UNA QUESTIONE ANCORA CRITICA: I TEMPI DI ARRIVO IN OSPEDALE

Giovanni Gregorio, Rodolfo Citro, Valentino Ducceschi, AntonGiulio Maione, Maria Serafino *
Dipartimento Cardiovascolare ASL SA 3 U.O. Utic-Cardiologia
Ospedale San Luca Vallo della Lucania.
Direzione Sanitaria Aziendale ASL SA3 Vallo della Lucania

" Ma il tempo è denaro voi lo dimenticate"
disse il colonnello.
"Che tempo! Certo tempo è così fatto
che daresti via un mese intero per mezzo rublo,
e altre volte non ci sono denari che accetteresti per mezz'ora"
LEV TOLSTOJ , Anna Karenina

Il tempo, unitamente allo spazio, è la categoria che ha da sempre scandito il cammino dell'umanità. Tempo e spazio sono stati oggetto nel corso dei secoli di studi e ricerche tesi a misurarli e soprattutto ad adattarli alle diverse esigenze della società, arrivando persino ad una concezione "elastica" delle ore, la cui durata era resa variabile in rapporto alle ore di illuminazione. Analogamente la storia della sanità è caratterizzata dal diverso significato che spazio e tempo hanno assunto nella organizzazione dei servizi sanitari e nella gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici.
Ciò ha assunto particolare rilevanza nel campo delle malattie cardiovascolari in generale ed in quello delle patologie ischemiche acute in particolare.Nelle Sindromi Coronariche Acute l'intervallo di tempo che intercorre tra l'esordio della sintomatologia ed il trattamento del paziente costituisce un fattore determinante nella scelta del trattamento e nella prognosi del paziente. Il tempo di ospedalizzazione varia in rapporto a diverse condizioni e situazioni, che ne determinano il ritardo con relative ricadute sui percorsi diagnostico-terapeutici.
Si deve agli studi Gissi la dimostrazione che la durata del tempo precoronarico è uno degli elementi che influenzano la prognosi.
La consapevolezza che nella gestione dei pazienti con Sindrome Coronarica Acuta, il tempo è un elemento critico di primaria importanza , ha fatto si che una serie di ricerche si siano realizzate in Italia ed in Campania per la valutazione dei tempi precoronarici e dei fattori che possono condizionarne la durata (1-20).
Ciò ha consentito in epoche e situazioni diversificate la verifica dei tempi di ricovero con le eventuali possibili di ricadute organizzative.

Tabella I: Centri partecipanti all'indagine

Provincia di Avellino
A.O. G.Moscati Avellino
Ospedale di Ariano Irpino
Clinica Montevergine Mercogliano

Provincia di Benevento
A.O. Rummo Benevento
Ospedale Fatebenefratelli Benevento

Provincia di Caserta
A.O. San Sebastiano Caserta
Ospedale di Aversa
Ospedale di S.Maria Capua Vetere
Ospedale di Piedimonte Matese

Provincia di Napoli
A.U. Federico II Napoli
A.O. V. Monadi Napoli
A.O. A.Cardarelli Napoli
Ospedale Ascalesi Napoli
Ospedale Dei Pellegrini Napoli
Ospedale San Giovanni Bosco Napoli
Ospedale Fatebenefratelli Napoli
Ospedale Loreto Mare Napoli
Ospedale di Nola
Ospedale di Torre del Greco
Ospedale di Torre Annunziata
Ospedale di Castellammare di Stabia
Ospedale di Sorrento
Ospedale di Giugliano
Ospedale di Pozzuoli

Provincia di Salerno
A.O. San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
Ospedale di Nocera Inferiore
Ospedale di Scafati
Ospedale di Sarno
Ospedale di Mercato San Severino
Ospedale di Eboli
Ospedale di Battipaglia
Ospedale di Oliveto Citra
Ospedale di Polla
Ospedale di Roccadaspide
Ospedale di Sapri
Ospedale di Vallo della Lucania


