LA RETE ASSISTENZIALE CARDIOLOGICA: QUELLO CHE SI E' FATTO, QUELLO CHE SI POTRA' FARE

Giuseppe Rosato, Emilio Di Lorenzo
Dipartimento Medico Chirurgico del Cuore e dei Vasi
U.O. Cardiologia/UTIC A.O.R.N. S. G. Moscati - Avellino

E' oramai accettato il concetto che le Emergenze Cardiologiche richiedono una organizzazione territoriale a rete con uno strettissimo coordinamento tra le varie strutture ospedaliere ed una collaborazione con le strutture del 118. La logica fondante è quella di offrire una soluzione unitaria per la soddisfazione delle aspettative e delle preferenze dei cittadini/utenti, attraverso un processo che permetta di individuare con immediatezza tutti gli interventi necessari, dai più semplici a quelli tecnicamente più complessi. Si dovrà perciò organizzare la distribuzione territoriale di tutti i servizi attribuendo ad ogni struttura in essa inserita compiti specifici, individuando requisiti delle strutture (nodi della rete) e protocolli che regolino la cooperazione fra strutture (relazioni fra nodi). Per le reti che comprendono servizi di alta specialità, ci si ispira al "Modello Hub & Spoke", che esprime un'idea dinamica dell'assistenza collegata ai gradi di complessità, per cui quando una determinata soglia di complessità viene superata si trasferisce la sede dell'assistenza da unità periferiche ad unità centrali di riferimento. Il modello disegna l'organizzazione dei servizi afferenti alla medesima linea di produzione, concentrando gli interventi di alta complessità in centri di alta specializzazione (hub) e identificando i centri collegati (spoke), cui compete la selezione, l'invio e la "ripresa in carico" dei pazienti. Il territorio italiano e' molto disomogeneo in termini di risorse sanitarie, persio' alcune regioni o province hanno creato propri registri che fotografano la realta' della gestione dell'IMA nei rispettivi ambiti territoriali. UN modello organizzativo a rete è stato già avviato, infatti, in molte regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Veneto) con diverse tipologie ma basandosi su uno stesso concetto di base. In alcune realtà provinciali, l'organizzazione "a rete" delle emergenza è oramai consolidata con esperienze oramai di qualche anno. In Campania allo stato attuale siamo alla fase della normativa. Infatti, il nuovo Piano Regionale Ospedaliero 2004-2006 (PRO), recentemente approvato dalla Giunta Regionale, ha recepito il concetto della rete per l'emergenza cardiologica organizzata secondo il modello Hub and Spoke ed ha inserito in un capitolo specifico al proprio interno i cardini sulla quale si dovrà realizzare praticamente la rete territoriale. In sintesi il nuovo PRO prevede che nel contesto della rete vanno considerate una revisione e una riproposizione dei meccanismi che sottendono alle schede di dimissione e ai corrispondenti aspetti amministrativi. La rete cardiologica per le emergenze deve essere in grado di identificare rapidamente il tipo di richiesta e fornire una risposta adeguata in tempi brevi. In particolare deve basarsi sugli obbiettivi principali della gestione dell'emergenza cardiologica, ovvero la diagnosi precoce delle patologie acute, la valutazione della eleggibilità per trombolisi o angioplastica primaria, allertamento delle strutture ospedaliere di riferimento. Essa deve inoltre provvedere al trasporto protetto del paziente. Le priorità, in tal senso sono la preparazione del personale del 118 mediante corsi di formazione, la costituzione di un comitato scientifico per la preparazione dei protocolli operativi e l'adeguamento ed il potenziamento delle strutture ospedaliere cardiologiche di riferimento.
Lo schema operativo deve coinvolgere tutte le strutture, ovvero la centrale operativa 118, ospedali e dipartimenti di emergenza-DEA di vario livello, dipartimenti cardiologici-UTIC e tutti i soggetti ovvero i medici delle ambulanze, medici dell'accettazione, medici dei PS, cardiologi.
Tutte queste strutture vanno collegate tra loro con sistemi telematici e vanno coordinate con l'identificazione dei ruoli di ciascuna struttura e la creazione di protocolli condivisi per il triage del paziente e per le modalità ed i tempi del trasporto del paziente stesso.
I punti cardine di una tale organizzazione sono:
- Rispetto dei criteri di territorialità e continuità delle cure
- Percorso diagnostico-terapeutico-comportamentale comune
I mezzi e le strutture necessarie per la realizzazione di un progetto integrato sono
- Ambulanze medicalizzate di soccorso avanzate con autista, soccorritore, infermiere e medico del SAUT
- Eliambulanza
- Centrale Operativa del 118
- DEA
- U.O. Cardiologia/UTIC
- U.O. Cardiologia/UTIC con Emodinamica Interventistica
- U.O. Cardiologia/UTIC con Emodinamica Interventistica ed U.O. Cardiochirurgia
I sistemi attraverso cui i vari nodi possono facilmente e rapidamente comunicare fra loro possono essere identificate in:
- Sistemi di trasmissione telematica (ISDN)
- Telefonia cellulare o fissa dedicata (GSM/GPRS)

