartella
infermieristica deve rispondere alle esigenze di cui sopra;
cosi, per l’accertamento iniziale nella cartella deve essere
riportato uno spazio di facile consultazione dove annotare dati
anagrafici e parametri antropometrici, il tipo di ricovero:
ordinario, urgente o per trasferimento; lo stato di coscienza,
dolore, parametri vitali, respiro, P.A. ritmo cardiaco, ECG e
presenza di protesi o cateteri a permanenza.
Nella parte
della cartella infermieristica dedicata alla pianificazione
dell’assistenza va riportato ciò che andrà praticato al paziente
a breve o medio termine, sostituisce in tutto il vecchio
registro delle consegne ed è strutturato come un diario clinico
raffrontabile a quanto prescritto dal medico nella cartella
clinica.
Nella parte
dedicata all’attuazione dell’assistenza va riportato altre che
la data e firma di chi ha effettuato la prestazione, tutto ciò
che abbiamo realizzato di quanto pianificato in modo da evitare
dimenticanze e rilevare eventuali discordanze tra prescrizione e
attuazione dell’assistenza.
Alcune
cartelle infermieristiche già oggi adottate sono totalmente
standardizzate in cui basta un segno grafico per evidenziare le
voci che interessano, e altre cartelle “aperte” dove
l’infermiere deve scrivere tutte le informazioni che raccoglie
dal paziente. La forma più utilizzata e quella intermedia che
prevede sia voci standardizzate che voci libere per consentire
di registrare tutto ciò che non è previsto nella parte
standardizzata.
Una parte
della cartella infermieristica è dedicata alle informazioni di
tipo medico-chirurgico come il tipo di terapia domiciliare,
presenza di allergia a farmaci, l’uso di protesi o ausili. Va
annotato eventuali miglioramenti o peggioramenti del paziente o
il presentarsi di situazioni nuove.
La modalità
di raccolta dati sul paziente deve avvenire in modo riservato
non solo per rispetto alle più comuni norme sulla privacy ma
anche necessariamente per mantenere il segreto professionale.
Esistono
anche cartelle integrate in cui il diario clinico medico ed
infermieristico sono integrate in un unico documento di facile
ed immediata consultazione.
Altra
possibilità offerta dall’informatizzazione dei dati è la
realizzazione della cartella clinico-infermieristica
informatizzata. Alcuni software danno la possibilità di
registrare tutte le operazioni relative all’assistenza su
supporto informatico che funzione a schermate sequenziali su cui
ogni operatore coinvolto nell’assistenza apre la finestra che
gli interessa e annota la sua prestazione.
Il vantaggio
di questo sistema è la facilità di consultazione di
aggiornamento dei dati da parte di ogni operatore sanitario.
L’esperienza dell’Utic-cardiologia dell’Ospedale San Luca di
Vallo della Lucania
Dal 1998 è in
uso presso la nostra U.O. la cartella clinica infermieristica.
Essa si compone di una serie di schede pensate per facilitare la
raccolta dei dati e per rendere più agevole l’assistenza ai
pazienti.
Le schede di
cui si compone la nostra Cartella Clinica sono le seguenti:
-
Scheda
anagrafica: vi sono indicati i dati anagrafici del paziente
-
Scheda per il
progetto assistenziale infermieristico: vi sono riportate
indicazione relative all’anamnesi, ai bisogni e allo stato del
paziente (coscienza, sintomatologia, respiro, presenza di
accessi vascolari, di catetere vescicale, etc.
-
Schede per le
indagini diagnostiche: vi sono riportate le indagini strumentali
-
Schede per le
procedure interventistiche: vi sono indicate le procedure da
eseguire o eseguite ( coronarografia, angioplastica, studio
elettrofisiologico, elettrostimolazione etc)
-
Scheda dei
parametri vitali: vi sono riportati parametri vitali ed è comune
alla cartella medica
-
Scheda per il
diario infermieristico
-
Scheda per la
terapia
Conclusioni
La cartella
clinica infermieristica non è e non va vissuta come un inutile
carico burocratico.
Essa
rappresenta lo strumento di lavoro fondamentale per un
professionista, al quale sono riconosciute capacità di gestione
e di autonomia rilevanti ed lo strumento principe per il
realizzarsi dei profondi cambiamenti in atto nel mondo
dell’assistenza.
BIBLIOGRAFIA
ESSENZIALE
-
DMS 14
Settembre 1994 n. 739 Regolamento concernete la individuazione
della figura e del relativo profilo professionale
dell’infermiere.
-
M. Nonis, M.
Braga. E Guzzanti: cartella clinica e qualità dell’Assistenza il
Pensiero Scentifico Editore
-
Benci L.
Manuale giuritico professionale per l’esercizio del Nursing
Milano McGraw-Hill 1996
-
Pini M.,
Alinovi A. la Cartella clinica orientata sui problemi Piccin
Editore Padova 1983.
