L’INSUFFICIENZA
AORTICA:
come riconoscerla,
come trattarla
Aurelio Caruso
U.O. Utic-Cardiologia A.O. A.Cardarelli Napoli
La valutazione
dell’insufficienza aortica, come in genere delle altre
valvulopatie, si base su elementi anamnestici, clinici e
strumentali. Tutti concorrono in misura diversa a dimostrare
l’esistenza e la entità della valvulopatia, al fine di
predisporre misure profilattiche (es. prevenzione
dell’endocardite batterica; valutazione dell’idoneità sportiva
ecc) o terapeutiche (intervento chirurgico o follow-up) o dare
informazioni necessarie alla pianificazione dell’intervento già
deciso (sostituzione o riparazione della valvola? Interventi
cosiddetti “valve sparing”? ecc).
Dal punto di vista
strumentale ormai gioca un ruolo di gran lunga prevalente
l’esame ecocardiografico [trans-toracico (ETT) e/o transesofageo
(ETE)], che consente con molta accuratezza la determinazione
della presenza della valvulopatia, del meccanismo
etio-patogenetico, dell’entità del rigurgito, del grado di
coinvolgimento del ventricolo sinistro, delle condizioni della
radice aortica e dell’aorta ascendente ecc).
Senza entrare nei
particolari, per i quali si rimanda alla bibliografia, una volta
stabilità l’esistenza di un’insufficienza aortica che comporta
di per sé la necessità della profilassi dell’endocardite
batterica e di periodiche valutazioni in follow-up, la decisione
più importante è stabilire se e quando dare indicazione
all’intervento chirurgico. Questo si basa su alcuni presupposti:
che l’insufficienza sia importante, che il paziente sia
sintomatico o che, in assenza di sintomi, vi siano segni che
preludano a danni irreversibili per il ventricolo sx,
cronicamente sovraccaricato; in caso invece di insufficienza
aortica acuta (e severa, ovviamente), (come per esempio a
seguito di dissezione aortica o endocardite batterica) in genere
i sintomi sono molto evidenti e gravi e l’indicazione chirurgica
si pone con urgenza o emergenza.
Per i motivi su
menzionati è pertanto necessario valutare correttamente il grado
di rigurgito e la funzione ventricolare sinistra.
L’ecocardiografia può consentire ciò, a patto di una valutazione
oculata e pluriparametrica: tra i vari metodi proposti e
utilizzati per la valutazione semi-quantitativa ad esempio
(diametro e/o area del jet all’origine, rapporto di questi con
diametro e/o l’area del tratto di efflusso sinistro, pendenza
della curva spettrale all’esame doppler continuo, flusso
olodiastolico retrogrado in arco ecc) nessuno può essere
considerato affidabile se preso da solo, poiché ciascun metodo
ha dei limiti e può dare dei falsi e, pertanto, è necessario
affidarsi alla valutazione concomitante di più parametri.
Inoltre, tranne nei casi di insufficienza acuta, è difficile che
vi sia un rigurgito importante in assenza di dilatazione
ventricolare sinistra [per una ampia ed esauriente sintesi si
rimanda alla bibliografia (1)].
Per quanto riguarda invece la
valutazione quantitativa (volume e frazione rigurgitanti,
orificio rigurgitante effettivo), teoricamente più precisa,
nella pratica è poco utilizzata poiché richiede grande
accuratezza ed elevato standard di ciascun laboratorio, pena la
possibilità di errate valutazioni. Per ulteriori approfondimenti
per cui si rinvia a una esauriente trattazione del Journal of
American Society of Echocardiography 2002 (2)
Per l’indicazione chirurgica nei
pazienti con insufficienza aortica si rimanda alla recente
pubblicazione delle nuove linee guida ACC/AHA per i pazienti
affetti da valvulopatia (3): in sintesi si può dire che, come
affermato in precedenza, l’intervento chirurgico è indicato per
i pazienti affetti da insufficienza aortica acuta di grado
severo; per i pazienti cronici invece l’intervento chirurgico è
indicato nei casi di insufficienza aortica severa sintomatica o,
in pazienti asintomatici, allorché vi siano segni di disfunzione
ventricolare sinistra (frazione di eiezione pari o inferiore a
50%, diametro diastolico > 75 mm, diametro sistolico > 55 mm);
considerazioni particolari vanno fatte per pazienti limite (es.
diametro sistolico tra 50 e 55 mm) o pazienti asintomatici e
senza disfunzione ventricolare sinistra o con gradi inferiori di
insufficienza aortica che però abbiano indicazione a intervento
chirurgico per coronaropatia, patologia aortica o altra
valvulopatia, e per cui si rimanda alle citate linee
guida.
BIBLIOGRAFIA
1) W.a. Zoghbi et al.
Recommendation for
evalutaion of the severity of native valvular regurgitation with
two-dimensional and doppler echocardiography. J. Am Soc
Echocarddiogr 2003;16:777-802
2) M. A. Quiñones et
al. Recommendation for quantification of Doppler
echocardiography: a report from the Doppler quantification task
force of the nomenclature and standards committee of the
American Society of Echocardiography. J Am Soc Ecocardiogr
2002; 15:167-84
3) B.A. Carabello et
al. ACC/AHA 2006 guidelines for the management of patients with
valvular heart diseases. J Am Coll Cardiol 2006, 48: e 1-148