QUANDO
E PERCHÉ ESEGUIRE L’ELETTROCARDIOGRAMMA NEL PAZIENTE
IPERTESO
Paolo
Verdecchia, Fabio Angeli, Mariagrazia Sardone
Struttura Complessa di Cardiologia Ospedale R. Silvestrini.,
Perugia.
Perché eseguire l’elettrocardiogramma. L’ipertrofia
ventricolare sinistra (VS) rilevata all’elettrocardiogramma
(ECG) è un potente fattore predittivo per angina pectoris,
infarto miocardico e morte cardiaca improvvisa.
Infatti, un aumento della massa VS dovrebbe essere interpretato
sotto due punti di vista:
1) Parametro predittivo della progressione delle lesioni aterosclerotiche
della parete arteriosa, e pertanto del rischio generale di future
complicanze cardiovascolari a tutti i livelli. Nei soggetti
ipertesi, il rischio medio di tali complicanze è di circa
il 4% per anno in presenza di ipertrofia e del 50% in meno in
assenza di ipertrofia.
2) Parametro predittivo specifico di più facile sviluppo
di ischemia miocardica, con possibili implicazioni in termini
di propensione alle aritmie e al deficit contrattile. La maggiore
facilità all’ischemia miocardica può essere
secondaria all’aumento del consumo miocardico di ossigeno
secondario all’aumento della massa dei miociti, nonché
alla riduzione della riserva di flusso coronarico. Quest’ultima
appare secondaria all’eccessivo sviluppo della massa dei
miociti rispetto all’aumento del letto vascolare coronarico
(sproporzione tra aumento della massa ed aumento del letto vascolare),
con conseguente rarefazione della rete vascolare all’interno
della massa miocardica ed aumento della distanza tra capillari
e miociti.
Pertanto, l’ipertrofia VS può avere un effetto
predittivo sulle complicanze cardiovascolari (in quanto marker
del livello di attività di fattori potenzialmente aterogeni),
ed anche un effetto causale su alcune complicanze cardiache..
I classici criteri elettrocardiografici (ECG) di ipertrofia
VS sono riportati in tabella 1. Come si può notare dall’esame
della tabella 2, tutti i criteri ECG di ipertrofia VS tendono
ad avere una bassa sensibilità, controbilanciata tuttavia
da una specificità generalmente elevata. Allo scopo di
migliorare la performance diagnostica dell’ECG, abbiamo
recentemente sviluppato il ‘criterio Perugia’ (1),
da considerarsi positivo per ipertrofia VS in presenza di positività
di almeno uno dei seguenti criteri: SV3 + RaVL >2.4 mV (maschi),
>2.0 mV (femmine), e/o sovraccarico VS, e/o punteggio di
Romhilt-Estes ?5 punti. Cumulando tre criteri scarsamente sensibili,
ma altamente specifici, ed utilizzando una ‘ROC curve
analysis’ per l’ottimizzazione dei valori di ‘Cornell
Voltage’, il criterio Perugia raggiunge una sensibilità
del 34% ed una specificità superiore al 90% in pazienti
ipertesi non complicati (1). Come conseguenza, la prevalenza
di ipertrofia VS all’ECG in pazienti ipertesi non selezionati
sale al 17-18% utilizzando il criterio Perugia, contro il 3-11%
con i criteri tradizionali. Questo dato è rilevante se
si considera che la valutazione ECG di ipertrofia VS può
essere eseguita nella grande maggioranza dei soggetti ipertesi
non complicati (solo i soggetti con blocco di branca completo,
sindrome da pre-eccitazione ventricolare, fibrillazione atriale
e pregressa necrosi debbono essere esclusi dalla valutazione),
mentre l’ecocardiogramma risulta essere di qualità
tecnica accettabile per la valutazione della massa VS in non
oltre il 70-80% dei soggetti ipertesi. Da un punto di vista
prognostico, il criterio Perugia si è dimostrato superiore
ai criteri ECG tradizionali di ipertrofia VS in termini di valore
predittivo sugli eventi cardiovascolari totali e fatali (2).
Recentemente abbiamo dimostrato (3) che la sensibilità,
la specificità ed il valore prognostico del criterio
Perugia non si modificano significativamente eliminando dalla
determinazione dello ‘score’ il punteggio di Romhilt-Estes,
il cui calcolo è indubbiamente di non facile ed agevole
esecuzione nella pratica clinica.
Sono allo studio criteri ECG di ipertrofia VS basati sul prodotto
del voltaggio per la durata del QRS, ed anche criteri che utilizzano
il calcolo dell’area sottesa al QRS. Tali criteri richiedono
sistemi computerizzati di calcolo, per ora disponibili su pochi
strumenti. Per il momento, è importante riconsiderare
l’impiego dell’ECG tradizionale per la diagnosi
di ipertrofia VS nell’ipertensione arteriosa, alla luce
di criteri, come il criterio Perugia, che offrono vantaggi in
termini di sensibilità rispetto ai criteri tradizionali.
Quando eseguire l’elettrocardiogramma. Secondo le principali
linee guida internazionali sulla diagnosi e trattamento dell’ipertensione
arteriosa, l’ECG standard è da considerarsi test
diagnostico fondamentale ed obbligatorio in tutti i pazienti
ipertesi. Il test non è costoso, non è invasivo,
è facilmente ripetibile ed è sufficientemente
riproducibile. Pertanto, un ECG andrà eseguito sempre
ed in ogni caso nei pazienti ipertesi di nuova diagnosi, ovvero
nei soggetti non trattati farmacologicamente, allo scopo di
valutare la presenza o l’assenza di ipertrofia VS. In
caso di presenza di ipertrofia VS, il paziente dovrà
essere definito ‘ad alto rischio cardiovascolare’,
con una probabilità stimata di eventi cardiovascolari
maggiori tra 3 e 4 per 100 per anno (contro l’1-1,5 per
100 per anno nei pazienti senza ipertrofia). Come è ovvio,
l’alto rischio cardiovascolare imporrà l’inizio
di un trattamento farmacologico immediato.