Tabella II. Questionario

Tipologia della U.O. e dell'Ospedale
- Tipologia dell'Ospedale (PSA, DEA I, DEA II, A.O., A.U.)
- Posti letto di Utic
- Presenza di Emodinamica
- Presenza di Cardiochirurgia

Caratteristiche del Paziente
- Generalità
- Età
- Sesso
- Livello di istruzione
- Sintomatologia
- Anamnesi
- Inizio Sintomi
- Arrivo in Utic

Circostanze caratterizzanti il ricovero
- Luogo di insorgenza dei sintomi
- Modalità del Soccorso (Medico di base,Continuità Assistenziale, 118, Consulto specialistico)
- Mezzo di trasporto (Autoambulanza, mezzo proprio)
- Paziente trasferito da altro reparto o ospedaleTrattamento
- Trombolisi
- Antipiastrinici
- Rivascolarizzazione Meccanica


L'ANMCO Campania si è posto da diversi anni il problema dei tempi di ricovero nelle Sindromi Coronariche Acute, mettendo in atto una serie di ricerche tese a verificare i percorsi del paziente con SCA nella Regione.
La più recente di tali ricerche è stata compiuta agli inizi del 2004 con l'intento di fotografare la situazione delle UTIC della Regione in una giornata tipo. Le Unità Coronariche che hanno partecipato alla ricerca sono indicate nella Tabella I, mentre nella Tabella II sono riportati gli elementi su cui si è basato il questionario inviato ai Centri partecipanti alla indagine e nella Tabella III le ricerche di riferimento. Il termine di Angioplastica o Ptca primaria è stato utilizzato per indicare l'angioplastica eseguita nei tempi immediatamente seguenti al ricovero, il termine di angioplastica o Ptca postprimaria per indicare l'angioplastica eseguita più tardivamente rispetto all'ingresso del paziente in Utic.


Tabella III Ricerche di Riferimento

- Studi Gissi
- Studi Blitz
- Registro ANMCO G8-Cardio
- Censimento ANMCO delle Strutture Cardiologiche Campane (2001)
- Mortalità per IMA anni 1996 -1998


Il ricovero in Utic
Alla ricerca hanno partecipato 36 Unità Coronariche, 9 delle quali (pari al 25%) aveva pazienti ricoverati in barella. Sono state inviate schede relative a 191 ricoverati di età media 69 + 12 anni (120 maschi di età media di 65 + 13 anni e 71 femmine di età media di 74 + 9 anni), 11 dei quali (pari al 6%) in barella. Il 23 % dei pazienti è stato trasferito da altri ospedali. Il Tasso di Occupazione è del 96%.
L'analisi dei ricoveri in rapporto alla densità demografica dimostra che :
- nelle aree ad alta densità abitativa avviene il 31% dei ricoveri con un TPC mediano di 300 minuti;
- nelle aree a densità abitativa intermedia avviene il 23 % dei ricoveri con un TPC mediano di 300 minuti;
- nelle aree a bassa densità abitativa avviene il 46% dei ricoveri con un TPC mediano di 260 minuti.
Se si considera la tipologia delle strutture in cui avvengono i ricoveri:
- nelle strutture dotate di cardiochirurgia si ricovera il 25 % dei pazienti con un TPC mediano di 393 minuti. I trasferiti da altri ospedali rappresentano il 15% dei ricoverati. Nel 50% delle Utic sono presenti pazienti in barella, i quali rappresentano il 10 % dei pazienti ricoverati.
- nelle strutture dotate di emodinamica senza cardiochirurgia si ricovera il 16% dei pazienti con un TPC mediano di 360 minuti. I trasferiti da altri ospedali rappresentano il 29% dei ricoverati Nel 60% delle Utic sono presenti pazienti in barella, i quali rappresentano il 10 % dei pazienti ricoverati.
- nelle strutture senza emodinamica si ricovera il 64% dei pazienti con un TPC mediano di 237 minuti. I trasferiti da altri ospedali rappresentano il 23% dei ricoverati. Nel 12% delle Utic sono presenti pazienti in barella, i quali rappresentano il 3 % dei pazienti ricoverati.
Nel complesso i pazienti ricoverati nelle UTIC dopo trasferimento rappresentano il 23 % dei pazienti, il 16 % dei quali ricoverati in strutture dotate di cardiochirurgia, il 20 % in strutture dotate di emodinamica ed il 64 % in strutture prive di Emodinamica.
Per quanto riguarda le patologie ricoverate:
- il 40 % è rappresentato da SCA senza elevazione del tratto ST
- il 37 % è rappresentato da SCA con elevazione del tratto ST
- il 9 % da Scompenso Cardiaco
- il 7 % da Aritmie ipocinetiche
- il 5% da Aritmie ipercinetiche
- l'1 % da Embolia Polmonare

