La terapia dello
scompenso cardiaco:
dalle Linee-guida alla
pratica clinica
Antonio Palermo
UOS per la Diagnosi e Cura
dello Scompenso cardiaco.
DPT di Cardiologia AORN
“S.Sebastiano e S.Anna “ , Caserta
Lo scompenso cardiaco(S.C.) rappresenta uno dei maggiori
problemi clinici
e di salute pubblica per l’elevato costo economico e sociale ad
esso correlato, comportando un gravoso carico assistenziale in
termini di ricoveri e procedure diagnostico-terapeutiche.
In tempi di risorse limitate
risulta cruciale in tale contesto una corretta gestione
terapeutica del paziente affetto da SC, con l’intento di
contrastare l’evoluzione della malattia, ridurre i costi
(soprattutto relativi alle ospedalizzazioni ed alle
re-ospedalizzazione,che contribuiscono per i due terzi),
migliorando in definitiva la qualità di vita.
Ciò non può prescindere da una
attenta applicazione della Linee Guida
più recenti, le quali, pur non essendo un protocollo
terapeutico,filtrano le indicazioni emerse dai grandi trials
di intervento, traducendole in consigli pratici.
L’approccio terapeutico al
paziente affetto da SC da disfunzione ventricolare sinistra si
avvale innanzitutto della applicazioni di
misure generali quali controllo del
peso corporeo, modulazione dell’apporto idro-salino, stretta
aderenza alla terapia prescritta, assoluta sospensione del fumo
di sigaretta, attività fisica regolare(soprattutto in II e III
Classe NYHA), riservando il riposo assoluto alla IV Classe.
La terapia medica
è essenzialmente finalizzata ad antagonizzare l’attivazione
neuro-ormonale secondaria ad un danno cardiaco,la quale innesca
un circolo vizioso che determina un progressivo scadimento della
funzione cardiaca
Numerose sono le
classi di farmaci di provata efficacia alle quali ricorrere:
ACE-inibitori,
diuretici, beta-bloccanti, antialdosteronici, antagonisti
recettoriali del’angiotensina II, glicosidi digitalici,
vasodilatatori, inotropi, anticoagulanti, antiaritmici.
Con la terapia
medica si embricano modalità di intervento con tecniche
cruente: dalla terapia resincronizzante mediante stimolazione
biventricolare all’applicazione di defibrillatore impiantabile .
Di stretta pertinenza cardiochirurgica sono varie opzioni
terapeutiche quali la rivascolarizzazione miocardica, la
correzione di eventuale rigurgito mitralico, l’aneurismectomia,
l’applicazione di device di assistenza ventricolare sinistra,
nonché il trapianto cardiaco.
Meno raccomandate
e con minor livello di evidenza risultano essere altre opzioni
terapeutiche chirurgiche quali la ventricolectomia parziale
sinistra (intervento di Batista),la cardiomioplastica e il
rimodellamento esterno cardiaco con Acorn.
Raccomandato è
infine il ricorso alle procedure riabilitative ,articolate in
varie componenti:
-
Assistenza clinica,
valutazione del rischio e corretta impostazione terapeutica
-
Training fisico e
prescrizione di programmi di attività fisica
-
Programma educazionale per
la riduzione del rischio e la modifica dello stile di vita
-
Intervento
psico-comportamentale
-
Follow-up
clinico-strumentale individualizzato nel contesto di un
ambulatorio dedicato, ai fini del mantenimento di un
adeguato stile di vita e di una efficace prevenzione
secondaria.
Parte integrante di tale
programma è un continuo counseling in tema di educazione
sanitaria ed alimentare da parte del personale medico e non,
prevedendo inoltre sedute di gruppo aperte
ai familiari, nelle quali vengano affrontate tematiche
relative alla natura della malattia ed alla sua evoluzione, al
controllo dei fattori di rischio, al riconoscimento dei sintomi
di instabilizzazione e relativa strategia gestionale, alla
terapia farmacologica, fisica e dietetica, con particolare
enfasi allo autocontrollo del peso corporeo ed alla restrizione
idrica e salina.
Il ricorso alle varie opzioni
terapeutiche sin qui prese in considerazione ha ovviamente un
suo timing in relazione allo stato clinico del
paziente:utilissima in tale contesto la Classificazione in Stadi
delle Linee Guida ACC/AHA, le quali per prime rivolgono la loro
attenzione alla prevenzione dello SC, identificando in pazienti
ad alto rischo.
Purtroppo il mondo reale è
spesso distante da quello delle Linee Guida: esse vengono
infatti applicate da circa un quarto della popolazione medica
mondiale, raggiungendo le dosi raccomandate in circa la metà
dei casi, a riprova della spiccata eterogeneicità dei pazienti
affetti da S.C..
Per quanto apparentemento
complesso, l’approccio terapeutico al paziente affetto da SC non
può pertanto prescindere da una stretta personalizzazione dei
farmaci e delle procedure prese in considerazione, sempre e
comunque nel rispetto delle Linnee-guida,la cui condivisione ed
applicazione costituiscono la base di una buona pratica clinica.