Nei soggetti con ipertrofia VS l’ECG andrà ripetuto
periodicamente allo scopo di valutare l’eventuale regressione
dell’ipertrofia. Non esistono indicazioni codificate sull’intervallo
di tempo richiesto tra le determinazioni ECG seriali. Nello
studio HEART Survey, recentemente completato e presentato in
anteprima al Congresso Nazionale ANMCO 2005, determinazioni
seriate dell’ECG ad intervalli annuali in pazienti ipertesi
con ipertrofia VS all’esame basale, hanno mostrato regressione
dell’ipertrofia in circa la metà dei pazienti,
con spiccato valore prognostico delle modificazioni stesse (elevato
rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti senza regressione
dell’ipertrofia). Pertanto, un’indicazione con livello
di evidenza C potrebbe essere quella di ripetere l’ECG
ogni anno nei pazienti ipertesi con almeno una diagnosi ECG
di ipertrofia VS.
Tabella 1. Criteri elettrocardiografici di ipertrofia ventricolare
sinistra.
Tabella 2. Sensibilità e specificità dei vari
criteri elettrocardiografici di ipertrofia ventricolare sinistra,
con ipertrofia ecocardiografica come gold-standard.
|
anno |
n |
m% |
Solokow-Lyon |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
sens |
spec |
sens |
spec |
sens |
spec |
sens |
spec |
sens |
spec |
sens |
spec |
sens |
spec |
Ipertensione |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Savage
(15) |
1979 |
217 |
63 |
|
|
6* |
99 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Cohen
(16) |
1981 |
73 |
48 |
19 |
100 |
|
|
|
|
11 |
94 |
|
|
|
|
|
|
Carr
(17) |
1985 |
85 |
53 |
|
|
38* |
92 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
McLenachan(18) |
1988 |
100 |
65 |
52 |
94 |
51* |
94 |
39 |
87 |
32 |
87 |
|
|
|
|
|
|
Rodriguez-Padial(19) |
1990 |
74 |
36 |
17 |
93 |
11 |
100 |
|
|
11 |
93 |
|
|
|
|
|
|
Otterstad
(20) |
1991 |
100 |
100 |
29 |
90 |
0 |
100 |
|
|
|
|
2 |
100 |
|
|
|
|
Vijan(21) |
1991 |
75 |
79 |
16 |
100 |
20* |
96 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Lee(22) |
1992 |
148 |
44 |
15 |
95 |
7 |
99 |
7 |
98 |
|
|
7 |
100 |
|
|
|
|
Fragola(23) |
1993 |
200 |
62 |
29 |
89 |
14 |
100 |
12 |
96 |
17 |
95 |
23 |
96 |
|
|
|
|
Schillaci(14) |
1994 |
923 |
50 |
21 |
89 |
15 |
100 |
12 |
97 |
14 |
96 |
12 |
97 |
9 |
99 |
34 |
93 |
Casiglia(24) |
1996 |
352 |
38 |
12 |
85 |
16 |
85 |
|
|
5 |
95 |
9 |
94 |
|
|
|
|
Popolazione
Generale |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Levy(13 |
1990 |
4684 |
44 |
|
|
|
|
|
|
|
|
10
M 22 F |
98M
95F |
9+ |
99 |
|
|
Valvulopatie |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Reichek
(25) |
1981 |
100 |
40 |
53 |
86 |
50 |
97 |
|
|
47 |
99 |
|
|
|
|
|
|
Devereux(26) |
1984 |
148 |
47 |
22 |
93 |
34 |
98 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Casale(10) |
1985 |
414 |
42 |
33 |
94 |
19* |
96 |
8 |
97 |
7 |
98 |
41 |
90 |
|
|
|
|
Casale(10) |
1985 |
129 |
44 |
20 |
93 |
31* |
83 |
6 |
99 |
10 |
99 |
40 |
98 |
|
|
|
|
Abbreviazioni: sens = sensibilità, spec = specificità
(entrambe in %), M = maschi, F = femmine. Individui di razza
non caucasica sono stati inclusi negli studi di avage (9%),
Carr (47%), Devereux (39%), Levy e Casale (% non indicata).
Casale et al. Hanno esaminato due gruppi di pazienti nello stesso
articolo ("learning series" e "test series").
*Romhilt-Estes >4 punti. † Questo criterio è
stato considerato nel 70% della popolazione.
BIBLIOGRAFIA
1.
Schillaci G, Verdecchia P, Borgioni C, Ciucci A, Guerrieri M,
Zampi I, Battistelli M, Bartoccini C, Porcellati C. Improved
electrocardiographic diagnosis of left ventricular hypertrophy.
Am J Cardiol. 1994; 74: 714-719. *
2. Verdecchia P, Schillaci G, Borgioni C, Ciucci A, Gattobigio
R, Zampi I, Porcellati C. Prognostic value of a new electrocardiographic
method for diagnosis of left ventricular hypertrophy in essential
hypertension. J Am Coll Cardiol. 1998; 31: 383-390.
3. Verdecchia P, Angeli F, Reboldi G, Carluccio E, Benemio G,
Gattobigio R, Borgioni C, Bentivoglio M, Porcellati C, Ambrosio
G. Improved cardiovascular risk stratification by a simple ECG
index in hypertension. Am J Hypertens. 2003;16: 646-52