Le Sindromi Coronariche Acute
Il 77 % dei ricoveri in UTIC è dunque rappresentato dalle SCA.
Più in particolare:
- Le SCA con ST elevato rappresentano il 48,3% dei ricoverati per SCA , rispetto al 65,1% del Blitz 1;
- Le SCA con ST non elevato rappresentano il 51,7 % delle SCA , rispetto al 29,6 del Blitz 1.
La sintomatologia è stata tipica nell' 80 % dei casi, rispetto all'82 % del Blitz 1.
Per quanto riguarda la tipologia della struttura:
- nelle strutture dotate di cardiochirurgia si ricovera il 17 % dei pazienti, analogamente a quanto registrato per il Blitz 1;
- nelle strutture dotate di emodinamica si ricovera il 31 % rispetto al 45 % del Blitz 1
- nelle strutture non dotate di emodinamica si ricovera il 52 % dei pazienti rispetto al 38 % del Blitz 1
L'età media dei pazienti è di 68 + 11 anni rispetto ai 67 + 13 anni del Blitz 1, i maschi rappresentano il 66% dei pazienti rispetto al 70 % del Blitz 1.
Il 60 % (rispetto al 53 % del Blitz 1) ha una istruzione limitata alle scuole elementari, il 23 % ha una istruzione media inferiore (rispetto al 20 % del Blitz 1) il 16 % media superiore ( rispetto al 18% del Blitz 1), l'1 % è laureato (rispetto al 5 % del Blitz 1)
Il ricovero è stato:
- diretto, nel 61 % dei casi, rispetto al 34 % del Blitz 1;
- tramite il medico di base nel 14 % rispetto al 20 % del Blitz 1
- tramite la guardia medica nel 3 % rispetto all' 8% del Blitz 1
- con consulto specialistico nell' 11% dei casi
- tramite il 118 nel 17 % dei casi rispetto al 26 % del Blitz 1.
L'accesso in Ospedale è avvenuto nel 71 % dei casi con mezzo proprio, rispetto al 53 % del Blitz 1, e nel 17 % dei casi con autoambulanza rispetto al 40 % del Blitz 1.
Il tempo precoronarico è più breve quando è diretto o quanto interviene il 118; è più lungo quando interviene il medico di famiglia o si richiede il consulto specialistico.

