IL DOMANI DELLA CARDIOLOGIA: L'IMPLEMENTAZIONE DELLA RETE INTEGRATA DI ASSISTENZA

Alessandro Boccanelli
Dipartimento per le malattie dell'Apparato Cardiocircolatorio
A.O. San Giovanni Roma

La struttura della rete è quella del mozzo collegato ai raggi di una ruota, quel modello "hub & spoke" che ormai è diventato familiare nel gergo di chi si occupa di organizzazione sanitaria. Quando una determinata soglia di complessità viene superata, si trasferisce la sede dell'assistenza da unità operative più semplici (spoke) a unità di riferimento più complesse (hub). L'obiettivo è raggiungere l'eccellenza clinica almeno a parità di risorse, coniugando la concentrazione dei servizi con la necessità di diffonderli per facilitare l'accesso dei pazienti. Una "quadratura del cerchio" a cui l'Associazione Nazionale dei Cardiologi Ospedalieri ha dedicato molte energie - sul fronte della gestione delle sindromi coronariche acute - in questi ultimi anni

Condizioni fondanti la rete integrata
- Definizione dei bacini di utenza
- Descrizione dei servizi (chi fa che cosa)
- Sviluppo e mantenimento di conoscenze e capacità professionali
- Sviluppo del sistema delle comunicazioni
- Implementazione e utilizzo condiviso di linee guida e percorsi diagnostico/terapeutici
- Definizione delle autonomie e delle responsabilità (si è parte tutti del percorso assistenziale: "eccellenza" distribuita)
- Definizione dei sistemi di rimborso e finanziamento
- Istituzionalizzazione

Oggi in cardiologia la conseguenza del difetto di organizzazione in rete e di comunicazione nella "filiera assistenziale" comporta ridondanza e duplicazione di richieste di esami, inappropriatezza delle indicazioni , uso incongruo di richieste urgenti, conflittualità e confusione nelle prescrizioni tra le diverse figure professionali e assenza di un chiaro riferimento per il paziente, ovvero chi tiene la fila del percorso
Le reti possono avere ambiti territoriali diversi, all'interno dei quali va previsto un collegamento finalizzato all'individuazione dei bisogni, alla programmazione delle attività e a favorire la raccolta, la standardizzazione e il flusso delle informazioni da e verso gli enti preposti (normalmente le Agenzie Sanitarie Regionali).
La cardiologia ha sviluppato un modello/documento su "Struttura e organizzazione funzionale della cardiologia" che costituisce la base per la fondazione delle reti integrate in questo importante settore. Se si considera che le malattie cardiovascolari costituiscono il 45 % di tutte le cause di morte, si comprende come il modello adottato per l'assistenza cardiologica sia di fondamentale importanza per la salute pubblica. Molti Assessorati Regionali e Agenzie di Sanità Pubblica stanno facendo riferimento a questo documento per la programmazione dell'assistenza.
Le funzioni specifiche dell'area cardiologica all'interno della rete assistenziale sono: la prevenzione ad ogni livello dai MMG alla riabilitazione; l'attività ambulatoriale specialistica; la diagnostica strumentale non invasiva; la degenza clinica, con letti cardiologici dedicati (ove non possibile, letti cardiologici all'interno di altri reparti, ad esempio di medicina generale, aree di emergenza, medicina di urgenza ecc..) e l'ospedalizzazione domiciliare; la terapia intensiva cardiologica, la diagnostica angiografica e la cardiologia interventistica; l'elettrostimolazione; l'aritmologia invasiva; la cardiologia pediatrica; la cardiochirurgia; la riabilitazione cardiologica.
La rete per poter funzionare necessita di un Comitato di Coordinamento. Questo deve essere un organismo tecnico che ha un compito molto importante nel governo della rete: l'identificazione delle strutture di riferimento, coordinamento e integrazione di tutte le strutture cardiologiche ospedaliere, incluse quelle private accreditate, inserite nella rete; la partecipazione attiva al processo di accreditamento; l'identificazione delle linee guida nazionali e internazionali e l'adattamento di esse alla realtà organizzativa locale; l'elaborazione dei protocolli locali; la valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi; la formulazione di regolamenti dei percorsi e dei protocolli di accesso; le azioni di monitoraggio e verifica, in particolare sull'appropriatezza delle prestazioni.
Il Comitato Cardiologico di Coordinamento predispone le strutture di rete e i collegamenti nel rispetto di protocolli formulati in accordo con le linee guida delle Società Scientifiche, di cui segue l'elenco: protocollo di valutazione del dolore toracico (presso ogni ospedale della rete con o senza cardiologia); protocollo globale di assistenza alle sindromi coronariche acute; protocollo per le altre emergenze cardiovascolari e per l'arresto cardiaco sul territorio e in ospedale, protocollo di accesso elettivo alla diagnostica invasiva ed eventuale rivascolarizzazione; protocollo per la gestione e programmazione della diagnostica e terapia delle cardiopatie congenite (sin dall'età prenatale); protocollo per la gestione e programmazione della diagnostica e terapia aritmologica; protocolli clinici, strumentali, laboratoristici dei pazienti ricoverati in elezione, protocollo di accesso e di preparazione all'intervento cardiochirurgico; protocollo di accesso alla terapia intensiva cardiologica concordato con il 118, servizi di pronto soccorso, medicina d'urgenza e medicina generale, protocollo per i trasporti protetti concordati con le altre UO della rete e con il 118; protocollo per il percorso del paziente con scompenso cronico in fase di stabilità e in fase di destabilizzazione.
Ma a che punto siamo in Italia? In casi come quello del Veneto le autorità sanitarie sono in fase avanzata di realizzazione, con la costituzione di Comitati di Coordinamento, accordi tra ospedali di complessità diversa, condivisione con le società scientifiche di linee guida e percorsi. Mentre la rete dell'emergenza comincia a essere applicata in modo diffuso, non è così per i pazienti cronici. Esistono comunque ormai molte esperienze locali, per lo più a carattere sperimentale, di collegamento ospedale-territorio anche con il coinvolgimento di infermieri e avvalendosi di strumenti di telemedicina.