LA MORTE IMPROVVISA NELL'INFANZIA
Raffaele
Calabrò
U.O.C. di Cardiologia, Seconda Università degli Studi di Napoli -
A.O. V. Monadi Napoli
La
morte improvvisa in età pediatrica ed adolescenziale rappresenta
evento particolarmente temuto in quanto condizione difficilmente prevedibile
essendo spesso la prima manifestazione di un processo morboso per lo più
congenito. Tale situazione si verifica, per lo più, in cuori "morfologicamente"
sani ed in soggetti precedentemente asintomatici.
La morte in culla (Sudden Infant Death Syndrome, SIDS) è la prima
causa di morte tra un mese ed un anno di vita. L'apnea e la sindrome del
QT lungo congenito (LQTS) sono cause riconosciute di morte in culla. In
Italia 7/1000 neonati muoiono ogni anno di morte improvvisa: circa la metà
sono riconosciute affetti da LQTS. L'Incidenza di LQTS è stata stimata
essere di 1/5000 soggetti sani. Negli USA è stata riconosciuta essere
responsabile di circa 3000-4000 morti improvvise/anno. E' un'anomalia generalmente
congenita, per lo più ad espressione familiare che può essere
isolata (Sindrome di Romano-Ward) o associata a sordità congenita
(Sindrome di Jervell e Lange-Nielsen). E' determinata dalla mutazione di
geni che codificano per subunità dei canali del Na o del K. L'allungamento
del QT predispone alla comparsa di TV polimorfe e di torsioni di punta in
seguito a stress mentali, emotivi o, più raramente, fisici (triggers).
In tali pazienti i presidi terapeutici utilizzati sono di tipo farmacologico
(beta-bloccanti e/o Mexitiletina) e non farmacologici (impianto di AICD
o PMK e denervazione mediante ablazione del ganglio stellato).
Altra causa, talora sottovalutata, di morte improvvisa è quella legata
alla presenza di vie anomale atrio-ventricolari. E' stata dimostrata una
prevalenza del solo pattern di pre-eccitazione ventricolare pari allo 0.1-0.3%
dei nati, con un'incidenza di eventi aritmici in tale popolazione pari a
circa 1.7/100 pazienti/anno. L'incidenza di morte improvvisa per aritmie
ventricolari maligne indotte dalla via anomala AV è stata dimostrata
essere pari a circa 1 per 1000 pazienti/anno. Tuttavia tale stima è
senza dubbio fatta per difetto, se si considera che la morte improvvisa
può rappresentare la prima manifestazione clinica di soggetti precedentemente
del tutto asintomatici. In tali pazienti, inoltre, la diagnosi autoptica
di via anomala è assolutamente improponibile perché necessiterebbe
di decine di sezioni longitudinali intorno agli anelli delle valvole AV.
Se è ormai accertata la necessità di un trattamento ablativo
in pazienti sintomatici, resta dubbio il tipo di approccio terapeutico da
condurre in soggetti del tutto asintomatici con il solo pattern elettrocardiografico
di pre-eccitzione ventricolare. In tali pazienti è stato, tuttavia,
dimostrato che lo studio elettrofisiologico è in grado di individuare
condizioni ad alto rischio.
Altre cause responsabili di morte improvvisa giovanile, legate ad anomalie
morfologiche cardiache sono: la cardiomiopatia ipertrofica e anomalie di
decorso ed origine coronarica.
Nel caso della cardiomiopatia ipertrofica è stato dimostrato che
il riconoscimento di fattori di rischio quali lo spessore parietale >30mm,
la caduta pressoria nel corso dell'esercizio, anomalie elettrocardiografiche
da sforzo o aritmie ventricolari, oltre che la stessa familiarità
per cardiomiopatia ipertrofica e morte improvvisa, può essere in
grado di individuare i soggetti a maggior rischio di morte improvvisa. In
tali pazienti, soltanto il defibrillatore impiantabile automatico, si è
dimostrato in grado di ridurre l'incidenza di morte improvvisa.
Le anomalie di decorso ed origine coronariche rappresentano purtroppo condizioni
assolutamente sottostimate nella valutazione strumentale ecocardiografica
di soggetti giovani, particolarmente in quelli praticanti attività
sportiva.
In questi, infatti, la morte improvvisa si verifica a seguito di sforzi
fisici strenui, essendo il risultato dell'interazione di fenomeni ipossici-ischemici
con substrati anatomici. Per comprendere la reale entità della patologia,
basti ricordare che la sola origine anomala della coronaria sinistra dall'arteria
polmonare presenta un'incidenza di 2.5-5 per 100.000 nati vivi, essendo
responsabile della cosiddetta sindrome di Bland-White-Garland consistente
in angina neonatale, infarto e scompenso cardiaco.