Le S.C.A. con elevazione del tratto ST
I pazienti ricoverati per SCA con elevazione dell'ST sono stati 71 (47 maschi e 27 femmine ) con età media di 67 + 12 anni (64 + 12 anni per i maschi e 72 + 10 anni per le femmine - p = 0,005 -).
Il tempo precoronarico mediano è di 238 minuti.
Il 48 % dei pazienti non pratica terapia riperfusiva, rispetto al 45 % dei pazienti di un'analoga indagine svolta in Campania nel 2000, al 69 % dei dati del G8 Cardio e al 35,1% del Blitz 1. Il 42 % pratica terapia trombolitica, il 10 % pratica una PTCA primaria (Blitz 14,6 %) ed il 3% (Blitz 9,8%) una PTCA postprimaria.
La distribuzione dei pazienti per ora di insorgenza dei sintomi mostra un picco nelle prime ore del mattino, nel tardo pomeriggio e nelle prime ore della sera
La durata dei TPC mediano mostra un caratteristico andamento durante la giornata con un primo picco nelle ore della tarda mattinata e del primo pomeriggio e un secondo picco nelle ore della serata .
La terapia riperfusiva farmacologia o interventistica è praticata in misura maggiore nei pazienti che si ricoverano durante le ore diurne.
Per quanto riguarda la distribuzione dei ricoveri:
- nelle strutture dotate di cardiochirurgia si ricovera il 20 % dei pazienti, con un TPC mediano di 458 minuti ed una quota di pazienti trasferiti pari al 14 %; il 14% dei pazienti è sottoposto a trombolisi ed il 43 % a PTCA, tutte primare. Il 43% non pratica alcuna terapia riperfusiva.
- nelle strutture dotate di emodinamica si ricovera il 14 % dei pazienti con un TPC mediano di 238 minuti ed una quota di pazienti trasferiti pari al 30 %; il 50% dei pazienti esegue una trombolisi ed il 10 % esegue una PTCA, sempre postprimaria; il 40 % dei pazienti non pratica terapia trombolitica.
- nelle strutture senza emodinamica si ricovera il 66 % dei pazienti con un TPC mediano di 222 minuti ed una quota di pazienti trasferiti pari al 34 %.
Il 49 % dei pazienti pratica trombolisi ed il 2% una PTCA postprimaria. Il 51 % dei pazienti non pratica terapia riperfusiva.
Per quanto riguarda la distribuzione oraria dei TPC nelle SCA con elevazione dell'st:
- entro le 2 ore si ricovera il 25 % dei pazienti, rispetto al 34 % del Gissi e al 49 % del Blitz 1;
- tra la seconda e la sesta ora si ricovera il 34 % dei pazienti rispetto al 29 % del Gissi e al 28 % del Blitz 1. Quindi entra la sesta si ricovera in Campania il il 59 % dei pazienti rispetto al 63 % del Gissi 1 e al 77 % del Blitz 1.
- Tra la sesta e la 12 ora si ricovera il 14 % dei pazienti, rispetto al 14 % del Gissi e al 10 % del Blitz 1.
- Oltre la 12° ora si ricovera il 27 % dei pazienti, rispetto al 23 % del Gissi e al 14 % del Blitz 1.
Riguardo alla modalità di ricovero:
- il 56 % accede direttamente al ricovero
- il 18 % tramite il medico di base
- il 7 % esegue un consulto specialistico
- l' 1% tramite la guardia medica
- il 3 % tramite il Saut
- il 23 % tramite il 118.
Per quanto riguarda l'area servita dalla nostra Unità Coronarica - area geodemograficamente eterogenea e con un sistema di comunicazioni precario - i tempi di ricovero rimangono ancora elevati e l'andamento attraverso gli anni non ha mostrato significative riduzioni (10,21).

Le S.C.A. senza elevazione del tratto ST
I pazienti ricoverati per SCA senza elevazione dell'ST sono stati 76 (50 maschi e 26 femmine ) con età media di 70 + 10 anni (66 + 11 anni per i maschi e 75 + 10 anni per le femmine - p = 0,001 -).
Per quanto riguarda la distribuzione dei ricoveri:
- nelle strutture dotate di cardiochirurgia si ricovera il 29 % dei pazienti, con un TPC mediano di 380 minuti ed una quota di pazienti trasferiti pari al 14 %; il 36% dei pazienti ha praticato terapia con Inibitori della Glicoproteina IIb-IIIa ed il 32 % PTCA, il 27 % precocemente ed il 5 % in una fase successiva.
- nelle strutture dotate di emodinamica si ricovera il 18 % dei pazienti con un TPC mediano di 435 minuti ed una quota di pazienti trasferiti pari al 29 %; il 21% dei pazienti ha praticato terapia con Inibitori della Glicoproteina IIb - IIIa ed il 21 % PTCA , tutte postprimarie.
- nelle strutture senza emodinamica si ricovera il 53 %dei pazienti con un TPC di 240 minuti ed una quota di pazienti trasferiti pari al 20%.
Il 18% dei pazienti ha praticato terapia con Inibitori della Glicoproteina IIb-IIIa e nessuno ha eseguito angioplastica
In sintesi il Tempo precoronarico mediano nelle SCA senza elevazione del tratto St è di 380 minuti, con una quota di pazienti trasferiti pari al 20 %. Il 24 % dei pazienti pratica inibitori IIb-IIIa, il 13 % Ptca, l' 8% primaria ed il 5 % postprimaria.