Nella rete, il cui fulcro deve essere la Centrale Operativa del 118 si troveranno ad operare differenti tipi di strutture. In particolare le U.O. di Cardiologia senza UTIC, le U.O. di Cardiologia con UTIC, le U.O. di Cardiologia con UTIC ed Emodinamica Interventistica con o senza Cardiochirurgia.
In questo ambito un ruolo chiave è svolto dalle Unità Operative di Cardiologia/UTIC di riferimento per ciascuna Centrale Operativa in quanto saranno queste strutture a provvedere:
- Alla diagnosi e arruolamento precoce dei pazienti
- All'inizio trattamento medico ottimale
- All'individuazione precoce dei pazienti ad alto rischio
- All'attivazione del trasporto rapido presso i centri di riferimento di alta specializzazione ovvero le U.O. di Cardiologia/UTIC dotate di Emodinamica Interventistica con o senza e Cardiochirurgia
La rete deve quindi integrare al suo interno tutte le strutture operanti sul territorio e che storicamente sono impegnate nel trattamento delle emergenze cardiologiche e la sua realizzazione deve essere effettuata su base provinciale tranne in casi in cui le peculiarità del territorio, criteri di viabilità e bacino d'utenza non rendano più fattibile la realizzazione su base extraprovinciale.
In pratica, avvalendosi di un sistema integrato in cui ogni struttura e' legata ad un'altra ed utilizzando i sistemi telematici i percorsi che il paziente seguirà sono estremamente semplici. Infatti, nel momento in cui dovesse presentarsi un quadro clinico che spinge un soggetto a ritenere necessario un intervento medico:
1. Il paziente stesso chiama il 118.
2. La centrale operativa provvede ad attivare l'invio di una ambulanza attrezzata dal PSAUT più vicino.
3. Quando l'ambulanza giunge sul posto il medico effettua una prima valutazione clinica ed esegue un ECG.
4. Questo ECG, che può essere gia' inizialmente valutato dal medico del 118, viene inviato per via telematica (ISDN) attraverso la centrale del 118 stesso, alla UTIC di riferimento territoriale insieme ai dati anamnestici salienti dell'ammalato per consentire un orientamento diagnostico e stratificazione prognostica.
5. Il medico dell'UTIC di riferimento decide sulla base di questi dati il destino del paziente se cioè può essere ricoverato nella UTIC sprovvista di emodinamica o se esso necessita, al contrario, di essere trasportato direttamente in una struttura provvista di emodinamica interventistica.
Nel caso in cui il paziente giunge direttamente in un P.S., saranno, in questo caso, i medici del PS ad effettuare la valutazione iniziale e se la struttura è dotata di UTIC chiederanno direttamente il supporto del cardiologo che deciderà il percorso clinico del paziente come nel caso precedente, se il PS e' in una struttura priva di UTIC, utilizzando la rete telematica il medico del PS richiederà il supporto alla UTIC di riferimento territoriale. Tutto ciò renderà estremamente più rapido l'iter terapeutico del paziente evitando le migrazioni del paziente stesso alla ricerca di una struttura che può accoglierlo.
L'Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (centri spoke) è quindi la struttura centrale intesa quale nodo in grado di gestire prioritariamente il percorso assistenziale dei pazienti cardiologici complessi e quale interfaccia rispetto alle strutture sanitarie del territorio.
I centri di alta specializzazione di riferimento (dotati di emodinamica interventistica e cardiochirurgia- centri Hub) sono invece sede di afferenza di pazienti che richiedono prestazioni assistenziali tecnologicamente avanzate ed erogabili solo a questi livelli. Il loro decongestionamento deve avvenire garantendo la riaccettazione del paziente nella struttura con UTIC che ha avviato l'iter diagnostico terapeutico, ovviamente con garanzie di stabilità clinica del paziente stesso.