S. C. A. E
CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA: IL DIFFICILE CONNUBIO TRA RISORSE
ED APPROPRIATEZZA
Pietro Giudice
Struttura
Semplice Dipartimentale di Emodinamica –
A. O. San
Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona Salerno
“Impiegare
le risorse secondo disponibilità” è una sana regola economica.
Accade, tuttavia, che nel mondo reale si stravolga il senso
della frase, dandole il significato di “scelta di strategie
governata dalla disponibilità di opzioni terapeutiche in situ”,
come dimostrano analisi epidemiologiche anche recenti, del tipo
del BLITZ 2, e con buona pace della medicina dell’appropriatezza.
Sicuramente il Medico moderno è
chiamato a coniugare la disponibilità di risorse con scelte
terapeutiche appropriate; colui che governa le risorse dovrebbe
organizzare in tal senso, possibilmente condividendo le scelte
con il gruppo di operatori di cui ha la responsabilità,
coordinandole e controllando.
Per ogni nuova strategia
terapeutica si possono impostare analisi di costo / efficacia
incrementali, studiate con trial clinici disegnati ad hoc. Il
vantaggio aumenta se il trattamento viene testato su pazienti a
più alto rischio, piuttosto che per randomizzazione.33336333
Tra i capitoli più rilevanti per
l’impegno delle risorse troviamo innanzitutto quello dei
farmaci.
A prodotti tradizionali, spesso
di “basso costo”, se ne affiancano periodicamente di nuovi, non
infrequentemente di costo rilevante e per i quali si forma
spesso una forte pressione all’uso. Le Linee Guida sono chiamate
a fornire le evidenze per un impiego razionale di un farmaco ma
l’efficacia va valutata con analisi ad hoc, in una prospettiva
talmente ampia da incorporare tutti i possibili costi e
benefici. E’, ad esempio, il caso degli anti2b/3a la cui
diffusione si è incrementata soprattutto nel paziente ad alto
rischio ricoverato per Sindrome Coronarica Acuta (SCA), laddove
si dimostra che è conveniente sopportare il più alto costo. Ed è
vero anche il contrario: prediligere un trattamento innovativo
piuttosto che uno più tradizionale, ad es. proporre l’efficacia
della bivalirudina nelle SCA rispetto agli anti2b/3a, solo per
la minor incidenza di costo è inadeguato, fintantoché non si
disponga di analisi comparative efficaci per il tramite di studi
appositamente disegnati.
Altro momento rilevante per
l’impiego delle risorse è quello interventistico: qui l’analisi
riguarda principalmente la prevenzione delle complicazioni ed il
costo dei devices.
Circa il beneficio della
prevenzione in termini di costo-efficacia valga per tutti
l’esempio della nefropatia indotta da m. d. c., per la quale
sono stati proposti accorgimenti sia a basso che ad alto costo.
Da una comparazione appropriata si rileva che l’uso dei m.d.c.
iso-osmolari, più costosi, è supportato da positive analisi di
costo /efficacia, e si affianca ad accorgimenti “a basso costo”
quali l’attenta idratazione del paziente prima e dopo la
procedura.
Quanto a nuovi dispositivi
l’esempio più attuale di alto costo è rappresentato dagli stent
a rilascio di farmaco (DES). Ne sono stati proposti
principalmente 3: a rilascio di rapamicina (Cypher, Cordis), di
paclitaxel (Taxus, Boston Scientific) e di zotarolimus (Endeavor,
Medtronic).
Una possibile comparazione sulla
rispettiva efficacia si può tentare grazie a studi randomizzati
condotti distintamente su ciascuno di essi, ma sufficientemente
simili come disegno da poter essere confrontabili tra loro. Per
il confronto si adotta un indice di costo efficacia incrementale
che determina a quale costo addizionale si avvera un evento
risparmiato. Ne emergono differenze consistenti circa molteplici
aspetti.
In un recente Studio prospettico
su pazienti non randomizzati che considera tutti i costi e tutti
gli eventi, in una prospettiva di costo/ efficacia, l’impiego
di entrambi i DES testati (Cypher e Taxus), pur in presenza di
una significativa riduzione dei maggiori eventi avversi a 6 mesi
(morte, infarto miocardico, necessità di nuovi interventi di
rivascolarizzazione) non si giustifica agli attuali prezzi, se
non in specifici sottogruppi di pazienti.
Nonostante tutte queste analisi
la penetrazione dei DES è in costante aumento, con grandi
differenze tra diversi Paesi, e con politiche di rimborso
estremamente variabili anche all’interno dello stesso Paese.
Alla luce delle caratteristiche procedurali si evidenzia il vero
motivo di questa diffusione che risiede nella possibilità,
offerta dell’impiego dei DES, di affrontare lesioni più
complesse che nel passato. A questo punto, quindi, paragoni di
costo / efficacia andrebbero più appropriatamente posti dal
confronto con gli interventi di bypass.
Va comunque sottolineato che
l’analisi costo / efficacia dovrebbe essere di pertinenza anche
del decisore pubblico. A tal proposito si rimanda all’esempio di
altri Paesi (ad es. la Francia), che hanno stabilito rimborsi
specifici per l’impiego di questi devices in patologie ben
individuate, non rinunciando così a “governare” il fenomeno.
Sul fronte dell’appropriatezza
gli attori più qualificati a verificarla sono le Società
Scientifiche; quella di Cardiologia interventistica (SICE-GISI)
ha recentemente promosso, in collaborazione con l’Istituto
Superiore di Sanità (ISS), uno studio denominato OSCAR for
QUALITY, teso a sorvegliare l’attività dei Centri che hanno
deciso di aderire basandosi sui risultati finali (“di outcome”)
delle procedure. Uno Studio del genere era stato già promosso
per le Cardiochirurgie, e presto verrà riproposto.
Resta, infine, la crucialità
degli aspetti organizzativi connessi alla della gestione
delle risorse.
Una bozza circolante del Piano
Ospedaliero Regionale, atteso ormai da alcuni anni, recita: “la
promozione di sistemi integrati in rete e relativi percorsi
assistenziali crea uno dei presupposti essenziali per la
ottimizzazione delle risorse. In particolare gli interventi di
modulazione organizzativa di reti per l’emergenza specifiche dei
diversi ambiti territoriali conciliano due esigenze in apparenza
contrastanti : la necessità di concentrare i servizi per
garantire la migliore qualità tecnica, e la necessità di
diffondere le attività specialistiche per l’accesso e la
fruibilità delle prestazioni. La facilitazione all’accesso alle
prestazioni, la integrazione tra servizi ospedalieri e
territoriali, la attivazione delle sussidiarietà tra strutture,
la appropriatezza e la qualità delle prestazioni sono certamente
obiettivi perseguibili con l’attivazione e la messa in rete di
percorsi diagnostici e terapeutici”. Ciò è vero soprattutto nel
campo di specialità complesse quale è la cardiologia
interventistica.
Anche le Reti per l’emergenza
non potranno certamente prescindere da una attenta valutazione
del rapporto costo / beneficio, ed anche
in questo campo si registra, negli ultimi tempi, un particolare
impegno delle Società Scientifiche nazionali di Cardiologia, che
hanno promosso iniziative che vanno in questa virtuosa
direzione.
Purtroppo vi è finora da
registrare un’applicazione scarsa o nulla dei suggerimenti resi,
il che porta a concludere che il sistema sanitario non si è
dimostrato pronto, nei fatti, a perseguire assetti di
appropriatezza.