Conclusioni
Pur nei limiti della impostazione della ricerca, si possono evidenziare i seguenti punti salienti:
a) Le Sindromi Coronariche acute rappresentano il 77 % dei ricoveri delle Utic Campane, con maggiore prevalenza delle SCA senza elevazione del tratto ST rispetto al dato registrato nello studio Blitz 1. Il ritardo del ricovero ospedaliero nelle Sindromi Coronariche acute, rimane ancora alto ed in Campania è maggiore rispetto al dato registrato nel Blitz 1:
b) Le Unità Coronariche Campane presentano elevati Tassi di Occupazione (96%) , il 23 % delle UTIC ha ricoverati collocati in barelle.
Una quota importante di pazienti, maggiore per le strutture senza emodinamica, raggiunge l'Unità Coronarica dopo trasferimento da altro presidio ospedaliero;
c) La maggior parte dei ricoveri avviene presso Strutture poste in aree a
bassa densità abitativa e non dotate di emodinamica
d) I pazienti con SCA ricoverati nelle UTIC della Campania sono più
anziani della popolazione del Blitz 1 ed hanno rispetto a questa
minore scolarità
e) La sintomatologia è il più delle volte tipica.
f) Il ricovero avviene nella grande maggioranza dei casi per decisione
diretta del paziente e con mezzi propri e solo una minoranza
raggiunge l'ospedale tramite il 118 e con autoambulanza
g) Circa la metà dei pazienti non pratica terapia riperfusiva e solo una
minoranza ridotta ha praticato rivascolarizzazione meccanica.
h) La tipologia della struttura, analogamente a quanto evidenziato
dallo studio EARISA e dal Blitz, condiziona la modalità di terapia
riperfusiva (16;22).
I tempi di arrivo in Utic sono in Campania, come del resto in molte aree d'Italia, ancora alti ed una quota ancora numerosa di pazienti con Sindrome Coronarica Acuta non pratica terapia riperfusiva. Tale situazione trova rispondenza nell'analisi della mortalità per infarto acuto del miocardio, segnata da una significativa quota di decessi extraospedalieri (23).
I fattori che influenzano il tempo precoronarico possono essere sinteticamente riassunti in :
- fattori legati al paziente (Condizione socioeconomica, sesso, età, anamnesi di patologia ischemica, percezione della malattia, educazione sanitaria)
- fattori legati al medico (reperibilità e professionalità, corretta diagnosi, consulto specialistica, consulto specialistico, tentativi di trattamento domiciliare)
- fattori organizzativi generali (Organizzazione del Sistema di Emergenza Sanitaria, reperibilità del medico, possibilità di trattamento preospedaliero, mezzo di trasporto, distanza dall'ospedale, accessibilità, viabilità e traffico, qualità dell'assistenza)
La sfida che il SSN è chiamato a raccogliere nel prossimo futuro risiede essenzialmente in una razionalizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici del paziente con SCA e ciò può avvenire soltanto attraverso una adeguata riorganizzazione dei servizi di emergenza sia territoriali che ospedalieri, quale è quella realizzabile con un'appropriata rete integrata di assistenza cardiologica.

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